Il recente rinnovo delle cariche ha portato alla presidenza dell’Associazione per la Leadership & l’Empowerment Femminile (Alef), Gabriella Anselmi, già presidente della Federazione Italiana Laureate e Diplomate Istituti Superiori (Fildis), associata nel 1922 – data di costituzione – all’International Federation of University Women e cofondatrice nel 1981 dell’University Women of Europe.

Abbiamo chiesto a Gabriella Anselmi di parlarci del vecchio e nuovo corso di un’Associazione finalizzata a temi di grande attualità e che la crisi attuale, non solo italiana, sulla quantità e qualità della rappresentanza femminile, rende urgenti.

L’Alef, sottolinea la Presidente, “è un’avventura iniziata da sei donne, a Roma, nel 2007, e che ha avuto fasi alterne. Nata in seno alle attività della Consulta femminile della Regione Lazio che aveva organizzato un corso di 40 ore annuali sulla leadership e l’empowerment femminile (2006), frequentato da una quindicina di donne tutte presidenti o delegate di associazioni/federazioni, il corso, con docenti Maria Cristina Lombardini e Giuseppe Pasero, è stato più che bello, eccellente.”

Gabriella Anselmi ricorda che dalla sua esperienza di docente formatrice e progettista, ha sempre tratto l’idea dell’importanza e priorità delle relazioni, perciò rispolverando le sue attività ha lanciato la proposta di redigere un progetto formativo con il gruppo di corsiste interessate a mantenere in vita quell’esperienza trasformandola in Associazione con correlato progetto, risultato vincitore: “Azioni per la Leadership & l’Empowerment Femminile” in risposta ad un bando del FSE.

“Ricordo con emozione il giorno in cui abbiamo consegnato gli Attestati alle nostre corsiste dopo un duro lavoro e una notevole produzione di materiali. L’Alef ha però poi subito un colpo gravissimo poiché il compenso stabilito per contratto è stato elargito solo al 10%, provocando un collasso economico ma anche per la nostra autostima, assertività, mancanza di riconoscimento dell’impegno profuso e dell’enorme lavoro svolto. Non abbiamo però sciolto l’Alef che ha continuato a essere in rete con Università, scuole e altro associazionismo collaborativo. Abbiamo al nostro attivo i nostri stessi curricola di persone antesignane nell’esaminare e proporre tematiche oggi molto gettonate e che hanno soprattutto messo in pratica per prime il mentoring e l’Osservatorio di genere. Abbiamo presentato il nostro progetto in un importante Convegno UWE tenutosi a Manchester (agosto 2008). Esso è stato accolto con grande interesse e attenzione, in particolare per l’attività di mentoring oltre che per le tematiche della leadership e l’empowerment ed è giunto il momento di rimetterci in moto, includendo anche vecchie e nuove amiche care e professioniste eccellenti. Incrementare il numero delle socie è importante per lo scambio di saperi e di idee; per gli sbocchi ed il rafforzamento complessivo dell’Associazione, per ragioni economiche; per realizzare iniziative culturali e progetti validi, innovativi. Una buona organizzazione, fiducia reciproca e chiara distribuzione dei compiti sono elementi indispensabili al proseguimento del percorso dell’Alef che ha una sua specificità nello scenario dell’associazionismo femminile e femminista non solo italiano.”