E’ veramente esistita la papessa Giovanna? In Via dei Querceti, a Roma, precisamente a trenta-quaranta metri dalla Chiesa di San Clemente, nel luogo, cioè, dove presumibilmente avvenne il parto della Papessa, c’è un’edicola che rappresenta una vergine seduta su una cattedra con il bambino in braccio. E’ lei? Ai suoi estimatori piace credere di sì.
Immaginiamo di essere intorno all’850. In quegli anni venne dall’Inghilterra a Roma un giovanotto assai sapiente che insegnò, per lungo tempo, le arti della grammatica, della retorica e della dialettica.
Tanto si fece notare per la sua cultura, la sua onestà e castità, che, alla morte di Leone V, fu eletto Papa con il voto di tutti i cardinali e fu chiamato Giovanni.
Tutto andava per il meglio, finché, un giorno mentre si dirigeva dal Gianicolo al Laterano per una solenne celebrazione, quando il corteo giunse tra il Colosseo e la Chiesa di San Clemente, il Papa, pressato dalla calca, fu preso dalle doglie e partorì sulla pubblica via.
Era la Papessa.
Che sgomento per il suo seguito e per la folla!
Il luogo dove avvenne il parto divenne “maledetto”. Le processioni pontificie che, dal Vaticano dovevano raggiungere San Giovanni e viceversa, non vi passarono più inaugurando un nuovo itinerario.
La figura della Papessa Giovanna per molti secoli ha destato curiosità. Su di lei si sono fatte mille congetture. Boccaccio così la presenta: “Giovanna Anglica, Papessa. Giovanni, per il nome, sembra sia stato uomo, ma fu, invece, di sesso femminile”.
Per alcuni era originaria di Magonza; per altri la sua identità non è nota; per altri ancora, prima dell’assunzione al pontificato, si chiamava Gilberto. Comunque sia, pare che, giovanissima e ancora vergine, fu amata da un giovane studente di cui contraccambiò talmente la passione che, messo da parte ogni timore, abbandonò la casa paterna e fuggì con lui. Per poter più agevolmente seguire l’amante, si scelse un nome maschile e si vestì da giovinetto.
Scapparono in Inghilterra, dove lui studiava, e Giovanna lo accompagnava alle lezioni ed era da tutti creduta un chierico.
Insomma, militò sia al servizio di Venere che a quello della cultura.
Poi, improvvisamente, il giovane morì e lei, consapevole del proprio ingegno e attratta dal fascino della sapienza, decise di mantenere l’abito maschile per poter più agevolmente proseguire gli studi. Né mai si unì ad un altro uomo. Tanto si fece notare per la sua bravura e condotta esemplare, che i cardinali la proposero per il soglio pontificio. Fu così che Giovanna si ritrovò Capo della Chiesa.
Ma si vede che sotto il manto papale, Venere palpitava ancora tanto che le frecce di Cupido diedero i loro frutti, in questo caso, proibiti! Chi armò l’arco?
Forse un cardinale…
… forse un chierichetto…
… forse lo Spirito Santo…
Dopo tale scandalo, per non incorrere in ulteriori errori, si stabilì che il Papa dovesse essere sottoposto, durante la cerimonia di elezione, ad una verifica che ne accertasse l’identità sessuale. Il controllo veniva effettuato su particolari sedie di porfido dotate di un foro nel sedile.
Ebbene, se è esistita veramente la Papessa Giovanna non lo sappiamo con certezza. Ma le sedie di porfido sì! Per un vero miracolo, attraverso diciotto secoli, ci sono pervenute intatte: una è conservata nei Musei Vaticani (nel cosiddetto Gabinetto delle maschere), l’altra al Louvre, dove arrivò alla fine del settecento, frutto della razzia napoleonica. Le usavano le mogli degli imperatori romani durante il parto.
Se la storia della Papessa è senza fondamento, come giustificare l’utilizzazione di quelle sedie da parte del Papa?
E qui la liturgia si intreccia con la leggenda. Sedendovisi, quasi sdraiandovisi, il Papa riconfermava il suo ruolo di padre e madre della Chiesa, invece per la tradizione popolare lo scopo era scongiurare il rischio che altre femmine, come già aveva fatto Giovanna, osassero dare la scalata al trono di Pietro.
Che fine fece la Papessa dopo il parto?
Tre le versioni: morì al momento del parto e con lei il suo figlioletto; scappò e di lei più nulla si seppe; fu impiccata.
In ogni caso, da allora, si consigliò vivamente ai preti di portare la barba!