Il lavoro precario può essere definito incostituzionale: La precarietà non nega solo il diritto al lavoro ma il diritto ad una esistenza dignitosa. L’articolo 1 dice che la Repubblica italiana è fondata sul lavoro, altri articoli della Costituzione parlano di diritto alla casa, di diritto alla salute, di tutela dell’ambiente.{{I provvedimenti della finanziaria in che misura si allontanano e in che misura si avvicinano alle aspettative delle precarie e dei precari?}}

Nella finanziaria sul precariato c’è molto poco. L’emendamento approvato per l’eliminazione del precariato nella pubblica amministrazione prevede solo 5 milioni di euro, consente di stabilizzare i 7.000-8.000 precari (a tempo indeterminato da tre anni) degli enti centrali, già ammessi a lavorare tramite concorso, con un’altra forma concorsuale. Nel memorandum preparato da Cgil, Cisl e Uil si prevede di stabilizzare questa quota minima di precari entro il 2011-2012, quindi non tutti saranno stabilizzati durante il 2007. Noi chiediamo che vengano assunti tutti i precari! Gli interinali, i co.co.co, i co.co.pro sono stati esclusi dall’emendamento, così come sono stati esclusi i 350.000 precari che dipendono dagli enti territoriali, dalle regioni, dalla sanità. Molti altri precari lavorano da anni nei servizi esternalizzati della p.a. Come si fa ad esternalizzare un call center della p.a? Dare informazioni sulle pensioni non è¨ una cosa che dura un giorno o un anno, durerà fino a quando ci sarà l’Istituto nazionale della previdenza sociale, per cui questo tipo di precariato è assurdo. Ci siamo attrezzati per nuove iniziative di mobilitazione, manifestazioni nazionali entro la primavera.

{{Sono in molti a pensare che la finanziaria sarebbe potuta essere un po’ più coraggiosa. RdB-CUB cosa rivendica?}}

Noi rivendichiamo l’assunzione immediata di tutti i precari della p.a. Il precariato nella p.a non ha ragione di esistere perché non si tratta né di lavoro stagionale, né di lavoro dovuto a presenza di picchi di produzione o di servizi. E’ stato lo strumento per aggirare il blocco delle assunzioni, tra l’altro con costi superiori rispetto a quelli di un’assunzione diretta. Non lo diciamo solo noi! A questo proposito le inchieste di Report sono state molto chiare, hanno dimostrato che il sistema degli appalti costa di più, tiene i lavoratori in condizione di vera e propria schiavitù, di estrema precarietà e nega loro i diritti più elementari. L’assunzione dei precari a tempo determinato sarebbe a costo zero. Nel rifiutarsi di risolvere il problema del precariato c’è molta ideologia, si vuole mandar avanti l’idea che il lavoro stabile in questo paese deve diminuire per far posto a quello precario. Noi, a differenza di Cigl, Cisl e Uil, chiediamo l’assunzione immediata di tutti i precari, la re-internalizzazione di tutti i servizi esternalizzati e quindi l’assunzione di questi lavoratori all’interno della p.a.

{{Il lavoro precario può essere definito incostituzionale?}}

Assolutamente sì! La precarietà non nega solo il diritto al lavoro ma il diritto ad una esistenza dignitosa. L’articolo 1 dice che la Repubblica italiana è fondata sul lavoro, altri articoli della Costituzione parlano di diritto alla casa, di diritto alla salute, di tutela dell’ambiente. Un/a lavoratore/trice precario/a, che non sa se tra tre mesi il suo rapporto di lavoro verrà o meno rinnovato e che guadagna molto poco (nei call center non si guadagna più di 500 600 euro al mese), non può comprare una casa ma neanche affittarla con il livello di costo degli affitti. Non può curarsi, il costo delle medicine e della diagnostica in generale sono aumentate brutalmente con questa finanziaria. Il lavoro precario ha messo in discussione molti diritti.

