Artemisia Gentileschi, Santa Caterina

Siamo presenti sulla scena accademica e culturale dal 2009, ha iniziato con una NEWSLETTER quindicinale una nuova forma di dialogo con le iscritte e gli iscritti e quanti sono interessati a queste tematiche; saremo presenti nel dibattito contemporaneo, che richiede sempre una presenza vigile, a 360 gradi, e chiediamo altresì una interlocuzione con voi.   Scrivete, proponete incontri, segnalate notizie e fatti che “diano da pensare”.

Il Comitato scientifico di GIO

Artemisia alla National Gallery

Brexit o no, a Londra c’è chi fomenta l’interesse per le artiste donne, passate e presenti, con operazioni di grande rilievo. È il caso della National Gallery, che ha acquistato da due galleristi italiani, Fabrizio Moretti e Marco Voena, un capolavoro dipinto verso il 1615-18 da Artemisia Gentileschi, per la cifra di 4,8 milioni di dollari. Il dipinto raffigura Santa Caterina d’Alessandria ed è un olio su tela di settanta centimetri di lato. La curatrice della National Gallery, Letizia Treves, ha semplicemente commentato l’acquisto dicendo che Artemisia era stata a lungo identificata come artista le cui opere mancavano nella loro collezione. Bontà sua, ha detto, che nella operazione ha giocato anche il fatto che la celebre artista fosse di sesso femminile. Le opere di donne alla National Gallery sono ora 21 su un totale di 2300 opere. Sarebbe bello poter informare la nostra bravissima Artemisia di questo straordinario successo, certamente edulcorerebbe il brutto ricordo della violenza da lei subita da parte di Agostino Tassi, aiutante del padre Orazio. Un fatto che originò un processo che quattro secoli fa fece lo stesso scalpore degli eventi attuali relativi ad Harvey Weinstein.

************************************

La Chicha che ha lottato per le nonne Argentine

Maria Isabel “Chicha” Chorobik de Mariani a vederla, prima che venisse a mancare qualche settimana fa all’età di 94 anni, sembrava una delle tante nonne che sorseggiano il maté nei caffè della zona nord di Buenos Aires: il suo preferito si chiamava “Las Violetas”. Le stesse donne che negli Anni Settanta si radunavano nella Plaza de Mayo, davanti al palazzo presidenziale, chiedendo che fosse loro detto che fine avevano fatto tutti i “desaparecidos”, i loro nipoti scomparsi durante il regime militare. Un suo nipote era sparito il 24 Novembre del 1976, durante un raid. Suo figlio Daniel era un oppositore del regime. In quella orribile giornata suo figlio si salvò dalle esplosioni, ma i militari lo uccisero qualche tempo dopo, incuranti del fatto che fosse un brillante studente di economia. La “Chicha” sopravvisse al dolore perché sapeva che un’altra sua nipote, Clara Anahi, era stata risparmiata e, come tanti bambini spariti, era stata consegnata ad una coppia argentina non oppositrice del regime. La sua ricerca le fece incontrare un’altra nonna, “abuela” in spagnolo, Alicia, anch’essa a caccia di nipoti. Così Maria Isabel ebbe l’idea di formare l’Associazione delle “Abuelas de Plaza de Mayo”, che si assunse il gravoso compito di cercare circa 500 bambini spariti. Li cercò, in effetti, in un modo brillante, facendo il test del DNA a tutti i nonni con nipoti scomparsi e i bambini che erano sospettati di essere stati adottati; naturalmente trovò ogni genere di opposizione, ma non si perse d’animo. Finché un giorno riconobbe sua nipote in Marcela, figlia adottiva di Ernestina Herrera de Noble, erede dell’impero dei media Clarin. La fortuna aiuta le audaci.

