Sono ore molto difficili, queste, per Sakineh Mohammadi Ashtiani, una madre iraniana di 42 anni, in carcere dal 2006 dopo una condanna per adulterio. La sua esecuzione a morte per lapidazione doveva già essere stata eseguita, ma la mobilitazione internazionale è riuscita, momentaneamente, a sospendere questa inumana sentenza.“Anche se il giudizio è definitivo e applicabile, il verdetto è stato sospeso per ragioni umanitarie e per ordine del capo dell’autorità giudiziaria e quindi al momento non sarà eseguito”, ha dichiarato Malek Ajdar Sharifi, responsabile per la provincia dell’Azerbaigian orientale.

Certo questo non significa che per Sakineh l’incubo è finito. Perché {{il tribunale potrebbe decidere di ucciderla con altri metodi o semplicemente, come molto spesso è accaduto in Iran, di eseguire la sentenza una volta che le telecamere avranno nuovamente abbandonato la Repubblica Islamica}}. Quando l’attenzione mondiale si sarà affievolita, quindi, le pietre potrebbero cadere sulla testa di Sakineh. Per questo i manifestanti sono convinti che sia necessario mantenere i riflettori accesi su questa vicenda e continuare ad esercitare pressione per salvare la vita di questa donna.

Nonostante la Corte suprema iraniana abbia confermato la condanna alla lapidazione nel 2007, {{il caso giudiziario di Sakineh è del tutto incerto.}} Il suo avvocato, Mohammad Mostafei ha più volte denunciato che la confessione di adulterio fu estorta alla Sakineh dopo una punizione di 99 frustate, di fronte agli occhi impotenti dei suoi figli.
E sono stati proprio la sedicenne Farideh e il ventenne Sajad a lanciare un appello al mondo: “Non lasciate che quest’incubo diventi realtà, aiutateci a salvare nostra madre”. I figli sanno che la loro mamma non è colpevole ma la loro voce, fino a questo momento, non ha avuto alcuna rilevanza.

Il regime è riuscito a costruire bene la storia della colpevolezza di Sakineh, giocando sugli elementi scabrosi in una società dove le donne non possono mostrare un centimetro della loro pelle o dei loro capelli. La Ashtiani è stata dichiarata colpevole di aver avuto “una relazione illecita” con due uomini nel 2006. La prima condanna parlava di una relazione successiva alla morte del marito. Poi dopo la confessione della donna, estorta con le frustate, di aver avuto una relazione extraconiugale, Sakineh Ashtiani è stata anche accusata di aver partecipato all’assassinio del marito.

Oggi il suo corpo sarebbe già coperto di terra fino al collo e di pietre insanguinate intorno al viso, se i suoi figli e il suo avvocato non fossero riusciti ad attirare l’interesse internazionale su questo caso. Sakineh poteva essere solo un numero in più nella lista dei giustiziati in Iran. Secondo i dati di Amnesty International solo l’anno scorso sono state uccise 388 persone, più che in ogni altro Paese del mondo esclusa la Cina.

L’avvocato della Ashtiani non riesce ad avere notizie su cosa potrebbe accadere adesso, dopo questa momentanea sospensione. E c’è anche chi ha dichiarato che se la sentenza della lapidazione venisse riapprovata, allora sarebbe eseguita senza alcuna influenza da parte dei media occidentali.

Il mondo occidentale continua a mobilitarsi e sul sito [freesakineh.org ->http;//freesakineh.org] sono state raccolte fino ad ora migliaia di firme di chi chiede la salvezza di questa madre: leader politici e intellettuali, premi Nobel, giornalisti, attori, gente comune. Perché nel 21esimo secolo non si può accettare che una persona, donna o uomo, sia sottoposta alla lapidazione. L’unica speranza è che il clamore suscitato per questa storia riesca a salvare Sakineh Mohammadi Ashtiani. Una magra consolazione, però, perché nello stesso momento altre donne potrebbero subire la stessa condanna senza l’attenzione del mondo.

[Help us. Free Sakineh->http://freesakineh.org/#petition] firma la petizione per salvare Sakineh Mohammadi Ashtiani