Venerdì 29 marzo alle ore 16,30 sarà presentato il volume La nemesi di Medea di Silvana Campese, presso la sede dell’Istituto di Studi Filosofici, via Monte di Dio, 14, Napoli. Interverranno con l’autrice Rita Federico e Stefania Tarantino. Sarà eseguita una lettura teatrale da Anna e Clara Bocchino con  Angela Caterina. Coordina l’incontro Rosa Sannino

La nemesi di Medea è l’ultimo scritto di Silvana Campese, nasce dal desiderio di dare una veste editoriale alla storia di mezzo secolo del gruppo storico femminista napoletano, le Nemesiache. Questo lavoro parte dal 1968 per arrivare al 2018, utilizzando una narrazione in prima persona ed è un percorso sia emozionale che documentaristico.

Per Silvana è stato un grande impegno riuscire a realizzare il suo progetto di scrittura voluto per trasformare il dolore per la drammatica perdita di Teresa Mangiacapra/Niobe in un recupero di memoria delle tante attività fatte come Nemesiache. Così si articola una lunga narrazione sull’intera produzione del gruppo in relazione con le tante soggettività che lo hanno formato, a partire da  Nemesi, Niobe, attraverso l’originalità di Medea.

Il nome Medea per Silvana fu scelto da Lina Mangiacapre/Nemesi, dalla quale deriva l’origine e l’originalità del gruppo stesso. Di certo la scelta del nome fu influenzata dalla riscrittura di questo mito da parte di alcune scrittrici, soprattutto Christa Wolf, oltre al desiderio di Lina di riscrivere il Mito rimettendolo al mondo. Nel titolo la nemesi di Medea è racchiuso il senso del libro, una donna che si trasforma attraverso l’incontro con l’altra, Medea incontra Nemesi: nel gruppo le Nemesiache trovano la forza,  nella genesi del collettivo si crea la storia di cinquanta anni di femminismo, non solo napoletano, ma di tutte e tutti.

Le Nemesiache si muovevano in gruppo con la genialità di ognuna, irrompevano nella scena pubblica e riuscivano con la loro entrata in scena a mutarla, trasformarla di fatto, erano la nemesi; accadeva unentrata in scena del significato mancante, del desiderio femminile, della libertà. Un grazie, ancora oggi, per la grazia dei loro corpi. Si deve, anche, ringraziare Silvana per aver rimesso insieme una storia così intensa, fatta d’arte, politica, filosofia, musica, teatro, cinema.

Silvana Campese scrive da tanto tempo e tante sono ormai le sue pubblicazioni, il romanzo “Prisa”, la raccolta di racconti Strada facendo, l’epistolario Contrappunto per soli timpani ed oboe e il romanzo fantapolitico Il ritorno di Cisarò. Inoltre, ha scritto molto sulla rivista delle Nemesiache «Mani-Festa» e pubblica poesie e racconti con «l’Inedito» da quando è entrata a far parte dell’Associazione culturale L’Inedito Letterario. L’ultimo scritto di Silvana è edito, appunto, da “L’Inedito” di Fabio Martini.