Io voto Hillary … non perché è una donna, ma perché lo sono io. Con queste parole Robin Morgan conclude la sua analisi della campagna elettorale americana da un punto di vista femminista.
Mi sono entusiasmata leggendo questo testo e l’ho tradotto, per condividerlo e farne spunto di riflessione.
Mi sembra più interessanche che tradurre slogan.{{Basta con tutto questo (n.2)
di Robin Morgan}}

[Basta con tutto questo->http://blog.fairuse.org/category/chicago/] fu un mio famoso (e malfamato) saggio del 1970 che rompeva una politica di compromesso, che incideva specialmente sulle donne.

Durante i decenni che ho passato nei movimenti per i diritti civili, contro la guerra e nel movimento delle donne, ho evitato di scrivere un altro specifico “Basta…”. Questo finché la campagna elettorale ha posto in competizione due comunità, insieme alle guide spirituali di questo paese, come quella che si è aperta fra HRC e BO. Quindi.

{{Basta con il doppio standard…}}

Hillary è troppo aggressiva, ma anche troppo femminile, una verginella che si emoziona, e questo la rende un politico inadatto alla politica.

Lei è ambiziosa, ma lui mostra di avere il fuoco dentro (mai avute le doglie?)

Quando un idiota sessista ha gridato a HRC “stira la mia camicia!” è stato considerato divertente; se un razzista idiota avesse detto “lucida le mie scarpe!” a BO, questo fatto avrebbe ispirato ore di trasmissione e pagine di giornale per analizzare il nostro disonore nazionale.

I {giovani} politici Kennedy – Katleen, Kerry e Bobby junior – tutti sostengono Hillary. Il sen. Ted, a 76 anni, sostiene Obama. Se la situazione fosse stata rovesciata, i sapientoni avrebbero sbuffato: “Vedete? Ted e l’apparato seguono {lei}, ma la generazione che guarda in avanti segue {lui}. (Personalmente sono stata colpita sfavorevolmente dall’auspicio di Carolina sul ritorno dei Padri. Diversamente dal resto del mondo, gli americani hanno la memoria corta. Io ricordo ancora il suicidio di Marylin Monroe e una ragazza di nome Mary Jo Kopechne morta a Chappaquiddick).

{{Basta con questo veleno…}}

Il disgusto di Carl Bernstein sulle “caviglie grosse” di Hillary. I 527 gruppi che odiano Hillary organizzati da Roger Stone, l’imbroglione di Nixon, che si chiamano “Cittadini Uniti Non Timidi” (controlla le maiuscole [che formano la parola CUNT, in inglese l’organo genitale femminile]). John McCain che chiedendo “Come sconfiggere la puttana?” risponde “Buona domanda!” Avrebbe osato replicare nello stesso modo a “Come sconfiggere il bastardo nero?” {Che vergogna}.

Basta con lo schiaccianoci a forma di HRC con le punte di metallo fra le cosce spalancate. Se avesse avuto la forma di una bambola nera ballerina di tip-tap, ci saremmo sentiti {legittimamente oltraggiati} e {non} sarebbe stato venduto negli aeroporti. {Vergogna}.

Basta con le T-shirts più profondamente violente della storia delle elezioni, compresa una con lo slogan “Se solo Hillary avesse sposato O.J. Invece!” [O.J. Simpson èun campione sportivo nero che ha ucciso la moglie] {Vergogna}.

Basta con la trasmissione televisiva “Southpark”, che racconta una storia nella quale un terrorista nasconde una bomba nella vagina di HRC. Mi rifiuto di affogare il mio cervello in un gorgo abbastanza profondo da trovare un paragone razzista. {Che vergogna}.

Basta con l’idea malata e maliziosa che questo sia divertente. Non si tratta di “odiare Clinton o Hillary”. E’ {{odio verso le donne}}. È un atteggiamento {{patologico}}.
_ Se fosse contro gli ebrei, noi lo riconosceremmo subito come propaganda antisemita; se fosse sulla razza, vi riconosceremmo il veleno del KKK. Maledizione, il PETA [il movimento per un trattamento etico degli animali] insorgerebbe, se simili vomitevoli insulti fossero diretti contro {animali}. Dov’è il nostro senso del rispetto, come cittadini, come votanti, come americani?

