Mentre a Massa si apre il filone processuale ”Davide Trentini”, c’è attesa per l’epilogo di OGGI  in Corte Costituzionale della vicenda giudiziaria che coinvolge Marco Cappato per l’assistenza al suicidio offerta a Dj Fabo attraverso un’azione di disobbedienza civile.  Il percorso del tema del fine vita in Italia dunque si trova nei pressi del bivio più importante della sua storia.   La Consulta sarà chiamata a definire una volta per tutte se il reato di aiuto al suicidio è ancora conforme alla Costituzione italiana. Cappato rischia fino a 12 anni di carcere.  Potrebbero invece aprirsi diversi scenari sul tema eutanasia in Italia. Cappato: “Il codice penale del 1930 è inadeguato, in ogni caso andiamo avanti”  Eutanasia, in 600 hanno contattato associazione coscioni dal 2015, ma l’Italia è solo 31° al mondo per libertà di autodeterminazione

Il percorso del tema del fine vita in Italia si trova nei pressi del bivio più importante della sua storia.

Si è appena conclusa a Massa la prima udienza del processo a carico di Marco Cappato e Mina Welby presso la Corte D’Assise, nel primo atto del filone processuale legato a “Davide Trentini” – ex barista toscano – aperto a carico del Tesoriere e della Co-presidente dell’Associazione Luca Coscioni in seguito all’azione di disobbedienza civile con cui entrambi gli hanno offerto assistenza al suicidio assistito, cui Trentini ricorse lo scorso 13 aprile in una clinica svizzera. Li giunse grazie all’aiuto di Mina Welby, che lo accompagnò, e di Marco Cappato (sostegno economico).

Ma è oggi che il tema del fine vita vivrà una giornata di portata potenzialmente storica. Il processo a Marco Cappato legato all’assistenza al suicidio offerta invece a Dj Fabo troverà il suo epilogo con il parere della Corte Costituzionale sul tema. A Roma è attesa l’udienza (ore 9) e la sentenza della Consulta (nel tardo pomeriggio), chiamata ad esprimersi sull’art. 580 del Codice penale risalente al periodo fascista e al centro quindi del dubbio di costituzionalità sollevato dalla Corte di Assise di Milano. Verrà definito insomma se il reato di aiuto al suicidio è ancora conforme alla Costituzione italiana.

“La nostra è un’azione di disobbedienza civile, crediamo di aver fatto il nostro dovere, su richiesta di Davide e Fabiano – dichiara Marco Cappato, Tesoriere Ass. Luca Coscioni -. La speranza è che le persone in condizioni di sofferenza insopportabile possano essere aiutate a interrompere la loro vita senza che chi li aiuta venga sottoposta a condanna fino a 12 anni di carcere. Attendo con rispetto l’udienza di domani. Il codice penale del 1930 è inadeguato a regolare i casi di persone colpite da malattie irreversibili e in condizioni di sofferenza insopportabile.

Un procedimento basato sulle indicazioni comprese da un codice risalente agli anni trenta prima ancora della nascita della Costituzione, quando le libertà individuali non avevano vissuto la “primavera” dei diritti civili. Infatti, moltissimi articoli di quel codice sono stati poi aboliti per adeguare la nostra normativa penale allo spirito del tempo.

In difesa della libertà di autodeterminazione e della libertà di scelta, Cappato ora rischia fino a 12 anni di carcere.

QUI IL PROCESSO PUNTO PER PUNTO: https://www.associazionelucacoscioni.it/processo-marco-cappato-punto-punto/

APPROFONDIMENTO IL FINE VITA IN ITALIA E NEL MONDO

ITALIA – Nel nostro paese in generale manca infatti una legge che preveda la legalizzazione dell’EUTANASIA, un tema fuori dalle agende del dibattito politico anche se alla Camera dei Deputati nel 2013 venerò consegnate circa 70 mila firme e una proposta di legge di iniziativa popolare per la legalizzazione dell’eutanasia. Oggi le firme, appena ri-consegnate al Pres. della Camera Roberto Fico, son diventate 130.000. Una proposta di legge che però in Parlamento non è mai stata discussa nemmeno un minuto

NEL MONDO – Secondo l’indice dello stato delle libertà elaborata per l’associazione Luca Coscioni dal prof. Andrea BOGGIO, docente alla Bryant University l’Italia è in grave ritardo rispetto lo scenario internazionale. In termini di libertà di autodeterminazione è TRENTUNESIMA su QUARANTASETTE paesi analizzati, dietro a realtà come Messico, Taiwan, Albania.  Leader al mondo su questo tema sono Belgio, Olanda e Austria.  L’analisi è stata condotta ed elaborata attraverso uno studio su scala globale aggregato con metodo empirico basato sulle seguenti variabili:

L’eutanasia passiva è lecita? – L’eutanasia attiva è lecita? – Il suicidio assistito dal medico è legale? – Le Disposizione Anticipate di Trattamento sono applicabili? – È necessario il consenso di un medico per rispettare la volontà di rifiutare l’accanimento terapeutico su un paziente?