I genitori e la sorella di 18 anni di Raul, Fernando, Sebastian e Patrizia, i quattro bimbi Rom arsi vivi nel rogo del 6 febbraio scorso a Roma – le cui cause non sono ancora state chiarite – potrebbero essere imputati di “abbandono di minore”, reato previsto e punito dall’art. 591 del Codice Penale. La Procura di Roma ha infatti comunicato nel tardo pomeriggio di ieri di aver aperto un fascicolo contro ignoti ipotizzando il reato succitato. “Imputare ai genitori, già tremendamente afflitti per la morte dei loro piccoli, la colpa di averli abbandonati” commentano {{Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau, co-presidenti dell’organizzazione umanitaria Gruppo EveryOne,}} “sarebbe una grave incongruenza giudiziaria. Si tratterebbe del rinnovarsi di una forma di persecuzione che ha già colpito più volte il popolo Rom: ricordiamo il caso emblematico del rogo di Livorno, dove i genitori dei quattro bimbi morti in un campo abusivo, presumibilmente per un attentato (rivendicato dal gruppo razzista ‘Gape’), furono incarcerati, senza poter partecipare ai funerali dei loro piccoli, e costretti a patteggiare una condanna per evitare di restare per anni in prigione. Questa metodologia, che ci auguriamo non colpisca la famiglia già straziata dalla perdita di quattro amati bambini, rappresenterebbe il capovolgimento delle dinamiche di una tragedia causata dall’esclusione sociale e dalla discriminazione razziale” aggiungono gli attivisti.

“Ricordiamo che alle soglie dell’Olocausto gli ebrei venivano affamati, spogliati dei beni e privati del lavoro. Costretti a mendicare, rubare e mandare i bambini a cercare mezzi di sopravvivenza, venivano accusati di essere ladri, accattoni, infingardi e di non aver cura neanche dei propri figli. Dicerie che, tutte insieme, li accompagnarono fino allo sterminio. Oggi con i Rom si verifica una persecuzione analoga, e non sono i soli difensori dei diritti umani ad affermarlo, ma anche sopravvissuti alla Shoah come Piero Terracina, Nedo Fiano o Tamara Deuel, ebrei che vissero sulla propria pelle la persecuzione e la negazione di ogni diritto fondamentale”.

Il sindaco di Roma {{Gianni Alemanno}}, appresa la notizia del rogo, ha posto un aut aut alle comunità Rom: o accettano le condizioni poste dal comune o “si potrà procedere anche all’affidamento dei minori”, escludendo per i Rom ogni ipotesi di accesso alle case popolari.

“Strappare i bambini ai legittimi genitori” dichiarano al riguardo i rappresentanti di EveryOne, “altro non è che {{la soluzione finale della questione Rom,}} dove le famiglie Rom perseguitate subirebbero l’ulteriore tormento di vedersi togliere i bambini, calpestando in primo luogo il diritto dei fanciulli di crescere in famiglia, aiutati dalle istituzioni per far fronte all’indigenza e all’esclusione sociale”.

{{Il Gruppo EveryOne chiede alla Procura di Roma}} di non procedere all’iscrizione nel registro degli indagati dei genitori e della sorella maggiorenne delle quattro vittime, e si appella al Presidente Napolitano affinché, al di là delle apprezzabili parole di circostanza, la famiglia Rom sia davvero tutelata da nuove discriminazioni.

“Chiediamo a {{Navi Pillay}}, Alto Commissario ONU per i Diritti Umani, nonché a {{Viviane Reding}}, vicepresidente della Commissione europea, di vigilare affinché le autorità e le istituzioni italiane non procedano in giudizio contro i familiari dei bambini, bensì tutelino e assistano concretamente loro e tutti i nuclei familiari Rom soggetti a tenori di vita inammissibili in un Paese civile. In Italia si sono già verificati innumerevoli casi di sottrazione di minori alle famiglie Rom dettati dall’indigenza delle stesse e il vero abbandono” concludono i co-presidenti del Gruppo EveryOne, “è quello perpetrato dalle istituzioni italiane, che attuano sgomberi disumani, non ottemperano i loro doveri di assistenza e protezione in presenza di grave precarietà, sia in termini di igiene che di sicurezza. Ricordiamo che solo qualche giorno fa a Firenze un Rom romeno costretto all’addiaccio e all’indifferenza delle amministrazioni è deceduto in seguito a complicazioni cardiovascolari da pregressa polmonite. La Croce Rossa Italiana ha proposto da tempo alle istituzioni piani concreti ed efficaci di tutela e inclusione delle famiglie Rom, elaborati in collaborazione con le organizzazioni specializzate in questa delicata emergenza sociale: è il momento di metterli in atto.”.

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{immagine da: viveresenigaglia.it}