cop-aspx È stato pubblicato a settembre “La leggenda del Burqa”, il primo romanzo di Thomas Pistoia, scrittore empolese di origini salentine, già autore della sceneggiatura del numero 297 del fumetto di fantascenza “Nathan Never” (Sergio Bonelli Editore). Edito dalla nuova e giovane Ofelia Editrice, il volume è impreziosito dalla copertina realizzata dalla nota disegnatrice di fumetti Lola Airaghi.

“La leggenda del Burqa” è stato presentato per la prima volta al “Modena Nerd” lo scorso 17 settembre.

Nelle prossime settimane, Thomas Pistoia sarà con il suo libro al “Romics” (Roma, 30 settembre), alla rassegna nazionale della piccola e media editoria “Libri in Cantina” (Susegana, Treviso, 2 ottobre), all’evento “Libri al Centro” (Castelfranco Emilia, 9 ottobre), alla rassegna “Microeditoria” (Chiari, Brescia, 5 novembre).

IL LIBRO

In un paese mediorientale devastato da una guerra senza fine, di cui sono vittime soprattutto donne e bambini, due eroine decidono di dedicare la propria vita alla lotta per la democrazia in difesa del popolo contro i talebani, ma anche contro gli occupanti stranieri. Le affianca un misterioso giustiziere che cela la propria identità sotto un burqa. Così, uno degli strumenti più noti dell’oppressione ai danni delle donne diventa paradossalmente simbolo di libertà. Ispirata alla vera storia dell’attivista afghana Malalai Joya, quella che sembra una vicenda di fantasia e di avventura richiama invece un’attualità sempre vicina e dolorosa, calando i personaggi nella narrazione di vicende realmente accadute: il caso Sgrena-Calipari, l’impegno in zone di guerra di Gino Strada, la strage di Beslan, i kamikaze, le lapidazioni e le spose bambine dell’islamismo più ortodosso.

 

LA GENESI DEL LIBRO RACCONTATA DALL’AUTORE

Malalai Joya è una politica afghana. Eletta come membro del parlamento afgano dalla provincia di Farah, ha pubblicamente denunciato la presenza in parlamento di persone da lei definite "signori e criminali di guerra".
Malalai Joya è una politica afghana. Eletta come membro del parlamento afgano dalla provincia di Farah, ha pubblicamente denunciato la presenza in parlamento di persone da lei definite “signori e criminali di guerra”.

“Circa due anni fa, mi sono imbattuto in un articolo che raccontava la storia di Malalai Joya, attivista afghana per i diritti umani e in particolare delle donne. Malalai è stata eletta e ha ottenuto un seggio presso la Wolesi Jirga, l’assemblea nazionale del suo paese. È una delle prime donne ad aver ottenuto un incarico pubblico dopo la cacciata dei talebani. Durante una seduta del parlamento, questa donna coraggiosa ha denunciato la presenza, all’interno dell’assemblea, di diversi “signori della guerra”: trafficanti di armi e di oppio. Questa denuncia pubblica le è costata una condanna a morte da parte di questi personaggi. È un bersaglio umano. Potrebbe essere uccisa in qualsiasi momento. Non solo: vive nel paradosso. Per non farsi riconoscere e sfuggire ai suoi persecutori, Malalai è costretta a indossare uno dei simboli della coercizione e sottomissione delle donne: il burqa. Sì, come fosse una maschera. Questa è l’idea da cui è nato tutto. Mi sono chiesto: e se il burqa diventasse all’improvviso un simbolo di riscatto e di giustizia? Questa storia ha due personaggi, due donne: una, Malalai, la protagonista, totalmente inventata. L’altra, Joya, che… somiglia molto alla Malalai Joya della realtà. Poi c’è Il Burqa, la maschera. Chi la indossa? E perchè?”

 

L’AUTORE

Thomas Pistoia, nato a Torino nel 1971, vive tra Presicce (LE) ed Empoli. Scrittore, sceneggiatore e poeta, gestisce dal 2000 il blog viaoberdan.it. Ha pubblicato racconti, poesie e canzoni su riviste letterarie online e cartacee e in opere teatrali e musicali. Nel 2013 ha pubblicato una selezione delle sue opere nell’ebook “Abitavo in Via Oberdan”. Nel 2016 ha sceneggiato per la Sergio Bonelli Editore il numero 297 del fumetto di fantascienza “Nathan Never”.