************************************

La donna che promuove le Start-up nei Paesi in via di sviluppo

Si chiama Alisée de Tonnac la trentenne francese co-fondatrice di Seedstars, società che punta sull’impact investing nei paesi in via di sviluppo. Laurea magistrale alla Bocconi, bachelor in Management a Losanna, master in International Management alla Bocconi, poi assunta dall’Oreal nel marketing e come product manager da Giorgio Armani Beauty. Nel 2013 la svolta: decide di impegnarsi negli investimenti che presentano un impatto sociale e ambientale a fianco di un rendimento finanziario. Nasce così` “Seedstars”, una start-up che crea ed investe in altre start-up che hanno l’obiettivo di far crescere tecnologia e imprenditorialità in aree emergenti. Oggi il network da lei co-fondato è diffuso in 85 paesi. Per ottenere maggiori risultati, Alisée ha trascorso un anno in Nigeria, il che non le ha impedito di diventare mamma di Massimiliano. Intende ora fare la stessa esperienza di Colombia e Indonesia, tanto dice che per lei la casa non è una nazione o una città, ma la famiglia. Auguri Alisée!

************************************

Disegno di legge Pillon”: una trappola per le donne e un pericolo per i bambini

Si è parlato molto sui giornali del Disegno di legge n. 735, noto come “Decreto Pillon”, dal nome del suo primo firmatario, fervente antiabortista e organizzatore del Family Day. Il disegno reca disposizioni in materia di “affido condiviso, mantenimento diretto e diritto alla bigenitorialità”. La visione sottesa a tali iniziative legislative non è nuova, ma esprime una tendenza delle politiche del diritto a ristabilire il controllo pubblico sui rapporti familiari attraverso interventi autoritativi e disciplinari, con particolare mira a limitare l’autonomia personale dei/delle singoli/e al loro interno e a ridefinire il regime di genere nella società. Sotto la falsa patina della parità, declinata come interscambiabilità, le figure genitoriali sono, infatti, presentate con una “vertiginosa spinta all’indietro” e con una superata segregazione di genere; di nuovo le donne sono respinte in una posizione di subordinazione al potere maschile. Proponiamo un articolo di una socia di GIO, Maria Concetta Tringali, avvocata attenta alle tematiche femministe.

Ddl Pillon: una trappola per le donne e un pericolo i bambini

Altri articoli: https://femministerie.wordpress.com/2018/09/17/genitorialita-potere-e-violenza-le-menzogne-e-i-pericoli-di-un-ddl-contro-le-donne-e-i-figli/

http://www.lastampa.it/2018/09/12/italia/bimbi-vittime-di-una-proposta-che-uccide-la-genitorialit-qr61tg68Ht0UtZHafl8OqK/premium.html

************************************

Nobel discriminatorio e sessista

«Il Nobel è sessista, sono pochissime le donne premiate rispetto agli uomini» Così inizia l’articolo, ma poche ore dopo le agenzie battono che il Premio per la fisica è andato anche a una donna (Donna Strickland), che lo divide con altri due uomini, non tutto per sé. È dal 1963 che non si verificava una vittoria femminile in ambito scientifico, quindi il giudizio sulla discriminazione sessista del Premio è confermata. Pochi giorni dopo anche il Premio per la chimica è diviso tra una donna, Frances Arnold (definita scienziata hippy!!!) e due uomini. Purtroppo sono anche confermati i pregiudizi sulle donne scienziate, che ciclicamente si ripetono: le donne in laboratorio distraggono, fino a dichiarare che sono inferiori agli uomini per motivi biologici (affermazione del Rettore di Harvard qualche anno fa). Spiace che recentemente anche un ricercatore italiano (volutamente non citiamo il nome), durante un convegno al CERN su “Fisica e parità di genere”, abbia sostenuto che energie, forze e particelle sono cose da uomini. Dimenticando, forse, che il CERN è diretto da una grande scienziata italiana, Fabiola Gianotti. In questi casi: no comment. Ultima recente notizia nell’anno di @metoo: il Premio Nobel per la pace è stato assegnato al ginecoloco congolose Denis Mukwege, che ha creato un centro di eccellenza per curare le donne vittime di stupri, e alla yazida Nadia Murad, icona del genocidio della sua gente: entrambi combattono contro l’uso della violenza sessuale come arma di guerra.

