Serena Donati – responsabile Sistema Sorveglianza Mortalità Materna dell’Istituto Superiore di Sanità

L’Istituto Superiore di Sanità, Centro Nazionale per la Prevenzione delle malattie e Promozione della Salute, ha organizzato una giornata di lavori per la presentazione del primo rapporto ItOSS. Questo sistema di sorveglianza ha reso possibili “le prime stime del rapporto di mortalità materna e dei tassi di incidenza delle principali condizioni di grave morbosità materna in Italia.”

La mortalità materna è un evento tanto più grave quanto più sottostimato e taciuto perché ritenuto troppo spesso imprevedibile, possibile anche per una donna sana e giovane e senz’altro doloroso in quanto legato alla fine di una vita che cerca di dare vita.

Fin dagli anni ’90 però si sospettò la sottostima in Italia della mortalità materna risultata inferiore a quella stimata in paesi con sistemi socio-sanitari analoghi al nostro e dotati di un sistema avanzato di sorveglianza ostetrica.

Di conseguenza nel 2008 l’ISS ha avviato un progetto di raccolta dati in 5 regioni (Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, Lazio e Sicilia) rilevando 10 morti materne ogni 100.000 nati vivi e denunciando  un 60% di sottostima del fenomeno. Negli anni a seguire la sorveglianza è stata estesa alle regioni Campania, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Puglia, Sardegna, Veneto, Marche e Calabria arrivando a comprendere il 91% dei nati del Paese. La prima causa di morte materna è sempre stata l’emorragia ostetrica, tuttavia grazie alla ricerca e alla formazione rivolta ai professionisti sanitari promosse da ItOSS, tra cui tre corsi di formazione a distanza e la prima linea guida nazionale su prevenzione e trattamento della emorragia del post partum (http://old.iss.it/binary/moma/cont/LGEPPcorrige.pdf), quest’anno è stata dimostrata per la prima volta una riduzione statisticamente significativa delle morti materne da emorragia ostetrica. Si tratta di un risultato importante che dimostra che l’investimento promosso al fine di migliorare l’assistenza a questa temibile emergenza ostetrica ha dato i suoi frutti facendo scendere il numero di morti ascrivibili a questa causa da 3 a 1 ogni 100.000 nati nelle regioni partecipanti alla sorveglianza ItOSS.

Dopo dieci anni di attività del Sistema di sorveglianza ItOSS il lavoro italiano ha ottenuto un importante riconoscimento anche a livello europeo: il rapporto EuroPeristat include l’Italia tra i 7 paesi dotati di un sistema di sorveglianza ostetrica esemplare per i 24 paesi che ancora non ne dispongono (https://www.europeristat.com/images/EPHR2015_Euro-Peristat.pdf) .

Istituzioni, Gruppi e singoli professionisti che hanno realizzato questa sorveglianza sono numerosissimi in sala e molti hanno partecipato alla presentazione dei risultati ottenuti. Il volumetto contenente il primo rapporto ItOSS circa la sorveglianza della mortalità materna è stato messo a disposizione del pubblico e sarà a breve disponibile sul sito web ItOSS (https://www.epicentro.iss.it/itoss/) insieme alla registrazione delle presentazioni del convegno.

Serena Donati, responsabile scientifica del progetto, ha introdotto e concluso i lavori suddivisi in 4 sessioni:

-Novità dalla sorveglianza della mortalità materna.

-Salute mentale in epoca perinatale

-La sepsi materna

-Confronto tra discipline sulla sepsi materna

La precisione, l’alta specializzazione degli argomenti presentati consentono la partecipazione e l’interesse anche di persone non specializzate per la evidente volontà dei relatori di trasmettere il valore umano, oltre che scientifico, dei risultati ottenuti.

I dati raccolti circa la diminuzione delle morti materne da emorragia ostetrica consentono in sala l’orgoglio di chi ha lavorato per ottenerla e la stima di chi conosce la gravità e complessità dell’argomento.

Si crea quindi il clima adatto alla comunicazione e quando arriva la Ministra della Salute Giulia Grillo si può anche accettare che la Ministra, dopo aver sottolineato il valore dei lavori, gli argomenti critici quali il ritardo degli interventi sanitari, il numero di suicidi specialmente dopo il parto e le diverse cifre regionali di tagli cesarei, invece di darci il sollievo di adeguate proposte risolutive, ci parla di sue esperienze di donna circa gli argomenti in questione….

Da tutti gli interventi emerge senz’altro con chiarezza sempre più definita che, presupposte la formazione professionale e l’umana disponibilità degli operatori sanitari, in ogni caso la salute pubblica inizia da un preciso e coordinato lavoro di sorveglianza a livello nazionale in stretta collaborazione con network internazionali.

I relatori, italiani e stranieri, tra i quali ricordiamo la Prof. Marian Knight dell’Università di Oxford che è responsabile del sistema di sorveglianza della mortalità materna nel Regno Unito, tracciano l’iter dei progressi ottenuti ma si soffermano con precisione su problemi ancora suscettibili di miglioramento:  morte per emorragia, sepsi, suicidio.

Hanno individuato, dai dati forniti ma anche da quelli mancanti o incompleti, gli argomenti da affrontare e  approfondire riguardanti le condizioni fisiche/psichiche della donna prima, durante la gravidanza e dopo il suo esito.

Durante la discussione delle singole sessioni emergono come criticità meritevoli di attenzione: il sovrappeso e l’obesità, le tecniche di procreazione medicalmente assistita, la violenza, la salute mentale in epoca perinatale, il ruolo dell’antibioticoresistenza e la complessità dell’assistenza alla sepsi materna.

Per i professionisti sanitari è particolarmente difficile entrare nella sfera della salute psichica e durante l’assistenza al percorso nascita non si raccolgono informazioni sulla storia delle donne che talvolta hanno anche gravi precedenti in proposito. Circa il 60% delle donne che si sono suicidate avevano infatti una storia pregressa di disturbo mentale che purtroppo non risulta nelle cartelle ostetriche. Bisognerebbe avere notizie anche sui padri…Bisogna promuovere multidisciplinarietà e appropriatezza soprattutto nell’assistenza alla sepsi materna. Il discorso su questa grave complicazione consente anche una interessante incursione storica nell’Ospedale di Santa Maria degli Incurabili a Napoli, fondato nel 1522 da una donna, Maria Lorenza Lonc nobile catalana, soprattutto per le donne, ancora attivo, il cui museo contiene vecchi ferri chirurgici, strumenti medici, stampe anatomiche e una meravigliosa farmacia. Qui furono curate, partorirono ma morirono anche di sepsi prostitute e regine.

A fine giornata la sala è ancora colma: gli argomenti sono spesso complessi per chi non opera nel settore ma il clima è sempre volto alla disseminazione delle conoscenze e di ciò dobbiamo ringraziare la responsabile scientifica Serena Donati dichiara il moderatore Prof. Pasquale Martinelli: la sua professionalità, il suo lavoro paziente, le sue doti umane hanno reso possibili l’incontro e il lavoro comune di un gran numero di operatori sanitari italiani e europei.

Consentite a chi scrive un flash…anni settanta, Roma S Lorenzo via dei Sabelli 100, Consultorio femminista autogestito, una ragazzina scende…. sono Serena del liceo Giulio Cesare, siamo in autogestione, chi di voi può venire a parlarci di contraccezione? (Roma 14 marzo 2019)