Il Tribunale di Milano come la Corte Europea dei diritti dell’uomo che mesi fa aveva affermato che il divieto di fecondazione eterologa, la donazione di ovociti o di seme esterno alla coppia, non è compatibile con la Convenzione europea dei diritti dell’uomo che sancisce il diritto al rispetto della vita privata e familiare e il divieto di discriminazione.La legge 40, che pone quel divieto assoluto, viene quindi rinviata alla Corte
Costituzionale su una questione destinata a suscitare grande interesse ed anche
opposizione come nel marzo del 2009 quando vi fu la dichiarazione di
incostituzionalità di quella parte della legge che imponeva la procedura medica
standard, dell’impianto di tre embrioni, per ogni pataologia in stridente contrasto
il diritto alla salute sancito dall’art. 32 della Costituzione.

Il caso che ha portato a far decidere in questo senso è quello di una giovane
coppia sposata da pochi anni dove lui è affetto da sterlità assoluta, e dove lei
può dare alla luce un bambino solo attraverso donazione di gameti che però in Italia
è vietata dalla legge sulla fecondazione assistita.

Il Tribunale ha accolto il ricorso dei coniugi assistiti dagli avvocati, prof.
Marilisa D’Amico, Ileana Alesso, Massimo Clara, Maria Paola Costantini e Sebastiano
Papandrea perchè il divieto di eterologa:

– non garantisce il diritto fondamentale alla piena realizzazione della vita privata
familiare come espressi e riconosciuti dall’art. 2 della Costituzione;
– nega il diritto alla maternità e alla genitorialità e tratta in modo diverso le
coppie che hanno problemi di sterilità assicurando minore tutela a quelle che hanno
problemi più gravi, violando così i principi di non discriminazione e di
ragionevolezza, espressi dall’art. 3 e 32 della Costituzione.

Nel processo sono intervenute a sostegno della coppia le Associazioni
SosInfertilità di Milano, Menopausa precoce di Ferrara, ed Hera di Catania per
supportare le ragioni della causa e la attuazione del diritto alla salute e alla
dignità della persona .
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