{{C’è chi propone un reddito di cittadinanza per sottrarre precarie e precari da questo ricatto. Secondo Lei sarà possibile?}}

Il discorso che non ci sono i soldi non regge, non è vero che non ci sono soldi. Con questa manovra finanziaria e con le entrate fiscali di questo anno lo Stato ha inglobato 72 miliardi di euro. Questi soldi potrebbero essere distribuiti come forma di reddito sociale minimo. Noi abbiamo presentato un disegno di legge, depositato in parlamento dalla sinistra (Ds, Verdi etc.), indicando dove prendere i soldi. Oltre al reddito diretto, che dovrebbe essere dato ai disoccupati, ai lavoratori precari e ai pensionati con la pensione minima, ci sono altre forme di reddito indiretto che permetterebbe a tutti di vivere dignitosamente. Se ci fosse una politica delle case con affitti a prezzi accessibili, se ci fosse un diritto alla mobilità (trasporti gratuiti), alla cultura (ingresso gratuito a manifestazioni culturali: concerti, teatri e musei), e alla salute (cure gratuite), si metterebbe un freno al lavoro nero. Con un reddito garantito nessuno sarebbe costretto a morire in un cantiere o a lavorare 10-12 ore al giorno in un call center per 500 euro al mese.

{{I costi sociali della precarietà sono altissimi, passare da uno stage all’altro o da un lavoro precario all’altro non permette di crescere professionalmente. Secondo le statistiche i/le giovani laureati/e riescono a trovare lavoro più o meno tre anni dopo la laurea. Iniziano a versare quel minimo di contributi molto tardi, riscattare gli anni della laurea è costosissimo (7.000-8000 euro) per chiunque, figuriamoci per un/a precario/a! Stando così le cose non riusciranno ad avere neanche la pensione minima.}}

E’ un problema molto grande. La precarietà porta ad una diminuzione della professionalità, delle conoscenze e delle possibilità di aggiornamento. E’ necessario correre da un lavoro all’altro per sbarcare il lunario. I costi sociali sono alti, molti giovani precari dopo sette7, 8 anni di lavoro precario sono già fuori dal mercato del lavoro, sono considerati vecchi a 32/34 anni. Non possono metter su famiglia, si possono permettere di fare al massimo1 figlio, questa è la ragione dell’invecchiamento della popolazione. Le economie più all’avanguardia sono quelle che impiegano più giovani, in cui c’è una politica della famiglia che sostiene le coppie giovani, la maternità , non in senso cattolico ma di sviluppo della vita. Gli stanziamenti in finanziaria per la famiglia, la maternità , gli asili sono irrisori. Le donne sono penalizzate, non trovando posto negli asili pubblici e costando troppo quelli privati, conviene loro starsene a casa o lavorare part-time. Questo è un grande arretramento rispetto alle conquiste di 30 anni fa.

{{La precarietà colpisce principalmente le donne. Come tutelarle?}}

Il fenomeno del precariato delle donne è molto alto. Non essendoci altre risorse a disposizione con l’istituto del part-time cercano di conciliare il lavoro di cura con un reddito esterno. Inoltre sappiamo che a parità di mansioni spesso le donne vengono inquadrate in livelli inferiori rispetto ai colleghi uomini e raramente raggiungono funzioni apicali. Nel privato sono discriminate anche rispetto alla funzione di riproduzione! Sono sempre più numerosi i casi in cui le aziende fanno firmare alle donne lettere di licenziamento preventivo nel caso rimangano incinte oppure chiedono loro di firmare dichiarazioni in cui attestano di non essere incinte, cose contrarie alla normativa sulla privacy. La tutela della maternità è poco sviluppata in questo paese anche se c’è la 1204 che tutela la maternità . Sono insufficienti le recenti misure del governo sugli ammortizzatori sociali per le lavoratrici a progetto. Non sono tutelate come le lavoratrici stabili. Le lavoratrici stabili e le precarie devono mobilitarsi insieme. Perché il precariato è uno strumento per indebolire anche il lavoro stabile.

{{Come si è arrivati in questi ultimi trent’anni a perdere i diritti più elementari?}}

Mi dispiace dirlo ma CGIL, CISL e UIL si sono accordati con i governi su misure che hanno demolito i diritti conquistati in precedenza dal movimento dei lavoratori. Nel 1998 D’Alema disse che bisognava dire addio al posto stabile perché dobbiamo essere tutti in grado di passare da un posto di lavoro all’altro! Magari, sarebbe bello cambiare, la novità… Ma in Italia se hai un lavoro e non te lo tieni ben stretto è molto difficile che domani ne trovi un altro.