{{Basta con la pratica giornalistica del tiro al bersaglio…}}

Il movimento delle donne e Media Matters hanno costretto Chris Mattews della rete MSNBC’s a scusarsi per i suoi continui commenti misogini ([www.womensmediacenter.com->http://www.womensmediacenter.com]). Ma che dire dei continui riferimenti sessisti di Tim Russert della NBC e dei gruppi di esperti (tutti maschi bianchi) che pontificano su razza e genere? O del sorrisino di Tony Harris della CNN, a proposito della “questione dei cromosomi” mentre intervista una donna sul Progetto Casa Bianca. E non nominiamo neppure Fox News.

{{Basta con la pretesa che la comunità nera sia tutta maschile e tutte le donne siano bianche…}}

{Sorpresa!} Ci sono donne in tutti i gruppi definiti da opinioni, colore della pelle, etnia, abilità, preferenze sessuali o età – non solo afroamericane, ma anche latinoamericane, native americane, americane provenienti dall’Asia e dalle isole del Pacifico, o dall’Arabia e – attenzione, in {ogni} gruppo, perchè un gruppo non sarebbe vivo, non esisterebbe, se non avesse prodotto questo.
_ Possono esistere pochi Paesi non razzisti, ma il sessismo è ovunque. Non importa in quanti modi una donna si possa liberare dalle altre forme di oppressione, rimane sempre un essere umano femmina in un mondo ancora così patriarcale che questa è la “norma”.

E allora, perché {tutte} le donne non possono essere fiere della loro umanità e dei secoli, dei millenni di lotte che {ci hanno portato} così lontano, come i neri americani, donne e uomini, sono giustamente fieri delle {loro} lotte?

Basta con una campagna nella quale lui deve passare per bianco (cosa che i bianchi – specialmente quelli ricchi – adorano), mentre lei deve passare per maschio (è ciò che uomini e donne le chiedono e che poi scoprono essere imperdonabile). Se lei fosse stata nera o lui fosse stato femmina, non avremmo avuto tutti questi problemi e io sarei stata al settimo cielo. Ma adesso una candidata così non avrebbe la minima possibilità, persino se condividesse con Condi la difesa della politica di Bush.

Stavo celebrando il ruolo di spinta finalmente contenuto nel fatto che le donne afroamericane stanno decidendo a quale dei due candidati offrire il proprio voto – quando un certo numero di femministe nere sostenitrici di Hillary mi hanno detto che venivano chiamate “traditrici della razza”.

Quindi basta con i discorsi sulla nostra più profonda ferita nazionale – la schiavitù – che fanno l’errore di non riconoscere che una schiavitù del lavoro e del sesso esiste {oggi} negli Stati Uniti e dovunque su questo pianeta, e la maggior parte di questi schiavi sono donne.

{Le donne hanno sopportato} l’odio legato a sesso/razza/etnia/religione, stupri e violenze, invasioni dello spirito e della carne, gravidanze forzate; sono state e sono la maggioranza fra i poveri, gli analfabeti, i disabili, i rifugiati, i malati di HIV/AIDS, i senza potere, ma anche fra chi presta assistenza a queste persone. {Siamo sopravvissute} all’invisibilità, al ridicolo, ai fondamentalismi religiosi, alla poligamia, ai lacrimogeni, alle alimentazioni forzate, alle prigioni, ai manicomi, al sati [suicidio delle vedove], al velo [in tutte le sue forme], alle mutilazioni genitali femminili, ai righi delle streghe, alle lapidazioni e ai tentati femminicidi.
_ {Abbiamo provato} la strada della ragione, della persuasione, della rassicurazione, delle qualificazioni eccellenti, solo per scoprire che, dopo tutto, il problema non era la qualificazione. {Sappiamo}, in questo momento storico, che le donne fanno esperienza del mondo in maniera differente dagli uomini – anche se non nello stesso modo fra l’una e l’altra – e {possono} governare in maniera differente, da Elisabetta Tudor a Michele Bachelet a Ellen Johnson Sirleaf.

Ricordiamo quando Shirley Chisholm e Patricia Schroeder si candidarono per un’alta carica e riuscirono appena a varcare la soglia – mostrarono tanta passione, trovarono così pochi finanziamenti, furono oggetto di tanti scherzi. Basta con tutto questo. (E basta con alcune femministe così “affamate” di una donna presidente da essere disponibili ad abbandonare i diritti delle donne sostenendo Elisabeth Dole.

{{Basta, basta con…}}

– il far ricadere su Hillary il biasimo di qualunque cosa fa Bill Clinton (compreso l’andare a donne, come i ragazzi Kennedy – nonostante, a differenza di loro, lui sia stato denunciato. Ma diciamo la verità. Se lui {non si fosse} battuto aspramente per lei, tutti avrebbero starnazzato su cosa {questo} significava. Ne abbiamo abbastanza di Bill e di Teddy Kennedy che difendono le loro corna di maschio Alfa, mentre Hillary paga per questo.

