L’evoluzione del ruolo della donna nei confronti dell’arte si misura anche nell’intensissima ed estremamente variata proposta bibliografica degli ultimi anni. L’inizio di questo processo si colloca giusto venticinque anni fa, con la mostra L’altra metà dell’avanguardia curata da Lea Vergine a Milano nel 1980.
{L’arte della vita richiede la libertà di cercare la verità e la bellezza. L’anima vuole comunicare, vuole conoscere – soprattutto se stessa}. (Virginia Woolf)

Pensavo all’ opportunità di poter realizzare una collettiva di artiste femminili mentre mia figlia Chiara suonava il pianoforte durante le vacanze natalizie nella nostra casa in montagna e proprio lei in un momento di pausa dai suoi studi musicali mi ha suggerito il titolo integrale di questo mio breve dialogo con voi.Non sono una critica d’arte ma da anni mi sono occupata e tuttora mi occupo della didattica della differenza di genere.
_ Un titolo questo “{La Magia dell’arte nel pensiero delle Donne come immagine di libertà}” di sicuro impegnativo, parole come magia, arte, pensiero immagine, libertà che si rincorrono una dopo l’altra affollando le stanze delle nostre menti, cercando di trovare un ordine non rigorosamente logico ma un ordine che possa liberare le emozioni,quelle emozioni racchiuse nelle anime ma in particolar modo quelle emozioni che ritagliano spazi in una ragione di essere e di volere che possa dare loro dignità e valore storico.

La storia dell’arte è stata per molti secoli una disciplina completamente maschilista, sia per quello che riguarda la “produzione” che per ciò che concerne il collezionismo, lo studio e la tutela. Il dibattito sulla condizione sociale delle donne, che si sono dedicate alla pratica delle arti, ha generato un crescendo di interventi lungo un arco ampissimo che va dalla denuncia ideologica passando attraverso i più diversi prodotti editoriali e saggistici.

La pubblicazione nel 2004 di un {{denso volume di Martina Corgnati}} ({Artiste. Dall’impressionismo al nuovo millennio}, Mondadori Bruno, 34€) aggiunge un nuovo, importante contributo alla storia delle donne nel mondo dell’arte.
_ Possiamo dire che almeno fino alle soglie del XX secolo le presenze femminili fra gli artisti erano del tutto episodiche ancorché talvolta molto affascinanti mentre del tutto assenti risultano gli scritti femminili nell’ambito delle ricerche storico-artistiche e della trattatistica.
_ Da qualche decennio a questa parte il rapporto si è radicalmente modificato: con molto sollievo, si può affermare che la distinzione uomini/donne è caduta, e la sua attuale irrilevanza è il miglior risultato di un cammino lungo e lentissimo per secoli, divenuto invece rapido, deciso e sicuro negli ultimi decenni.
_ In Italia, come in tutto l’Occidente, non provoca alcuno stupore o curiosità particolare l’attività creativa delle donne, e nel campo della critica d’arte e delle direzioni museali, di sovrintendenza e anche ministeri la presenza femminile sta diventando anzi maggioritaria. Si trattò, allora, di una vera e propria rivelazione: per la prima volta appariva chiaro, attraverso capolavori decisivi, il ruolo delle artiste nello sviluppo dei movimenti dei primi decenni del secolo, con particolare evidenza nella Germania espressionista e nella Russia cubo-futurista e raggista.
_ Vale la pena ricordare che {{durante gli anni ’70 particolarmente nutrita è la schiera di artiste}} (ricordiamo Marina Abramovic, Carole Schneemann, Gina Pane, Rebeccca Horn, Laurie Anderson, Hannah Wilke, e Ana Mendieta) che aderiscono alla body art.

Gli anni ’80, caratterizzati anche dagli esiti delle campagne femministe, si chiudono simbolicamente con un’altra pietra miliare, il volume di scritti di Linda Nochlin.
_ In altri termini, la Nochlin comprendeva che l’epoca del femminismo storico si era chiusa e proponeva perentoriamente di superare ogni pregiudizio “sessuale” riguardo all’arte. In Italia, nello stesso periodo, l’interesse per l’arte “al femminile” viene riacceso grazie a {{Sofonisba Anguissola}}, la virtuosa ritrattista cremonese del secondo Cinquecento

Nel corso degli anni ’90, mentre appaiono sempre più lontane le battaglie e le conquiste del femminismo della generazione precedente, può essere interessante osservare un crescente numero di {{donne critiche d’arte che si occupano di donne artiste}}: citiamo Vera Fortunati e Gioia Mori, autrice della monografia sulla fascinosa Tamara de Lempicka ,Martina Corgnati, con uno studio su Meret Oppenheim ,Orietta Pinessi, che ritorna su Sofonisba Anguissola.

Mentre l’arte contemporanea, spente le fiammate del femminismo, raggiunge serenamente la{{ parità anche nelle quotazioni di mercato}}, grazie alle ricerche delle studiose si viene così formando un nucleo veramente selezionato di grandi artiste del passato.
_ Il fatto che sia in costante crescita il numero di donne fra le fila degli storici e dei critici d’arte, nei ruoli dirigenziali dei musei e delle sovrintendenze, non può certo stupire se si osserva l’evidentissima preponderanza delle studentesse universitarie rispetto al numero degli studenti.

Cosa affermare dunque per terminare questa rapida passeggiata nel mondo dell’arte femminile sicuramente siamo certi che oggi subentra la forte necessità di ragionare sull’accezione del concetto di differenza, sulle diversità, tentando di costruire e ricostruire percorsi atti a realizzare pratiche vere ed esperienze di confronto tra sessi.
_ Nella società in cui il riprodursi di differenze, disuguaglianze determina inevitabili conflitti, emerge sempre più forte la necessità di definire la questione delle “ diversità” come bisogno effettivo di “opportunità equivalenti”.
_ Queste ultime all’interno delle società della diversità, multi culturale o plurale, in contesti sociali fortemente differenziati e segmentati rappresentano pratiche importantissime per il realizzarsi delle pari opportunità in termini di rispetto per le diversità tutte, da quelle di sesso, a quelle di etnie, età, scelte etc.

A questo proposito è facile pensare ad un sistema di istituzioni politiche e sociali intelligenti, che facciano proprie delle forti strategie di cambiamento per combattere i pregiudizi e gli stereotipi, che circondano la nostra società.
_ Quindi lo sviluppare il concetto delle pari opportunità sarà inteso come contributo al cambiamento dei comportamenti e delle mentalità.

Occorre rinforzare e garantire una relazione dialettica tra i concetti di differenza tra generazioni e sessi per garantire a tutti le “opportunità equivalenti”.