Stanotte, un’altra persona eccezionale, con cui ho condiviso sentieri fondamentali della mia vita e del mio impegno, se ne è  andata. Lidia era una donna con un’etica forte e valori che continuano ad essere i miei. “Che la terra ti sia lieve” ha titolato Il Manifesto oggi.  Parole forti   e delicatissime. “Un  altro pezzo della nostra vita se ne va, abbracciamoci tutte insieme per questa altra perdita”, scrive Maria Paola  su Il Paese delle donne, omaggiandola con ragioni e sentimenti bellissimi. Già oggi, purtroppo  non è  solo una sensazione, ma la concreta e compiuta certezza della fine di un’epoca della nostra storia umana e politica. Ci lasciano compagne di tante lotte e, non per età avanzata, ma perché stroncate da una orribile pandemia. Tutto ciò distrugge, demotìva, sconforta, smembra coordinate e visioni.

Ma, forse  prendendo spunto dalle idee e insegnamenti di chi  non è  più tra noi, potremmo  e dovremmo, anche per loro, continuare a credere che  si possa  e si debba cambiare il pianeta.  Tenace come sempre, con grande resistenza, partigiana dei diritti di tutti e delle donne, non si è  mai risparmiata per il bene degli altri, per costruire un mondo differente. Ho lavorato con Lidia negli anni  ’70  nel Pdup, al Manifesto e  nel settimanale “Avvenimenti” e  in tante battaglie lei metteva la persona al centro di ogni cambiamento, svelando e donando  tutta l’umanità che aveva dentro.

Voglio ricordarla, in un giorno di settembre agli inizi degli anni  ’80 a Venezia, a casa sua. Ero andata ad una riunione sindacale e, poi mi sono incontrata con lei. Era un’amica e, parlando anche di emancipazione e liberazione delle donne , parlammo tra noi della nostra vita di donne  come in una perenne autocoscienza. La sua mente era oltre ogni definizione o verità precostituite.

Un altro dolore per averti perduto  Lidia, ma ci hai lasciato tanto e ti portiamo dentro.