articolo di Luigi Offeddu

2458829-k0oE-U43250892201774HSE-1224x916@Corriere-Web-SezioniI 4 Paesi al mondo che più rispettano l’uguaglianza fra i sessi e i diritti delle donne sono tutti incastonati nel Nord Europa: Islanda, Finlandia, Norvegia, Svezia. Sono, come dicono in coro il World Economic Forum, l’Unesco e l’Ocse, le 4 «best countries for women», le 4 nazioni dove per una donna è meglio vivere e lavorare. Eppure, tre fra loro -Finlandia, Norvegia e Svezia- hanno anche un primato opposto e raggelante: molto più che nei Paesi del Sud-Europa, le donne vi sono maltrattate, offese e anche uccise dai loro partner diretti.

Il femminicidio, e altre barbarie, non conoscono confini. È il cosiddetto «paradosso nordico» cui i ricercatori non hanno ancora trovato una risposta sicura. La Finlandia, per esempio: è seconda nella classifica delle «best countries», è riuscita a colmare l’85% delle differenze di genere fra i sessi, ma secondo varie ricerche e uno studio più recente del giugno 2016 comparso su Social science and medicine il 30% delle sue donne subisce durante l’arco della vita quella che viene definita «violenza fisica, violenza sessuale, stalking e aggressione psicologica da un partner attuale o passato»; mentre la stessa media nell’Unione Europea è del 22%.

E la Svezia? Quarta fra le «best countries», ma con un 28% di violenze domestiche subite in media dalle sue donne. E la Danimarca? Numero 19 fra le «best countries», agghiacciante primo posto (32% di casi nell’arco di una vita) per abusi, botte, umiliazioni con vittime femminili. Mentre Italia, Portogallo o Spagna –Paesi del Sud tradizionalmente associati a immagini di “machismo” o comunque di pesante disuguaglianza fra i sessi (che comunque esistono davvero, non sembrano essere solo luoghi comuni) restano al di sotto del 30%. Il «paradosso nordico» ha trovato finora due sole ipotesi di spiegazione. Primo, dipende molto dal numero delle denunce, in un Paese che garantisce loro parità di genere e (in teoria) pieni diritti civili, le vittime si sentono più libere di denunciare ciò che loro accade. Seconda ipotesi: garantendo pieni diritti civili alle donne, le «best countries» provocano la reazione di uomini che si sentono minacciati nel proprio potere e nelle propria identità, perciò rispondono sempre più con l’unica arma che conoscono, la violenza. Può essere: ma è un’ipotesi che fa rabbrividire.