Articolo di Rosaria Gasparro*

 

La foto che rimbalza in rete da un paio di giorni sulla splendida resistenza No Tap in Salento

I bambini non si arruolano nelle proteste, dice Eraldo Affinati nel suo commento su Repubblica di domenica. Pensiero condiviso dal presidente di Confindustria di Lecce. Per lo scrittore farsi carico della loro coscienza in via di formazione, significa non coinvolgerli “in un’impresa che non avrebbe dovuto riguardarli”.

Cosa allora riguarda i bambini e le bambine? Può essere il portare i propri figli con sé nei luoghi in cui si è nati, dove si è cresciuti, in quei luoghi che riguardano tutti in un tempo che ci comprende senza differenze di età, un atto irresponsabile di povertà educativa?

La responsabilità “del principio di umanità che rappresentano” non vale sempre?

Quando scegliamo di portarli in chiesa, di portarli allo stadio, di educarli ad essere tifosi, campioni o principesse di qualcosa, quando passiamo le domeniche nei centri commerciali, quando scegliamo come vestirli, cosa devono mangiare, che scuola devono frequentare, chi saranno i loro amici, quando gli compriamo il tablet di ultima generazione; quando li guidiamo nelle religioni che noi abbiamo scelto, confessionali o di consumo, con le loro liturgie e le loro parate, mentre indirizziamo non soffochiamo e non ‘bruciamo’ la loro formazione con la nostra visione della vita, povera o ricca che sia?

Portare i propri figli nella natura, in un bosco, su una spiaggia, in una oasi protetta, su un sentiero di campagna per educarli alla bellezza, al sacro qui e ora, per difendere insieme gli alberi, i 211 che saranno poi 10 mila, aria, terra e acqua, non rientra nelle libertà educative dei genitori, non costruisce una pratica di comunità, di legami, di educazione all’impegno, un patrimonio condiviso di valori? Perché non farli diventare tifosi dei colori della natura, della qualità della vita e della nonviolenza?

Una religione civile in cui adulti e bambini si prendono per mano e costruiscono vincoli con il creato, per non deturparlo. Una educazione alla cittadinanza che insegna ad esprimere apertamente le proprie convinzioni, il proprio sentimento di appartenenza. Che a volte, come in questo caso, difende e si oppone, si fa protesta di pace, di 86 sindaci su 99 e di migliaia di comuni cittadini, si fa etica laddove tutto è denaro. Si fa vincolo di fede tra paesaggio e persone, un vincolo capace di custodirsi custodendo.

* maestra, vive a San Michele Salentino