Comunicato del Collettivo Sommosse Pg di presentazione lavoro di Co-ricerca Safety or security? realizzato nell’ambito del Progetto regionale Mai Più violenze e di proposta di discussione sui temi della critica femminista e della produzione del Commofare.
Il collettivo Sommosse Pg, a partire da questa documentazione animerà, insieme ad altri gruppi e singolarità, un workshop durante l’inziativa di incontro-discussione politiGli stati generali della precarietàca che si terrà l’8 e il 9 a Milano dal titolo: [ Stati generali della precarietà->http://www.globalproject.info/it/in_movimento/Ottobre-Stati-Generali-della-Precarieta/5857]
Siamo il Collettivo femminista di Perugia Sommosse, composto da precarie e studentesse. Un anno fa abbiamo costruito un lavoro comune e condiviso nella città e nella regione con tante altre donne che ci ha portato a lavorare e ad intravedere una modalità di fare comune che può dispiegare un’enorme potenza.

Dopo la grande manifestazione di Roma contro la violenza di genere/ o del genere (2008) e dopo due femminicidi (Cicioni e Menedith) che per motivi diversi sono stati particolarmente significativi nel nostro territorio ci siamo ritrovate a riflettere su come incidere nella nostra regione su questo tema. L’Umbria è una regione con un altissimo tasso di femminicidi e una delle poche sul territorio nazionale che non ha un Centro Antiviolenza per donne.

Assumendo come{{ misura del valore della ricchezza sociale la presenza nel nostro territorio di una struttura del genere}}, in grado di garantire da una parte assistenza alle donne, ma d’all’altra di costituire un presidio politico-culturale contro il sessismo abbiamo iniziato una battaglia che per molti versi è solo cominciata. Incontri, assemblee e reti di donne hanno attivamente lavorato alla produzione di una attività che, almeno per un anno molto intenso, ha costruito nella regione e nella città un nuovo modo di interrogarsi su questi temi. Forti del nostro numero e della nostra determinazione, della ricchezza e della complessità delle reti in scena, in cui sapere e competenze si mettevano in gioco dentro una dimensione comune e collettiva. abbiamo promosso e in parte progettato e realizzato il {{progetto Mai Più}}. Mille azioni per impedire ulteriori violenze, progetto finanziato dal Ministero delle Pari Opportunità e coofinanziato dalla Regione Umbria, al quale hanno aderito oltre circa 30 associazioni in gran parte di donne.

Il progetto, molto articolato, si muoveva su diversi piani di intervento. Quello che mostriamo oggi è una piccola parte del lavoro sulla città di Perugia, che è confluito in questa video-ricerca, che è stata pensata ed almeno in parte realizzata come una vera e propria co-ricerca. Safety or security è una video –ricerca che si interroga su come decostruire il concetto ideologico di sicurezza urbana attraverso la critica femminista e riportare al centro il tema del biopotere nella produzione dello spazio urbano e nei corpi, così come della necessità di costruire nuove prassi e nuove relazioni.

La nostra presentazione vuole dunque confrontarsi con voi su tre piani:

{{Che genere di violenza produce che tipo di corpi produttivi}}
_ Il primo piano riguarda un tentativo di analisi su che tipo di corpi produttivi il capitalismo cognitivo oggi ha bisogno (e quindi norma) e che come la costruzione del genere e della violenza che è legata allo stesso genere possano darsi come elemento che plasmano una nuova divisione sessuale del lavoro (anche internazionale) compatibile con il modello di subalternità, precarietà funzionale agli assetti del biopotere.

{{Produrre commonfare divenire rete}}
_ Il secondo piano riguarda l’attivazione e costruzione di percorsi che tendono – attraverso sia le modalità della critica/conflitto e parimenti della prassi cooperativa – a produrre {{un nuovo welfare (commonfare) }}come riappropriazione della ricchezza sociale.

{{Dentro/fuori il reddito. Il reddito di cittadinanza e il divenire ricchezza sociale delle lotte contro il genere}}
_ E ovvio che per quanto riguarda le donne, un nuovo commonfare si misura necessariamente con l’istanza imprenscindibile e immediata di un reddito di esistenza. Anche a partire dalla riflessioni sulle violenze e i femminicidi, va abbastanza da sé che se i soggetti non sono ricattabili dal punto di vista economico hanno la possibilità di costruire rapporti sociali e di sesso differenti. Il reddito è condizione indispensabile per uscire dalle secche della violenza (gli stessi Centri Antiviolenza parlano di donne che tornano a casa perché non hanno altra scelta), ma da sola non sufficiente. Ecco perché sono le modalità con cui noi costruiamo conflitto e pratiche rivendicative dentro, fuori, intorno al reddito, ma anche rispetto alla costruzione di un commonfare – che si produce attraverso nuove prassi, riflessioni, azioni, attivazioni di reti produttive che rompono la narrazione/costruzione binaria e dicotomica del maschile e femminile, sopra e sotto, egemone e subalterno- che sono fondamentali nel processo di cambiamento sociale. Solo l’entrata in scena delle nuove soggettività che si pongono fuori dalla norma dell’ordine sociale e sessuato sono in grado di imporre il valore incommensurabile della ricchezza sociale: ovvero il valore della vita.