– un periodo in cui parte del popolo è così disgustata dalla politica che, facendo un confronto, la {mancanza} di conoscenza, esperienza e capacità è alla fine vista come {attraente}, in cui una maniacale cultura della celebrità ha talmente infettato le nostre elezioni che è meglio manifestare un brillante carisma piuttosto che capire la grande e globale complessità del potere su questo pianeta, dotato di energia nucleare e ferito.

– la nozione che è divertente eleggere un presidente bello e sicuro di sé che ritiene di poter imparare il mestiere, basta con Gorge W. Bush e la distruzione che ha provocato con la sua inesperienza, ignoranza e arroganza.

Basta con l’accusa a HRC di comportarsi come una che “ha il diritto di”, quando ha lavorato con intensità su qualunque cosa abbia fatto – compreso il fatto di diventare una che si impegna fino in fondo nelle cose, senatore di prima qualità del mio stato.

Basta con il fatto di sfruttarla come un test di Roscharch da parte delle donne che ne fanno lo schermo su cui proiettare le proprie paure, fallimenti, fantasie.

Basta con la frase “figura polarizzante” che descrive qualcuno che incarna i cambiamenti che le donne hanno fatto nell’ultimo secolo e che sono pronte a fare in questo. E’ ciò che il movimento delle donne ha espresso con una battuta: “{Stiamo diventando gli uomini che vorremmo sposare}”. Lei ci ha sentite, e lei {è così}.

Basta con alcune donne che lasciano che la storia passi oltre, torcendosi le mani, perché Hillary non è così “apprezzabile” come a {loro} è stato insegnato di dover essere o perché non lo ha lasciato, non ha potuto “controllarlo”, ha tenuto insieme la sua famiglia e ha allevato una figlia sana e intelligente. ({Pensate} il biasimo, [per HRC] se Chelsea avesse avuto i comportamenti alcoolisti e nevrotici dei gemelli Bush!).

Basta con le donne che arricciavano il naso perché non faceva i biscotti oppure li faceva, che l’hanno criticata perché aveva imparato le regole e {poi} l’hanno pressata per violarle. {All’inferno}. Non sta concorrendo al titolo di perfetta-pura-icona-regina del movimento femminista. Sta correndo per la Presidenza degli Stati Uniti.

Basta con l’ignoranza scioccante dell’America a proposito della storia, nostra e di altri paesi. Margaret Thatcher e Golda Meir si sono affermate provenendo dalle fila di un partito e dalla guerra, presentando se stesse come leader modello maschio.
_ {Quasi tutte le altre donne capi di governo erano più o meno in relazione [di parentela] con uomini di potere} – nipoti, figlie, sorelle, mogli, vedove: Gandhi, Bandaranike, Bhutto, Aquino, Chamorro, Wazed, Macapagal-Arroyo, Johnson Sirleaf, Bachelet, Kirchner e altre ancora. Anche nella nostra “terra delle opportunità” è spesso questa la prima strada che permette alle donne di “entrare”: alla Camera dei rappresentanti Doris Matsui, Mary Bono e Sala Burton; al Senato Jean Carnahan…sono troppe per fare la lista.

{{Basta con la rappresentazione distorta del divario generazionale…}}

Basta con la sedicente spontaneità dell’”Obama Girl”, che sfoggia online il suo culo fasciato dal bikini – confessando Oh no!, dopotutto {non era} questa la sua idea, alcuni ragazzi le hanno proposto di fare questo e le hanno imposto l’abbigliamento, che – dice – “mi fa sentire una cretina”.

Basta con le giovani donne così affamate di ottenere l’approvazione del maschio mostrando che non sono femministe (almeno non del tipo che minaccia davvero lo status quo), che non possono identificarsi con una donna candidata perché lei non ha paura dello {schifoso potere}, che temono che i loro ragazzi le possano guardare in modo strano se dicono qualcosa di buono su di lei. Basta con le donne di {ogni} età che {di nuovo} non si sentono all’altezza, borbottando “e se non fosse eleggibile?”, oppure “forse è il post-femminismo e … noi ce ne siamo ormai liberate”.
_ Lasciate che io risponda con un’affermazione della magnifica Harriet Tubman. Quando le fu chiesto come era riuscita a salvare centinaia di schiavi afroamericani con la Ferrovia Sotterranea durante la guerra civile, rispose amaramente, “Ne avrei potuto salvare migliaia – se solo avessi potuto convincerli che erano schiavi”.

