Katrín Jakobsdóttir ha lottato per un programma di giustizia sociale, non per ambizioni di potere, adesso sembra che ce la stia facendo. La popolare leader dei Verdi di sinistra in Islanda, ha ottenuto ai primi di novembre 2017 l´incarico di formare il nuovo governo. Il capo dello Stato, l´accademico anticonformista Gudni Johannesson, ha scelto lei nonostante che il suo rivale, il leader del centrodestra (Partito dell´indipendenza) Bjarni Benediktsson, sia arrivato primo ma senza alleati nei risultati finali.

Katrín Jakobsdóttir è una grande giovane pianta con radici ben forti, nessuna fogliolina a fare bellezza a certi Liberi e Uguali come si prestano alcune piante d’appartamento, e scusate la metafora ma è alla guida dell’ Islanda.

Katrin Jakobsdottir, del partito dei Verdi, guiderà una coalizione tripartitica composta da Partito dell’Indipendenza (centrodestra), Partito Progressista (centro) e i Verdi (sinistra): un fatto politico con grandi prospettive sociali.

Katrín ha 41 anni e 3 figli, un dottorato in letteratura conseguito con una tesi sui gialli nordici e ben chiaro un programma di giustizia sociale per migliorare welfare scuola e sanitá,parità di genere.Ex ministro dell’istruzione, ambientalista.

Da Left:” La prima cosa che ha detto è stata che avrebbe investito nella sanità pubblica, nell’educazione e nei trasporti, perché è in questi settori che si misura la prosperità di un paese. Dopo scandali finanziari, cadute e ricadute, l’isola nordica ha letto la speranza nei lineamenti di questa islandese che si batte da sempre per la causa ecologista. Katrin ha 41 anni, è l’ex ministra dell’Istruzione ed è riuscita a battere il partito di destra degli indipendenti di Bjarni Benediktsson. È nata in una famiglia di poeti, si è laureata all’Università d’Islanda in letteratura, ha tre figli. È stata votata particolarmente dalle donne e dai giovani tra i 18 e i 29 anni...

Intanto la settimana scorsa a Reykjavik, la capitale, si è tenuto uno dei più grandi forum di leader donne in politica, un summit solo al femminile per promuovere il potere delle donne nelle sfere occupate principalmente dagli uomini. Vigdis Finnbogadottir, la prima donna presidente del mondo, che sconfisse nel 1980 tre candidati maschi, ha ricordato che oggi solo il 7% dei leader mondiali sono donne. Adesso nel 2017 nella sua patria è tornata ad esserci una donna a capo dell’isola, una femminista, perché la lezione che hanno appreso gli abitanti della terra del ghiaccio, del fuoco, dell’uguaglianza è questa: se vince una donna, vincono tutti.”

Da Repubblica: “Pragmatica, onesta e realista, vuole ridistribuire la ricchezza con piú spese per welfare, scuole, sanità e ceti meno abbienti, ma senza danneggiare il boom creato da turismo ecologia e high tech ecologica.

Pensate un po’: “Il governo islandese punta tutto sul turismo”.

La notizia della sua proclamazione risale al 30 novembre, a me era sfuggita ma anche alla maggior parte dei media e non potevo fare altro che riacciuffarla: il suo sorriso procura grande soddisfazione e speranza, scalda. Ce la prestate voi dell’isola delle “terre di ghiaccio” ? (Agoravox)