16 luglio 2009: Amnesty international lancia un appello dopo le notizie di morti e feriti nelle manifestazioni successive alla pubblicazione dei dati sulle elezioni in iran e sulle limitazioni alla circolazione delle informazioni via Internet
In questi giorni, migliaia di persone, principalmente sostenitori del candidato alla presidenza Mir Hossein Mousavi, che ha messo in dubbio la vittoria delle elezioni del 12 giugno da parte dell’attuale presidente Mahmoud Ahmadinejad, hanno manifestato nelle strade di Teheran e di altre città dell’Iran.

A decine sono stati arrestati e {{sembra che, il 14 giugno, cinque studenti abbiano perso la vita durante gli scontri con le forze di sicurezza; un’altra persona è morta durante la manifestazione del 15 giugno}}. Amnesty International crede che le forze di polizia stiano facendo un uso eccessivo della forza e teme che coloro che sono stati arrestati rischino di essere torturati o maltrattati.

L’organizzazione è inoltre convinta che {{le autorità stiano limitando illegalmente la libertà di espressione e di informazione}}, impedendo l’accesso ai servizi telefonici, compresi gli sms, agli organi di informazione e a numerosi siti Internet.

Le manifestazioni hanno avuto inizio a Teheran il 13 giugno, quando è stata annunciata la rielezione alla presidenza del paese di Ahmadinejad. I manifestanti hanno lanciato pietre e dato fuoco a edifici, motociclette e automobili e hanno minacciato alcuni membri delle forze di sicurezza, che hanno reagito con violenza, picchiando i dimostranti e arrestandone circa 170. Il 14 giugno il vicecomandante della polizia di Teheran ha dichiarato che 10 persone, tra le quali ci sarebbero alcuni politici, sono state arrestate per aver “ideato e diretto” la rivolta e altre 50 per averli “orchestrati”.

Cinque studenti, noti ad Amnesty International con i nomi di Fatemeh Barati, Kasra Sharafi, Mobina Ehterami, Kambiz Sho’a’i e Mohsen Imani, sembra siano stati uccisi il 14 giugno quando{{ le forze di sicurezza hanno fatto irruzione in un dormitorio studentesco di Teheran}}; altri, probabilmente una decina, sono stati arrestati e molti hanno riportato ferite. Amnesty International è venuta a conoscenza dei nomi di 13 studenti che dichiarano di essere stati arrestati.

Una manifestazione contro i risultati elettorali, organizzata per il 15 giugno, è stata inizialmente revocata il giorno stesso, dopo che un ordine del ministro degli Interni annunciava che non era permesso manifestare contro i risultati delle elezioni e che coloro che avessero infranto tale ordine sarebbero morti “come previsto dalla legge”. La manifestazione ha comunque avuto luogo e Mousavi e un altro candidato alla presidenza, Mehdi Karrubi, hanno presenziato per “calmare la folla”. Sono stati riferiti scontri tra i sostenitori di Mousavi e quelli del presidente Ahmadinejad e sembra che un manifestante sia stato fucilato.

Le autorità stanno impedendo la fuga di notizie sui disordini che stanno avendo luogo in questi giorni, bloccando l’accesso a diversi siti Internet tra cui Facebook e impedendo agli organi di informazione stranieri, tra cui la BBC, di trasmette informazioni via satellite.

{{Firma subito l’appello}}

{Minister of the Interior
Sadegh Mahsouli
Ministry of the Interior
Dr Fatemi Avenue
Tehran, Islamic Republic of Iran

Eccellenza,

le scriviamo come sostenitori di Amnesty International, l’organizzazione non governativa che fin dal 1961 lavora in difesa dei diritti umani, ovunque siano violati.

Le chiediamo di essere prudente nel mantenere l’ordine pubblico in ogni ulteriore manifestazione legata ai risultati delle elezioni e di assicurarsi che le armi da fuoco siano usate solo come ultima risorsa laddove sia strettamente necessario per proteggere la vita.

Desideriamo sottolineare che tutti coloro che sono detenuti devono essere protetti da torture e altri maltrattamenti, che deve essere garantito loro accesso alle famiglie, agli avvocati e a ogni trattamento medico di cui potrebbero avere bisogno e che dovrebbero essere portati davanti a un giudice senza indugio così che possano contestare le basi della loro detenzione.

La esortiamo ad aprire un’indagine indipendente sul mantenimento dell’ordine pubblico durante le manifestazioni, in particolare sulle uccisioni e i ferimenti che sono stati riportati.

Le chiediamo che chiunque sia in arresto a causa della pacifica espressione del suo punto di vista riguardo ai risultati elettorali sia rilasciato immediatamente e incondizionatamente.

Infine, Le chiediamo di porre fine a ogni illegittima restrizione alla libertà di associazione, di riunione ed espressione, inclusa la libertà di cercare, ricevere e divulgare informazioni e idee.

La ringraziamo per la sua attenzione.

}

[appello in lingua inglese->http://www.amnesty.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/2306]