Il Comitato Direttivo della Cgil di Roma e Lazio ritiene che i continui e pretestuosi rinvii circa la somministrazione della RU486 nelle strutture pubbliche e la proposta di legge regionale n 21 del 26 maggio 2010 mettano a rischio nella nostra regione la libertà di scelta e l’autodeterminazione della donna, in palese violazione della legge 194.Le linee guida sull’utilizzo della RU486, emanate dalla giunta regionale con mesi di ritardo rispetto alle altre regioni e soltanto dopo che l’ospedale Grassi ne aveva iniziato la somministrazione, in applicazione della legge nazionale, oltre a prevedere un inutile e costoso ( per la già disastrata sanità regionale!!) obbligo di ricovero, contiene ulteriori rinvii, che ne hanno di fatto completamente bloccato la possibilità di utilizzo nella nostra regione.

Infatti si prevede che un successivo provvedimento dell’ASP (Agenzia di Sanità pubblica) individuerà ed autorizzerà gli ospedali che possono somministrare la Ru486 ed il numero di posti letto dedicati.

Riteniamo che {{ogni struttura sanitaria già accreditata per l’interruzione volontaria di gravidanza possa e debba offrire anche questa possibilità}}, meno traumatica per la salute della donna ed anche meno complicata dal punto di vista tecnico, in base alle indicazioni dei medici ed alla scelta della paziente, e l’individuazione di “posti letto dedicati” – modalità del tutto inusuale e non praticata per nessun altro tipo di intervento – non può costituire un escamotage per ulteriori ritardi e difficoltà organizzative.

Il Comitato direttivo ritiene altresì che la [proposta di legge nota anche come Proposta Tarzia->http://www.luisalaurelli.com/public/allegati/proposta_di_legge_sui_consultori1.pdf], {{snatura il ruolo e la funzione dei consultori familiari}} , non più luoghi per tutelare la salute delle donne, sostenere la procreazione responsabile e consapevole, svolgere attività di prevenzione sul territorio, ma istituzioni ideologizzate “volte a promuovere la famiglia (viene anche specificato famiglia fondata sul matrimonio) ed i valori etici.”

{{Viene messa in discussione la legge 194}}, richiamando esplicitamente tra le finalità dei consultori la “{{tutela della vita del figlio concepito}}”, prevede la presenza di non meglio identificate “{{associazioni familiari e organizzazioni che promuovono la stabilità familiari}}”, {{si rilanciano i consultori privati}}, equiparati anche in termini di accesso ai fondi pubblici, svilisce la professionalità degli operatori, consentendo l’accesso a volontari e l’istituzione di “comitati bioetici”.

{{Neppure un riferimento ai compiti di informazione e prevenzione rispetto alla salute della donna ed alla contraccezione}}, i “nuovi” consultori diverrebbero in realtà presidi per condizionare la libertà di scelta delle donne, esclusivamente in senso anti abortista, anche utilizzando strumentalmente l’accesso ad eventuali aiuti economici.

Il Comitato direttivo della Cgil di Romaritiene che ben altre debbano essere le politiche rivolte a sostenere la maternità consapevole, favorendo l’occupazione delle donne e la conciliazione tra vita e lavoro, tutelando le situazioni di disagio sociale e marginalità, senza demagogie né condizionamenti ideologici.

Ricordiamo inoltre che il ricorso alle interruzioni volontarie di gravidanza è drasticamente diminuito negli anni, proprio grazie alla l. 194 ed all’azione di prevenzione e informazione svolta anche dai consultori familiari, ed è in tal senso che bisogna continuare ad operare, potenziando la rete dei consultori sul territorio ed i fondi a loro disposizione.

Il Comitato direttivo della Cgil di Roma esige che nel Lazio siano rispettati i diritti e le libertà delle donne, garantendo la piena applicazione della lege 194, anche attraverso la modalità farmacologica, e salvaguardando e potenziando la rete ed il ruolo dei consultori familiari, quali previsti dalla [legge 15/76->http://www.centrodonnalisa.it/legislazione/legge%20consultori%20lazio.htm] , e promuoverà a tal fine le necessarie forme di mobilitazione, insieme alle donne ed agli uomini delle associazioni, dei partiti e della società civile.

Approvato all’unanimità dal direttivo della Cgil Roma e Lazio il 2 luglio2010