Saluto con gioia tutte quelle gloriose giovani donne che si identificano con Hillary, e tutti quegli uomini coraggiosi e intelligenti – di ogni razza e di ogni età – che capiscono che questo è anche nel loro interesse. {{Lei è più qualificata. (Sembra ovvio, no?)}}
_ Lei è una candidata di altro profilo dotata di una vastissima comprensione delle sfumature della politica interna e estera, di attenzione ai dettagli, di abilità nell’assorbire insulti destabilizzanti e dolore personale mantenendo la dignità, di capacità di decidere, anche di senso dell’umorismo e di capacità di capacità di tenuta. (Ancora, {sì,} dannazione, consideriamo anche le sue capacità di connessione, le sue esperienze nel raccogliere fondi o nel costruire l’apparato politico. Obama era tremendamente felice di questo quando lei aveva raccolto soldi e fatto campagna elettorale per mandare lui in Senato la prima volta.)

Ma preferisco guardare avanti, e pensare a cosa potrebbe fare un buon presidente fra otto anni, quando la sua visione delle cose e il suo spirito sono stati arricchiti da una lunga pratica e avrà 54 anni. Intanto, basta con il trasformarlo in un lucente cavaliere quando in realtà è soltanto un astuto, raffinato politico con i discorsi scritti da chi ha lavorato con Ted Sorenson, il cortigiano che scriveva i discorsi dei Kennedy. Se si tratta solo di fare della retorica, lasciate fare ai {professionisti}. Ma questo cosa c’entra con il portare avanti le politiche che vogliamo vengano {approvate}?

E basta con il discorso dell’età…

Come osa {qualcuno} decidere unilateralmente quando voltare le pagine della storia, passando sopra alle disuguaglianze reali e alle sofferenze dell’elettorato con la promessa di una campagna elettorale buonista? Come osa qualcuno chiedere unità mentre porta divisione, o pensa che per far uscire dal torpore la gioventù degli Stati Uniti sia utile non considerare {la più numerosa classe d’età nella storia di questo Paese}: la generazione del boom demografico, la maggior parte della quale sono {donne}?

Le donne più anziane sono un gruppo che {non} diventa più conservatore con l’età – e noi siamo la generazione di radicali che diceva “le donne beneducate raramente fanno la storia”.
_ {Basta con la gentilezza in ogni bella serata che ogni uomo pretende da noi}. Noi siamo le donne che hanno cambiato la realtà degli Stati Uniti. E nonostante non siamo mai andate via, {preparatevi}: {siamo tornate}! Siamo le donne che hanno dato a questo Paese uguali condizioni di credito, paghe migliori, azioni positive, il concetto di una famiglia basata sul posto di lavoro; le donne che hanno messo in piedi centri e rifugi contro violenze e stupri, leggi contro gli stupri coniugali e gli stupri in seguito a un appuntamento; le donne che hanno difeso i diritti delle lesbiche alla custodia dei figli, che hanno combattuto per la riforma del carcere e fondato il movimento pacifista e quello ambientalista; che hanno insistito perché la ricerca medica comprendesse anche l’anatomia femminile, che hanno spinto gli uomini ad essere genitori più attenti, che hanno creato gli studi delle donne e Title IX [qualcosa che ha a che fare con lo sport], così noi tutti possiamo fare il tifo per le stelle della WNBA [la lega del basket femminile] e per Mia Hamm.
_ Siamo le donne che hanno liberato la sessualità dalla pornografia violenta, che hanno imposto la cura per i bambini nell’agenda politica nazionale, che hanno trasformato la demografia, l’espressione artistica, lo stesso linguaggio. Siamo le donne che hanno costruito {un movimento sparso in tutto il mondo}. Siamo le orgogliose eredi delle donne che hanno ottenuto per noi il {{diritto di voto}}, anche se ci hanno messo più di 50 anni.

{Noi siamo le donne che adesso rappresentano la maggioranza del corpo elettorale negli Stati Uniti.}

Hillary ha detto di aver trovato la sua vera voce nel New Hampshire. Non c’è donna vivente che, se è onesta con sé stessa, non sa cosa questo significhi. Poi, HRC è affondata grazie agli esperti della campagna elettorale, Bill, e l’ossessione dei media per Tutte le Storie di Bill.

E allora ascoltiamo la {sua} voce:
“Per troppo tempo, la storia delle donne è stata una storia di silenzio. {Anche oggi, c’è chi cerca di coprire le nostre voci}.

