E’ il titolo di un video ironico satirico realizzato da un gruppo di artisti indiani che mette in scena la tragica situazione delle donne in India vittime di stupri, violenze e femminicidi. Nel contempo Pavitra Bhardway muore, dopo sette giorni di agonia, per essersi data fuoco come atto estremo di denuncia ….

{It’s your fault/ E’ colpa tua}. E’ il titolo di {{un video satirico }} realizzato da un gruppo di artisti indiani che mette in scena la tragica situazione delle donne in India vittime di stupri, violenze e femminicidi.

Le parodie si susseguono e mostrano come la cultura indiana maschilista determini una lunga serie di stereotipi tutti a favore del maschio per il dominio e per l’esercizio del potere sulle donne.

L’attrice {{Kalki Koechlin}}, una delle due protagoniste del video racconta come da studi scientifici risulti che le donne che indossano le gonne sono maggiormente vittime di stupro e chiede: ” Sapete perche’?”… “Perche’ gli uomini hanno gli occhi.”

Lo stile satirico continua nelle varie gags proposte e traccia un profilo lucido e terribile di quella che e’ la realta’ delle donne indiane che chiedono da tempo leggi a tutela dei loro diritti e maggiore liberta’.

All India Bachchod e’ l’associazione che ha realizzato questo video per attaccare il patriarcato che persiste in India piu’ radicato che mai, denunciando come la donna sia, in ogni caso di stupro, umiliata e moralmente accusata di essere la causa di cio’ che le e’ accaduto.

La colpa e’ sempre della donna, e’ questo il {leitmotiv} del video che ha gia’ totalizzato, in pochi giorni, oltre due milioni di visualizzazioni.

La colpa di esistere, di essere nate, colpa di avere talento, bellezza; in poche parole la colpa di essere donne.

Le violenze e gli stupri non si fermano ,proprio in questi giorni e’ morta {{Pavitra Bhardway,}}dopo sette giorni di agonia per essersi data fuoco nel cortile dell’Universita’ dove lavorava come assistente.

La sua colpa e’ di avere denunciato, sette mesi fa, alcuni colleghi che l’avevano brutalmente stuprata .

Cio’ le ha causato il licenziamento immediato e non e’ valso neppure rivolgersi alle istituzioni piu’ alte dello Stato per avere giustizia.

Neppure il marito, poliziotto, e’ riuscito ad aiutarla. Pavitra si e’ data fuoco riportando ustioni sul 90% del corpo e nei giorni di agonia ha fatto capire che questo gesto e’ stato un estremo e ultimo grido di aiuto e condanna verso la societa’ indiana sorda e cieca di fronte a tante violenze verso le donne.

La scrittrice indiana {{Aroona Reejhsinghani}}, intervistata qualche tempo fa ,ha dichiarato l’enorme difficolta’ di sradicare la cultura patriarcale/maschilista dall’ odierna societa’ del suo Paese che pone, fin dalla piu’ tenera eta’ il maschio alla stregua di una divinita’ ritenendolo superiore alle donne che invece sono trattate come schiave, educate all’obbedienza e alla sopportazione.

Gli stupri, molto spesso, iniziano all’interno del nucleo familiare ad opera di zii, padri o fratelli e sono per lo piu’ taciuti.

Un sistema difficile da sgretolare ma che inizia ad essere scalfitto grazie alla comunicazione alle donne di nuovi atteggiamenti, diverse chiavi di lettura di un problema cosi’ grave e luttuoso.

La rete, i nuovi media, possono aiutare, sostenere e favorire la fine di cliche’ e stereotipi che riguardano la cultura e la vita delle donne.

Non deve esserci mai piu’ una Pavitra che dia la sua vita in olocausto perche’ il mondo, le coscienze, gli altri si accorgano dell’assenza totale di giustizia.