La Casa delle Donne di Lecce, che da sette anni è impegnata nel lavoro di costruzione di momenti e luoghi di libertà femminile nel nostro territorio, di organizzazione e sensibilizzazione delle donne e della società civile sui temi della violenza contro le donne, difesa della legge 194 ed altri, non può essere iscritta, a parere del Comune di Lecce, nel Registro regionale delle associazioni di promozione sociale, in quanto le politiche sociali e culturali descritte nel suo Statuto, ispirate ai valori dell’antifascismo e del pacifismo, la assimilerebbero ad un partito politico.

La LFD – Casa delle donne di Lecce ha fatto a suo tempo domanda all’Ufficio regionale competente di iscrizione al Registro regionale delle associazioni di promozione sociale (APS). Tale inclusione, secondo normativa corrente, è subordinata al parere dell’Ufficio servizi sociali della città di Lecce, il quale si è espresso negativamente, con la motivazione che il nostro statuto non sarebbe conforme alla Legge n. 383/2000. A giustificazione del diniego l’Ufficio cita il passo di tale legge di riferimento, dove si dice: “non sono considerate associazioni di promozione sociale, ai fini e per gli effetti della seguente legge, i partiti politici, le organizzazioni sindacali…” e si estrapolano, a dimostrazione, alcuni passi del nostro Statuto: in breve, la LFD sarebbe assimilabile ad un partito, perché in esso ricorrono termini quali: “antifascismo”, “pacifismo”, “spazio politico”, “attività politiche” (!).
Abbiamo espresso la nostra più viva protesta di fronte al diniego dell’Ufficio suddetto, contestando che esso è frutto di una lettura distratta e superficiale dello Statuto della LFD e di una sua interpretazione burocratica e distorta.
La LFD, che è iscritta dal 2010 all’albo delle Associazioni e movimenti femminili della Regione Puglia – Servizio Politiche di benessere sociale e pari opportunità, non è con ogni evidenza né un partito politico né una organizzazione sindacale, per le finalità e modalità della sua azione sociale.
Quanto al ricorrere nel suo Statuto delle parole “antifascismo”, “attività politiche”, “spazio politico”, abbiamo obiettato che:
– con il riferimento all’antifascismo, lo statuto della LFD non fa altro che ispirarsi ai valori costituzionali fondativi della Repubblica italiana.
– il termine “politica” viene evidentemente utilizzato nella sua accezione più ampia, alta e originaria (da polis = città), che è quella di “agire nella città”, promuovere la cittadinanza attiva (nel caso della LFD soprattutto delle donne), costruire reti sociali di donne, attivare processi di democrazia e di autoconsapevolezza.
Pertanto, ritieniamo il diniego espresso alla nostra iscrizione al Registro regionale delle associazioni di promozione sociale arbitrario e infondato, privo di qualsiasi sostegno legislativo, e ci riserviamo di tutelarci anche attraverso le vie legali.
Nel frattempo la LFD ha inviato una nota di protesta al Presidente della Giunta Regionale, al Sindaco di Lecce e, per conoscenza, ai capigruppo in Consiglio Regionale, alla Consulta Regionale Femminile, alla Commissione regionale per le Pari Opportunità, perché sia fatta chiarezza nel più breve tempo possibile.

Per la LFD-Casa delle Donne di Lecce
la Presidente Manuela Miglietta
Recapito email: manuelamiglietta@yahoo.it