{{Un diritto tolto ad uno è un diritto tolto a tutti. Come far passare questo semplice concetto? Alle manifestazioni e agli scioperi contro il precariato hanno sfilato migliaia di persone ma potevano essere milioni. Perché i lavoratori stabili non si battano insieme ai lavoratori precari per conservare diritti e chiederne per chi non ne ha?}}

Bisogna invertire la tendenza. E’ un lavoro che facciamo nelle nostre strutture con i lavoratori con cui veniamo in contatto. Bisogna evitare di cadere nel gioco che mette in contrapposizione i lavoratori, come per esempio la campagna di Ichino contro i fannulloni del pubblico impiego. In questo modo non vengono assunti i precari, si precarizzano anche i lavoratori stabili. Il precariato è¨ una forma di attacco all’organizzazione del lavoro, stanno abbattendo gradualmente le conquiste dei lavoratori, lo stesso tipo di contratto e la stessa retribuzione. A causa dello staff leasing i lavoratori delle fabbriche di oggi, pur lavorando alla stessa catena di montaggio e con le stesse mansioni, non hanno lo stesso tipo di contratto. Questo provoca divisione. In una stessa azienda quando alcuni lavoratori si battono per il contratto integrativo non vengono appoggiati dai colleghi che lavorano alla stessa produzione, non lottano insieme. E’ necessario lottare insieme affinché vengano mantenute le garanzie a chi ce l’ha, e vengano allargate a chi non ce l’ha.

{{Si parla della necessità di alzare l’età pensionistica. Che ne pensa?}}

Noi siamo contrari. Si dice che i giovani non trovano lavoro e poi si mantiene sempre di più i padri a lavoro. E’ un discorso contraddittorio. Si dice che bisogna far lavorare chi è già al lavoro e si vogliono abbassare i rendimenti delle pensioni. Oggi un lavoratore medio va in pensione con una copertura del 65% dello stipendio. Mio padre, che oggi ha 84 anni, è¨ andato in pensione a 60 anni con oltre l’80%. Io avrei l’età anagrafica per andare in pensione adesso, ma rientrando nello scalone andrò in pensione col 60% dello stipendio dopo 40 anni di lavoro. I rendimenti saranno molto più bassi, e potrebbe peggiorare. Non è vero che non ci sono i soldi per garantire pensioni dignitose a tutti. Non è vero che non ci sono soldi per garantire una casa decente, basterebbe un ridimensionamento delle spese militari.

{{Il Governo Prodi ha anticipato il passaggio del TFR ai Fondi Pensione previsto dalla riforma Maroni/Berlusconi per il 2008 al 2007…}}

I lavoratori del privato dovranno decidere entro il 30 giugno 2007 se tenersi il proprio TFR o devolverlo ai Fondi Pensione. Con il meccanismo antidemocratico del silenzio/assenso ciascun lavoratore dovrà scrivere alla propria azienda che non vuole aderire ai Fondi Pensione, se non lo farà il TFR maturato da giugno 2007 in poi passerà direttamente ai Fondi Pensione. Il TFR di coloro che rifiuteranno il passaggio ai fondi pensione rimarrà in azienda se questa ha meno di 50 dipendenti, confluirà invece in un Fondo gestito dall’INPS, costituito presso il Ministero del Tesoro per finanziare “opere pubbliche”, se l’azienda ha più di 50 dipendenti. I soldi che andranno nel fondo INPS saranno impiegati per spese militare, per la difesa, per le imprese in difficoltà, per la riorganizzazione aziendale, per l’aumento della competitività. Saremo noi lavoratori a pagare per le ristrutturazioni aziendali. Siamo assolutamente contrari.

