Questo il comunicato rilascitato dal Coordinamento CRC

l’Italia si prepara al nuovo appuntamento con il Comitato ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza previsto per il prossimo anno. Nel 3° Rapporto Supplementare di monitoraggio dell’attuazione della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (CRC). , che verrà consegnato al Comitato, si evidenzia come le politiche a favore dei minorenni continuino ad essere prive di una visione strategica e come le diseguaglianze a livello territoriale restino un grave gap.
Tassi di povertà, accesso ai servizi sanitari per l’infanzia, nidi, refezione scolastica e tempo pieno: differenze che sembrano rappresentare realtà di infanzie diverse tra loro, con minori o con maggior servizi ed opportunità, che variano a seconda della Regione in cui si vive, fino a disparità sempre più evidenti quando si comparano le regioni del Nord a quelle del Sud.

Sono oltre il 20 per cento i minori nel Mezzogiorno in svantaggio socio economico, esattamente il doppio della media nazionale. In Calabria il tasso di mortalità infantile supera quello della media nazionale e la stessa regione si trova nelle classifiche più alte per povertà, dispersione scolastica, servizi educativi per la prima infanzia, che scarseggiano così come le mense scolastiche. Situazione che non migliora di molto neanche nelle vicine Sicilia, Puglia e Campania.
Un divario che secondo il Rapporto non fa che acutizzarsi anche a causa dell’assenza di una visione strategica delle politiche per l’infanzia e l’adolescenza, a favore di interventi frammentati ed emergenziali. Tuttavia, nell’ottica di un bilancio complessivo, alcuni segnali incoraggianti si intravedono.

Per rispondere all’aumento del rischio di povertà o esclusione sociale di bambini e adolescenti fino ai 16 anni, che in Italia dal 2007 al 2015 è passato dal 28,2% al 33,4%, è stato previsto un Fondo nazionale per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale, che attraverso il Reddito d’inclusione sosterrà numerose famiglie con minorenni. A questo si affiancano il Fondo per il sistema integrato di educazione e istruzione e quello per il contrasto alla povertà educativa minorile.

Ulteriori misure significative da poco introdotte, sono il IV° Piano nazionale di azione e di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in età evolutiva e il Piano Nazionale di prevenzione e contrasto dell’abuso e dello sfruttamento sessuale dei minori 2015-2017. Infine, nel 2017 si evidenzia l’approvazione della legge 47/2017 sulla protezione dei minori stranieri non accompagnati, che introduce importanti cambiamenti nel sistema di accoglienza e protezione dei bambini stranieri soli, così come la legge 71/2017, sulla tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del cyberbullismo.

Mancano ancora all’appello altre importanti sfide da affrontare, che attendono da troppo tempo un segnale delle Istituzioni: dalla riforma della legge sulla cittadinanza per i minorenni figli d’immigrati alla necessità di ridefinire le misure per proteggere e prevenire abusi e violenza sui minori, con particolare attenzione alla prevenzione primaria e alla media education; il sostegno dei genitori nel loro ruolo educativo, attraverso la promozione delle loro competenze genitoriali; il contrasto della dispersione scolastica (il 14,7% dei 18-24enni italiani ha raggiunto soltanto la licenza media); la nomina di un garante per l’infanzia in ogni regione; il monitoraggio costante e aggiornato dei minorenni fuori dalla famiglia d’origine, estendendo a tutte le regioni italiane il monitoraggio del sistema S.In.Ba; il completamento e l’operatività della Banca dati nazionale delle persone di età minore adottabili e delle coppie disponibili all’adozione; la sistematizzazione e l’analisi delle informazioni raccolte attraverso la Banca dati su abuso e sfruttamento sessuale dei minori.   –   L’auspicio è che nell’ ambito del percorso di monitoraggio della CRC presso il Comitato ONU, sia avviata una riflessione strategica rispetto alle politiche per l’infanzia e adolescenza e che faccia seguito l’assunzione di un impegno reale da parte delle istituzioni competenti nel superare le disparità.

Questa la dichiarazione di Federica Roccisano assessora della regione Calabria con delega alla Scuola, lavoro, welfare e politiche giovanili. Dal 2013 è responsabile Welfare e Politiche Giovanili nella segreteria provinciale del PD di Reggio Calabria

Non c’è discriminazione tra Nord e Sud se non in base ai numeri e alle rilevazioni statistiche, che evidentemente fanno arrivare fondi dove la presenza di minori è maggiore e dove è maggiore la presenza di servizi già in essere a beneficio dei minori. In sede di Commissione abbiamo trattato come difendere l’obiettivo perequativo dei fondi statali e il principio di solidarietà puntando sugli altri fondi nazionali che sono diretti al sud proprio per i servizi dell’infanzia e consentire il recupero di quel ritardo storico che oggi influenza la ripartizione del fondo . I Pac Infanzia 2013/2018 infatti prevedono uno stanziamento di 400 milioni solo per le regioni del Sud. Nel caso specifico della Calabria, ricordo alla parte politica che oggi polemizza rispetto alla disattenzione verso i minori del governo regionale, che è stato proprio grazie al Governo del Presidente Oliverio che si sono tutelati i fondi Pac e per la prima volta non sono ritornati al mittente, attivando una rete tra dipartimento politiche sociali e comuni e ottenendo l’utilizzo dei progetti a titolarità diretta che ha permesso nell’ultimo anno il finanziamento di 10 asili nido nel 2017, da sommarsi agli interventi dei 35 ambiti regionali.

In sintesi e parlando di cose concrete, la Regione Calabria avrà 4,8 milioni per potenziare i servizi per l’infanzia nell’ambito del piano 0-6, che vanno ad aggiungersi ai 40 milioni del primo riparto del Pac infanzia e ai 48 milioni del secondo riparto, nonché ai fondi POR Calabria 2014/20 che sono proprio stati finalizzati ai servizi per l’infanzia dal Governo Oliverio. Al netto delle polemiche quindi, ci auspichiamo una positiva spesa e attivazione dei fondi destinati alla nostra Regione da parte di ambiti e Comuni, nella speranza che l’attenzione per i minori diventi patrimonio davvero di tutti e non solo strumento demagogico per sterili polemiche.”