Estranee, ed estranea da sempre a questa politica, ora mi trovo persino l’estraneità certificata dall’esibizione europea delle “palle” del premier.
Estrema ed ultima piazzata sessuale utilizzabile, immessa nel mercato della riconoscibilità politica tra maschi. Mi sono chiesta cosa c’entro io come donna, e le donne in genere, con il pugno di uno squilibrato, nell’inutile epigono tra maschi al richiamo della violenza. Mi sono risposta che c’entro. C’entro perché comunque mi sento tirata dentro dal dolore come ogni volta che lo vedo, perché mi torna difficile quel dolore a senso unico che molt* esibiscono, scegliendo tra viso e viso.

Ma mi sono risposta anche che non c’entro, perché mi sento, sono e mi vogliono spettatrice, quindi estranea. Una spettatrice chiamata, come al solito, a prendere parte ai giochi esibitivi degli uomini, per bilanciarne la potenza, quando gli scappano di mano e non sanno più come muoversi, se non inasprendo tutto, chiudendo spazi e alzando steccati.

Piangono, a modo loro, abusando retoricamente di parole come odio e amore che hanno significati diversi dai miei e che non sanno maneggiare con cura, ma ancora solo con la forza.

Estranee, ed estranea da sempre a questa politica, ora mi trovo persino l’estraneità certificata dall’esibizione europea delle “palle” del premier.
_ Estrema ed ultima piazzata sessuale utilizzabile, immessa nel mercato della riconoscibilità politica tra maschi.
_ Dopo questa inutile garanzia europea del capo sulla sua potenza, non c’era più nulla da mostrare “simbolicamente”come uomini. C’era solo da temere un eventuale passaggio dalla teoria alla pratica della forza evocata. L’esibizione internazionale gli era valsa persino l’inusuale e allarmato richiamo di Napolitano contro l’uso della violenza verbale. Lui così sobrio, di solito, nel parlare.

Una faccenda questa della forza, della durezza e della violenza tutta all’insegna dell’interpretazione virile del maschio di governo, in voga oggi.
_ D’altra parte se ci si basa sugli attributi è ovvio che non ci siano molte risorse. Dispiace parlarne e rasentare la volgarità, ma di questo si tratta. Ormai questi uomini dei partiti avevano già portato al mercato tutto l’armamentario che avevano per proporsi, cominciando, più di due decenni fa, col cielodurismo, in un silenzioso stupore politico maschile, divertito e connivente per l’audacia della proposta.

I politici, di ogni schieramento, increduli che lo si potesse dire e usare politicamente, non hanno mai condannato severamente l’uso di quella “metafora” che è diventata invece una furbata strisciante, abusata ed ammiccante per una mai risolta questione macista, dentro cui riconoscersi e scegliersi.

Anche molte donne dei partiti, purtroppo, non ci hanno ragionato bene su.
Ed ora, che erano arrivate anche le palle e che, dopo di loro, ormai non c’era sessualmente più nulla da esibire, si era creato un vuoto “simbolico” che chiamava altro a riempirlo.
_ E l’altro, a cui gli squilibrati sono particolarmente sensibili, è puntualmente arrivato, nel modo invocato. Con quel ricorso alla pratica che forse, ma neanche tanto, era il timore vero di Napolitano.

Sono secoli che si muovono così questi uomini del cielodurismo e delle palle, e non sanno fare altri percorsi, altri pensieri, altre alchimie… Ruotano intorno ad un unico argomento. Esibiscono continuamente quello che hanno, che non si chiama odio e neppure amore, e l’età non li aiuta. Abbiamo visto quest’ estate cosa vogliono dire queste parole per loro, soprattutto cosa vuol dire amore… e avremmo voluto non vedere quel suo significato, e quei generali imbarazzati e imbarazzanti silenzi maschili!

La loro è una diversa misura del mondo che riedita continuamente e in tutti i modi la forza, senza timore del ridicolo e dello sfregio. Magari cercandolo e mettendolo in-consciamente in conto.
_ Incapaci di fermarsi perché incapaci di altre metodologie e di altri riferimenti e senza aiuti seri purtroppo, neppure dalle molte strutture clericali che si sono dati.

Sembra che l’unico obiettivo che hanno, sia quello di lasciare in eredità il loro modello ai giovani, pubblicizzandolo in mille modi, probabilmente per giustificarsi, assolversi e continuare.
_ Però, seppure come donna spettatrice ed estranea, subisco comunque la loro reciproca violenza politica e mi fa male, e sono convinta faccia male non solo a me.

Così come non posso tacere che la mia idea di amore, non solo tra un uomo e una donna, non contempla il denaro come scambio, la violenza come risorsa ultima e la riduzione a merce.
_ Allora davvero l’unico modo per tirarmene fuori e non lasciarmi fare del male dalla retorica delle emozioni estreme tra cui dovremmo, dovrei scegliere, l’unica risorsa che ho è cercare di uscire dallo schema neutro, in cui vogliono incastrarmi, della LORO violenza e provare ad indicarne i responsabili secondo la mia non “imitativa”prospettiva di donna.

Affinchè io e altre, insieme agli uomini che non condividono il cielodurismo e l’esibizione politica delle palle, abbiamo un’altra risorsa da cui ri-partire per provare a mettere ordine nel disordine immenso in cui ci costringono a vivere.
_ Un disordine che non ha senso conservare immobile così com’è, quando ci impongono malamente di scegliere tra l’odio e l’amore, impastati solo col potere maschile.