“E’ una violazione dei diritti {umani} quando alle bambine è negato il cibo, o sono affogate, o soffocate, o storpiate, semplicemente perché sono nate femmine. E’ una violazione dei diritti {umani} quando donne e ragazze sono vendute come schiave o prostitute. E’ una violazione dei diritti {umani} quando donne vengono affogate con il petrolio, gettate nel fuoco e bruciate a morte perché la loro dote viene ritenuta troppo piccola.
_ E’ una violazione dei diritti {umani} quando singole donne vengono stuprate all’interno della propria comunità e quando migliaia di donne sono soggette a stupri come tattica o premio di guerra.
_ E’ una violazione dei diritti {umani} quando la principale causa di morte fra le donne fra 14 e 44 anni è la violenza che subiscono nelle loro stesse case. E’ una violazione dei diritti {umani} quando alle donne è negato il diritto di progettare la propria famiglia, sia che le si costringa ad abortire, sia che vengano sterilizzate contro la loro volontà.

“I diritti delle donne sono diritti umani. Fra essi c’è {quello di parlare liberamente e quello di essere ascoltate.}”

Questo il [magnifico discorso di HRC->http://www.americanrhetoric.com/speeches/hillaryclintonbeijingspeech.htm] che sfidava il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti e il governo cinese durante la Conferenza di Pechino sulle donne nel 1995

E questa è la {sua} voce, a 22 anni, nel “[Discorso in occasione della laurea, di Hillary D. Rodham, Presidente dell’Associazione del College di Wellesley, classe 1969->http://www.wellesley.edu/PublicAffairs/Commencement/1969/053169hillary.html]”

“Noi, tutte noi, stiamo esplorando un mondo che nessuna di noi capisce, cercando uno stile di vita più spontaneo, coinvolgente, profondo…cercando l’integrità, il coraggio di essere intere, di vivere in relazione reciproca, nella pienezza della gioia di esistere. La lotta per una vita integrata, in un’atmosfera di comune fiducia e rispetto ha conseguenze tremendamente importanti sul piano politico e sociale…La paura ci accompagna, ma noi non abbiamo tempo per avere paura.”
Lei concluse il discorso con l’impegno “a realizzare, con tutte le facoltà del nostro essere: {l’arte del rendere possibile}”.

E, per decenni, ha imparato {come fare}.

Ma non serve che Hillary guardi a sé stessa con il senno del poi. Il vero problema è più serio del fatto se {lei} saprà ritrovare la {sua} voce. {Riusciremo noi a ritrovare la nostra}? Saremo capaci di fare questo per noi? “{{{Un(a) presidente nostra, proprio per noi}}}!”

Il tempo è poco e il quadro si sta stringendo. Dobbiamo far crescere la nostra energia e la nostra rabbia come abbiamo fatto quando la coraggiosa Anita Hill fu trattata così vilmente nel Senato degli Stati Uniti, come abbiamo fatto quando la disperata Rosie Jiminez fu uccisa per un aborto illegale, come abbiamo fatto e facciamo per le donne di tutto il mondo che sono condannate per aver cercato di farsi avanti. Abbiamo bisogno di {vincere}, questa volta.
_ Basta con il sostegno tiepido di HRC, con ambigui distinguo e sorrisetti di scuse. E’ tempo di fare lavoro volontario, fare telefonate, mandare email, dare soldi, discutere, manifestare, marciare, gridare, {{votare}}.

E io? Io sostengo Hillary Rodham perché è la più qualificata fra {tutte} le candidature in corsa in {entrambi} i partiti. La sostengo perché la sua politica progressista è forte come la sua comprovata abilità di contrastare quello che sarà un massiccio attacco della destra nelle elezioni.
_ La sostengo per la sua rinfrescante capacità di pensare e io sono arcistufa di otto anni di un “allegro unificatore” dalle politiche giaculatorie. Non ho bisogno di essere d’accordo con lei su tutto. Sono d’accordo con il 97% delle sue posizioni, che sono identiche a quelle di Obama – {e} con quelle poche in cui lei è più pragmatica e più a sinistra di lui (p.es. l’assistenza sanitaria). La sostengo perché ha finalmente rotto lo stereotipo della first lady e fatto storia come senatrice brava, e perché credo che continuerà a fare storia non solo come la prima donna presidente degli Stati Uniti, ma come una grande presidente degli Stati Uniti.

E per la questione “donna”?
Io, per quanto mi riguarda, voto Hillary non perché è una donna, ma perché lo sono Io.

[Robin Morgan->http://www.RobinMorgan.us]
_ Febbraio 2008 – New York City

Proposto e tradotto da Anna Picciolini con
l’amichevole supervisione/controllo di Debora Picchi.