************************************

La conosci Giulia?

Un lavoro a più mani: ideato dall’associazione GIULIA-giornaliste Sardegna con vari altri sponsor e con la supervisione di Giulia nazionale, arriva al Teatro Massimo di Cagliari in prima nazionale il 6 ottobre alle 21 lo spettacolo “La conosci Giulia?”, un collages di testimonianze scritte dalle stesse giornaliste di Giulia, associazione benemerita di giornaliste indipendenti, unite, libere e autonome, assemblate e integrate dalle Lucido Sottile con la loro squadra di artisti e artiste per un’ora e mezzo di spettacolo vibrante e ritmato. La pièce sceglie una redazione come luogo in cui convergono personaggi e storie emblematiche di modelli culturali che sminuiscono o distorcono il ruolo delle donne nella società. Lo scopo primo è quello di combattere gli stereotipi sessisti nella lingua scritta e parlata, le mille discriminazioni, la violenza “mirata” dei femminicidi, la fatica delle donne a conquistare ruoli apicali nella società, nel mondo del lavoro, nella politica e nelle istituzioni. Testimonial d’eccezione, la Rettrice dell’Università di Cagliari. L’intento secondo (ma non secondario) è sensibilizzare le nuove generazioni sulle tematiche di genere e il rispetto delle differenze.

************************************

“Il femminismo è la mia festa”

«La formazione dell’Archivio Carla Lonzi è salutata come un evento atteso e indispensabile per tentare di rendere meno impervia, occasionale o frammentata la ricerca intorno a una figura che, per la sua importanza e la sua coraggiosa eccentricità, suscita perennemente grande ammirazione e fascino, anche tra parecchie giovani donne che scoprono in lei la radicalità e la stretta unione tra vita e pensiero che i femminismi mainstream contemporanei non sanno più praticare». Così Annarosa Buttarelli, curatrice e responsabile dell’Archivio: da gennaio si stanno catalogando scritti, lettere della studiosa, appunti, riflessioni, libri, trascrizioni di riunioni di autocoscienza con le compagne, fotografie, diari e molto altro. L’Archivio Carla Lonzi è situato presso la Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea di Roma dal gennaio 2018 per volontà della direttrice Cristiana Collu e del figlio di Carla Lonzi, Battista Lena. Fondo in progressivo ampliamento che è stato presentato-celebrato (28-30 settembre) alla Galleria Nazionale durante il festival «Il femminismo è la mia festa», da una frase di Carla Lonzi che, aggiunge Buttarelli, conferma la vitalità inesaurita del suo pensiero e della sua presenza, ancora molto preziosa quando si cercano parole esatte e non consumate per dire la differenza della vita delle donne, in ogni tempo della storia.

************************************

Donne e lavoro

Un rapporto Oxfam dedicato al lavoro delle donne ha preso in considerazione la situazione nei 28 paesi Ue nel 2017: emerge che le donne europee sono costrette a lavorare 59 giorni in più rispetto agli uomini per avere lo stesso stipendio ed in Italia una donna su quattro è sottoccupata. Si conferma, pertanto, che ancora oggi le donne sono pagate meno degli uomini, sono più esposte a lavori precari ed occupate in ruoli che non tengono conto delle loro reali qualifiche di studio o capacità professionali, in aggiunta al lavoro domestico, in gran parte sulle loro spalle. Oxfam pone l’Italia tra i Paesi con peggiore performance in Europa per questo indicatore, ancora più allarmante se si considera che meno della metà della popolazione femminile italiana è occupata.

