scheriniE’ appena uscito questo libro di Mario Schermi per le edizioni La Meridiana che ci insegna a ragionare sul significato di educare e di punire.

E’ indubbio che nelle pratiche educative private (quanti danno credito e praticano il ‘quando ci vuole ci vuole’?), così come nelle nostre pratiche pubbliche, si continui a ricorrere alla punizione (castigo, pena) ogni qual volta gli ordini relazionali, sociali, normativi sono stati violati o anche soltanto messi in discussione. Basta leggere i commenti alla notizia riportata dai giornali sulla vicenda di questi giorni relativa alla violenza su una ragazza praticata da 5 minorenni per accorgersi che l’invocazione della punizione fa il paio con l’idea che questi ragazzi non hanno avuto una educazione seria. L’invocazione della pena, della galera, delle forme punitive più grandi.

C’è uno stretto rapporto tra il punire e l’educare, ma soprattutto tra il punire e il rieducare. La punizione è un passaggio necessario per riconsocere la trasgressione e avviare un percorso diverso. Il tabù che ha accompagnato la discussione su questo nesso, ha consentito abusi delle pratiche punitive e il fallimento di pratiche rieducative.
La punizione è successiva alla rottura di un vincolo, di un patto, di un percorso.
Il libro di Mario Schermi, formatore della Giustizia Minorile e professore di Pedagogia generale, attraversa il tabù del delicato rapporto tra punire e educare con l’obiettivo di evitare che il non parlare del tema punizione, in qualsiasi contesto dove ci sia una relazione educativa o rieducativa (dalla famiglia, alla scuola, al carcere) possa far perdere alle pratiche educative il fine di responsabilizzare le persone rispetto alle conseguenze delle loro azioni. Per leggere alcune pagine cliccare qui .
La punizione se è abuso o praticata a prescindere o usata come deterrente o per intimorire, non serve, è sbagliata, non è una parte del processo di educazione.
Tra non parlarne e dribblare su questo tema delicato, la nostra scelta è, attraverso questo libro, quella di aprire un confronto onesto tra chi educa.