Nel TG3 del 20 aprile ho inteso un’espressione inedita nel corpo dell’ omelia di Papa Bergoglio durante la Messa celebrata nella Chiesa di Santa Marta. Chiesa naturalmente deserta, come previsto nel tempo del Coronavirus.

Il discorso si palesò inaspettatamente dedicato ai Partiti politici, affinché abbandonino le diatribe interne, la sete di potere e di protagonismo e si rivolgano a quella che il Papa ha definito la Politica,”una forma alta di carità”.  

Credo che ci sia molto da riflettere su queste parole. Nude, scarne, estremamente nuove nel conciso contesto.

Vi è racchiuso un insieme di concetti imprevisti.

La Politica, riportata al valore nobile dei grandi classici, alla funzione di intervento sulla vita dei cittadini, ma soprattutto una carità intesa non come elemosina, sostentamento ai bisognosi, come comunemente viene intesa.

“Forma alta” significa una carità che si trasforma in amore, secondo il significato originario della parola.

AMORE, ossia rispetto per la natura, per la “terrestrità”, tra tutti gli esseri umani, no alla violenza, no alle armi, no alle disuguaglianze.

La manifestazione di questo sentimento riacquista senso nella sua sublimazione in “azione politica.” Ecco la forma alta della Carità.

Credo che-sotto il velame- si sia dischiusa una strada da intraprendere, sulla quale impegnarci noi tutti/e, donne e uomini, quando saremo usciti dalla quarantena, ma già fin d’ ora come donne provare a pensare come modificare una normalità che “già era un problema.”