************************************

Donna sindaco in Senegal

In Senegal, paese musulmano (90% della popolazione), una donna, Soham El Wardini, è stata eletta Sindaco di Dakar, la capitale. È la prima volta che questa carica è ricoperta da una donna in una città con circa due milioni di abitanti comprese le aree periferiche. Pochi giornali ne hanno parlato da noi, probabilmente perché si pensa ad una parte del mondo, l’Africa, del tutto bloccata sull’emancipazione femminile. Ma se questo è vero, riconosciamo alla 65enne Sohama El Wardini le sue capacità per essere riuscita ad arrivare al suo incarico in luoghi dove non vengono rispettati i diritti e la libertà delle donne. Auguri amica Sohama! (riceviamo da Anna Contessini)

************************************

Il Bibliocaffè sui generis: un’iniziativa del Cug del Ministero dello sviluppo economico

Il Comitato unico di garanzia per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni del Ministero dello sviluppo economico (legge n. 183 del 2010) promuove la cultura delle pari opportunità ed il rispetto della dignità della persona nel contesto lavorativo, ha appena inaugurato, su idea e proposta di Liliana Mancino del Polo Bibliotecario e di Graziella Rivitti, Consigliera CUG, l’iniziativa culturale Bibliocaffè sui generis. Ottenuta l’approvazione presso la Direzione competente, sono stati avviati gli incontri, pensati ed organizzati tramite interviste effettuate da colleghi e colleghe ad autrici e autori di testi che scrivono su temi di prevalente interesse per l’attività istituzionale del Comitato. La disponibilità offerta da scrittrici e scrittori detta l’agenda delle riunioni che, iniziate lo scorso 25 settembre, proseguono e sono tenute in orario pomeridiano, dalle 15,30 alle 17,30 presso una delle sedi del Ministero, a rotazione, offrendo ogni volta occasioni di riflessioni, discussioni e scambio di opinioni tra i partecipanti. L’apertura di una Sezione di Genere all’interno della Biblioteca del Ministero, pensata nel 2010 come sostegno della cultura e dei saperi femminili, in un percorso di continuità per l’affermazione dei diritti umani e del valore della differenza di genere, ha favorito, altresì, l’idea degli incontri per la sezione di genere. I testi a disposizione, incrementati dalle donazioni anche delle scrittici e degli scrittori partecipanti, sono offerti per la consultazione di dipendenti/e, a studenti e studentesse, ma anche ad esterni che vogliono approfondire studi e ricerche in tema di parità. (ricevuto da Graziella Rivitti)

************************************

Presso l’Università di Tor Vergata si ampliano i servizi offerti dallo Sportello S.O.S CUG

L’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” applica al proprio interno l’Accordo quadro sulle molestie e la violenza nei luoghi di lavoro del 25 gennaio 2016 che ha recepito l’Accordo stipulato fra le parti sociali europee il 26 aprile 2007. In linea con tale Accordo e i suoi principi di inviolabilità della dignità delle lavoratrici e lavoratori, della messa al bando di ogni atto che si configuri come molestia o violenza nei luoghi di lavoro, della necessità di diffondere conoscenza e consapevolezza, e di individuare procedure di gestione più adeguate per i casi di violenza/molestie, sono stati ampliati i servizi offerti dallo Sportello di Ascolto S.O.S CUG grazie ad un canale di collaborazione tra il Comitato Unico di Garanzia (CUG) dell’Università “Tor Vergata”, la U.O.S.D. Medicina del Lavoro (prof. Andrea Magrini) e la U.O.S.D. Counseling psichiatrico e psicologico di supporto al benessere organizzativo e alle attività cliniche (prof. Enzo Fortuna). Obiettivi dell’ampliamento quelli della garanzia e valorizzazione del benessere di dipendenti e studenti/esse, la prevenzione e contrasto delle discriminazioni e molestie morali e sessuali e il supporto medico e psicologico alle vittime. Per accedervi scrivere a cug@uniroma2.it.

************************************

La lettura di genere dell’Anvur

Il Rapporto dell’Anvur appena pubblicato presenta nell’ultima parte del volume un capitolo dedicato alle analisi di genere nell’università. (ricevuto da Graziella Rivitti)

************************************

Per iscriversi all’Osservatorio Interuniversitario di genere visita il nostro sito http://www.giobs.it/contatti.html