Si fa un gran parlare in questo tempo di pandemia, di limitazione delle libertà personali dei singoli perché ci viene chiesta una responsabilità personale ed una coscienza civica, cioè l’appartenenza ad una comunità.

I test che vengono eseguiti per verificare  il contagio del coronavirus sulle persone, in realtà si stanno dimostrando dei test sul grado di umanità, altruismo, civismo. Tre valori che non si misurano eseguendo tamponi.

Falsi miti su cosa sia libertà, falsi miti della gioventù di storica e nefasta memoria, si sono diffusi ampiamente.

Il pianeta e la nostra specie quella animale e vegetale, rischiano di scomparire per le mutazioni climatiche, la deforestazione, l’immissione di sostanze tossiche nell’aria e nel cibo. Intere aree verdi distrutte per costruirci grattacieli. Tutto questo frutto di politiche capitalistiche che non hanno mai messo al centro la persona e la salvaguardia dell’ambiente. Per non parlare del nucleare, delle guerre anche quelle batteriologiche. Siamo stati attraversati da altre epidemie e pandemie. Ma oggi è più grave, perché le condizioni  di vita dell’umanità e della terra si sono aggravate, invece di migliorare.  Lottiamo per i diritti, l’uguaglianza nel rispetto delle differenze, senza accorgerci delle storture e dei rovesci. La politica è in mano alla speculazione finanziaria, all’accumulazione delle ricchezze in mano di pochi. Si è creato un gap terrificante tra gente senza tetto, senza cibo, senza istruzione e gente che si è impoverita,  ricchi  e ricchissimi.

Nella società attuale si offuscano i valori, l’etica del dono e  della solidarietà, dell’equa distribuzione delle risorse;  il dono e lo scambio sono uniti in un abbraccio parassitario dentro  un sistema patriarcale che vede l’uomo sfruttare l’uomo e,  anche economicamente le donne. Occorre una visione  e un cambio di paradigma sociale per poter ricominciare da capo. Non più un homo economicus o homo sapiens, ma  un essere e basta e non solo avere. Una visione anche di una economia per gran parte gratuita che riconosca l’intreccio tra l’oppressione delle donne assieme all’oppressione di tutti.

Senza riconoscere che il diritto alla salute dell’individuo e dell’ambiente sono le madri di tutti i diritti, non si superano le  problematiche millenarie che ci attraversano. Corsi e ricorsi vichiani, essere o avere, l’io e il noi. Ecco che,  nel mostro coronavirus che stiamo cercando di superare , si palesa in modo, questo si estremamente virale, l’egoismo, l’individualismo, l’indifferenza, l’asocialità.  Non deve esistere “la libertà” di contagiare gli altri, ma il dovere di difendersi dal male difendendo tutti. In un momento di emergenza,  si devono seguire in maniera comune, delle regole per difendere noi stessi e tutti dall’ammalarsi; ma sempre oserei dire, se ci fosse una vera educazione civica e il vero rispetto dell’altro. Rispetto che significa sempre recepire l’altro, guardare dentro non la superficie. Di contro c’è tanta solidarietà e umanità da parte di molti.

Questo virus cadutoci addosso come una valanga ha accentuato lo spartiacque tra giovani e meno giovani.

All’inizio era martellante la frase, ripetuta dai media, che il male colpiva soprattutto i vecchi. Abbiamo poi visto che colpisce tutti. Ma è certo che spazza via davvero almeno due generazioni, per buona pace dell’INPS.  La protezione dei più fragili, dei più deboli è stata spazzata via. Non deve esistere,  in quella che chiamiamo civiltà, l’idea che sia un ricambio naturale. L’idea che una persona che ha superato i 60 anni non debba più avere la sua dignità, la sua voglia di vivere, il diritto ad essere amata e curata, come i giovani e i bambini, o il dare e ricevere tra generi e generazioni. Il male è trasversale, è cieco come la fortuna forse, ma non livella le condizioni di vita, così diverse, di ognuno di noi. Il virus distingue le classi sociali e i ceti. Qui allora, il vero problema da affrontare: il diritto sacrosanto ad avere una sanità pubblica vera. La logica del profitto ha portato poi a vere azioni truffaldine anche sulla vendita di dispositivi sanitari, situazioni di sciacallaggio e delinquenza, prevedibili.

Un altro aspetto di questa piaga virale è l’accrescimento esponenziale dei conflitti di genere, delle violenze sulle donne e anche sui minori. Far perdere posti di lavoro, soprattutto alle donne. Elargire permessi di maternità e paternità ben sapendo che questi non vengono mai condivisi fra i sessi, ma è sempre la donna che ha il doppio, triplo, quadruplo lavoro di cura. C’era uno slogan qualche anno fa, anche se gli slogans non mi piacciono che recitava: l’uomo cambia anche il pannolino del bambino, ma poi lo getta a terra!!!

Il coronavirus lo battiamo con le cure mediche e se vengono stanziati fondi per la ricerca scientifica.

Il virus del patriarcato capitalista, dell’egoismo, del nazionalismo e del “mors tua vita mea” lo sconfiggiamo solo con una grande rivoluzione culturale, un nuovo stato sociale, una nuova economia. Lo sconfiggiamo lottando per un ambiente sano, per un mondo senza guerre, senza miseria. Un mondo con diverse relazioni fra i popoli e fra le persone.

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