Il Natale si avvicina e il mistero sulla scomparsa della ragazzina bergamasca continua. Il giovane marocchino ingiustamente sospettato forse è già partito per le sue vacanze in patria interrotte forzatamente dai magistrati italiani. Intanto un gruppo d’immigrati nordafricani di Padova, Venezia e Brescia ha consegnato l’8 dicembre, festa cattolica dell’Immacolata Concezione, una lettera ai genitori di Yara Gambirasio.
_ Si legge, tra l’altro: ”In un giorno in cui gli italiani e i cristiani festeggiano una Grande Madre noi sentiamo come se Yara fosse anche nostra figlia.”.

Il gruppo era partito dalle rispettive residenze in rappresentanza degli immigrati veneti e lombardi. I volenterosi immigrati cercano probabilmente una implicita saldatura, in nome dell’integrazione, sul terreno della religione e delle tradizioni: l’archetipo della Grande Madre può veramente costituire un anello di congiunzione!

L’Italia Cattolica è tale anche per quelle comuni trame storiche intessute dal Nord al Sud sulla costituzione di consuetudini continuamente richiamate dai politici e dei leader – che siano di destra e di centro-sinistra- con la parola chiave famiglia; che sta per divisione dei ruoli sessuali ribadita e confermata dai programmi economici e sociali.

Slavoj Zizek, eminente studioso sloveno, ha scritto che le consuetudini di una società sono le meta-regole concernenti le modalità di applicazione delle sue norme esplicite.
_ Conoscendo le consuetudini si sa quando siamo di fatto obbligati a fare qualcosa, ma dobbiamo fingere che lo facciamo in assoluta libertà.
“Le consuetudini sono dunque la materia di cui si compongono le nostre identità.

In esse interpretiamo e quindi definiamo ciò che realmente siamo in quanto esseri sociali, spesso in contrasto con la nostra percezione di quello che siamo. Nella loro perfetta trasparenza, sono il veicolo della violenza sociale.” (I ‘cuore di tenebra’ delle consuetudini, in “{Il segreto sessuale della Chiesa}”, ed.Mimesis, 2010)

Le consuetudini abitano, secondo il lacaniano Zizek, l’inconscio istituzionale. Uno Junghiano lo chiamerebbe certamente l’inconscio collettivo, aggiungendo che gli inconsci si possono infettare reciprocamente. Appunto.

Il riferimento alla Madonna, figura sacra anche all’Islam, è un implicito invito a confermare il ruolo tradizionale delle donne innanzitutto come madri.
_ Ma anche un invito a continuare nella farsa collettiva e consacrata della “libera scelta” di : 1. lasciare il lavoro per fare la mamma, 2. andare in pensione anticipata per accudire agli anziani genitori, 3. scegliere un lavoro a part time per seguire i figli ,4. scegliere un lavoro “femminile” quando” avrei voluto fare l’ingegnera ma voglio sposarmi e dedicarmi meglio ai figli (e al marito),ecc..

Sul versante islamico : 1. Il velo è una libera scelta delle donne, 2. Il velo integrale (nikab) pure:” La donna credente sotto il velo integrale è fisicamente e psicologicamente libera e serena perché ha scelto di esprimersi in tal modo autonomamente e così si sente forte, sicura, felice, sottomessa a Dio e non agli uomini, in pieno possesso delle sue facoltà mentali e fisiche in sha Allāh e può, nel caso lo desideri, anche nonostante questo abbigliamento rivestire ruoli socialmente importanti.
Fa un gioco molto sporco chi parla di fantomatiche donne che indossando il niqab sarebbero violate nei loro diritti, quali diritti?
_ Se donne in piena consapevolezza e libertà desiderano, scelgono e decidono di indossare il niqab è perché credono in Dio e vogliono sottomettersi solo a Lui, amano il velo e questo le fa sentire libere e appagate in una loro esigenza fondamentale senza subire costrizione alcuna. Perchè dunque privarle di tale diritto?” (“una lettera pro-nikab della sorella Iqra Viviana D’Alò Bulic , in islam-online).

Le consuetudini sono essenziali per l’appartenenza di gruppo: nello stesso tempo forniscono identità all’individuo e identità all’istituzione, alla comunità, alla tribù. Zizek insiste sul valore delle consuetudini per ogni ordinamento legale .
_ Una complessa rete di regole informali ci suggerisce come dobbiamo applicarle e fino a che punto prenderle alla lettera; anche quando siamo autorizzati a ignorarle.

E’ questo un substrato societario che connette le varie organizzazioni, come dimostra ciò che è accaduto (non evento unico) a Reggero (Firenze) dove l’istituzione scolastica ha permesso a un’alunna marocchina di indossare delle cuffie durante l’ora di musica per non seguire la lezione.

Si tratta di una visione dell’Islam che abbiamo conosciuto con i talebani che avevano proibito anche gli aquiloni e imposto la barba agli uomini. A un’alunna figlia di italiani certamente non sarebbe permesso di assentarsi, mezzo cuffie, alla lezione di musica.

Non si tratta di una concessione in nome del political correct, ovvero della concezione multiculturalista: quella è semmai l’esplicito. L’implicito è la saldatura tra due mondi valorici che necessitano entrambi di mantenere la supremazia maschile nella organizzazione politica sociale.