{{L’avete definito lo scippo del TFR. Ci può spiegare meglio perché?}}

Il passaggio del TFR ai Fondi Pensioni viene pubblicizzato dicendo che l’INPS non può garantire la pensione ai precari perché entrano sempre meno contributi, e la vita media si è allungata. Si sostiene che bisogna fare fondi integrativi sennò non si riuscirà a pagare la pensione ai giovani. Si dice che saranno abbassati i parametri di rendimento delle pensioni perché solo così i giovani potranno avere un pensione adeguata. Questo non è assolutamente vero. I costi impropri che si abbattono sui patrimoni dell’INPS sono i costi dell’assistenza: Gli assegni famigliari e la cassa integrazione delle aziende non dovrebbero essere pagate coi contributi previdenziali dei lavoratori, dovrebbero essere a carico della fiscalità generale, dell’intera collettività . Se fosse accolta la nostra richiesta di separare l’assistenza dalla previdenza i bilanci dell’INPS tornerebbero in attivo. Bisognerebbe rilanciare la previdenza pubblica, non regalare il TFR dei lavoratori alla borsa e ai mercati azionari. I Fondi Pensione rientrano nella categoria “capitale di rischio”, nessuno può prevedere quanto renderà il proprio investimento e quindi quanto frutterà in termini di integrazione della propria pensione. L’interesse di Confindustria è invece evidente, sono le loro aziende quotate in borsa che avranno nuove liquidità grazie al TFR dei lavoratori, gestiranno direttamente i soldi dei lavoratori perché siederanno insieme a CGIL, CISL e UIL nei Consigli di Amministrazione dei Fondi Pensione. Padroni e sindacati hanno già costituito l’associazione “Assofondipensione”, il Presidente è di Confindustria e il Vice Presidente è della CGIL, alla faccia degli interessi contrapposti tra lavoratori e padroni!
L’elenco 1 di cui al comma 759, allegato legge Finanziaria 2007, descrive gli interventi che saranno finanziati coi soldi del TFR nei prossimi tre anni. Ne cito alcuni:
– Fondo Competitività 645 milioni di euro
– Fondo Finanza di Impresa 135 milioni di euro
– Fondo Salvataggio e Ristrutturaz. 30 milioni di euro
– Imprese in Difficoltà
– Imprese pubbliche 1230 milioni di euro
– Autotrasporto 290 milioni di euro
– Alta Velocità / Alta Capacità 2900 milioni di euro
– Contratto di servizio Ferrovie spa 400 milioni di euro
– Rifinanziamento Rete Tradizionale F.S. 2800 milioni di euro
– ANAS Nuovi Investimenti 3050 milioni di euro
– Fondo per le Spese di Funzionamento 710 milioni di euro
della Difesa
– Rifinanziamenti Spese di Investimento 10968 milioni di euro
– Altro 445 milioni di euro

Totale 24.248 milioni di euro

Ci mobiliteremo presto contro chi vuole sottrarre i soldi dei lavoratori per fare cassa e finanziare i padroni e la guerra!

{{Molti lavoratori e lavoratrici immigrati/e per diverse ragioni, pur versando i contributi, non avranno la pensione.}}

Le immigrate sono il parametro della precarietà, oltre alla precarietà del lavoro assommano una precarietà della vita, senza garanzie, senza diritti, senza possibilità di difesa. Spesso le violenze subite non sono denunciate perché per chi è clandestina significa finire in un CPT o avere un decreto di espulsione, e per chi è in regola vuol dire maggiori difficoltà a trovare un altro lavoro. La maggior parte di queste lavoratrici stanno in Italia solo per 5, 6, 8 anni per aiutare la famiglia o per mettere da parte i soldi sufficienti per l’acquisto di una casa e per far studiare i figli. Le/gli immigrate/i in regola versano contributi che non possono essere riscattati fino al 65esimo anno di età, questo significa che versano contributi a perdere. Due anni fa, quando ci fu la sanatoria, le entrate dell’INPS e dell’INAIL furono incrementate grazie ai contributi degli immigrati e delle immigrate. Loro però non avranno nessun ritorno o beneficio rispetto a quanto versano.

{{Per quanto riguarda l’assistenza familiare si parla di corsi di formazione e di stage. Che ne pensa?}}

Su questa cosa degli stage siamo assolutamente contrari. Abbiamo già fatto l’esperienza del pacchetto Treu coi giovani italiani. Gli stage sono stati semplicemente un regalo alle imprese e agli studi professionali privati, hanno potuto usufruire gratuitamente del lavoro dei giovani. Molti/e giovani sono passati da uno stage all’altro senza ricevere nessuna formazione. Siamo assolutamente contrari! Sono forme di sfruttamento, di regalo alle aziende che non ci convincono.