biodinamicaI piccoli orti sono l’inizio di una piccola rivoluzione contro lo sfruttamento della terra: “L’orto è un gesto rivoluzionario“ dice Pierre Rabhi.
L’agroecologista, filosofo, ortolano sostenitore di una “sobrietà felice” in un’intervista a Le Figaro dice, ad esempio, che i microrganismi, batteri o vermi, invece di essere combattuti, vanno difesi e che le piante hanno l’intelligenza per scegliere ciò di cui hanno bisogno, basta dare loro buona terra e sapere cosa va loro associato in maniera complementare.

Sostiene di non essere un vegetariano “corretto” ma anche che “è assurdo disporre di ettari per alimenti di origine animale per poi produrre in maniera massiccia proteine di cui non abbiamo necessità”. Nutrirci correttamente insomma…

C’è un video documentario in italiano “Il mio corpo è la Terra” (di Carola Benedetto e Igor Piumetti, 2012, 30′ )che racconta la “rivoluzione gentile e agro-ecologica” di Pierre Rabhi e il suo impegno per ripristinare l’armonia fra uomo e natura, elemento imprescindibile — dice Rabhi — per salvare la vita del nostro pianeta e di noi stessi e un’intervista preziosa con sottotitoli in italiano.

Pierre Rabhi
Pierre Rabhi

Per chi non lo avesse conosciuto come me, fino ad oggi, Pierre Rabhi è un filosofo, poeta, scrittore ma soprattutto agricoltore biologico. E’ nato in Algeria nel 1938, sposatosi con Michelle, si trasferì in Ardèche, spinto dall’amico, il dottor Pierre Richard, medico ambientalista e visionario che si occupava della creazione del Parco Nazionale delle Cévennes.Ha lavorato come bracciante, spargendo concimi chimici sulla terra che coltivava e la cosa non gli piacque affatto. “Poi grazie ad un prestito di soldi da parte di un amico compra un terreno tutto suo da poter coltivare come vuole lui, per poter lasciare ai suoi cinque figli qualcosa di più di una terra inquinata. Comincia con un piccolo allevamento di capre, non vuole “produrre”, lui vuole sperimentare un’agricoltura biodinamica, con la quale produrre quello di cui ha bisogno, utilizzando fertilizzante naturale.

Il terreno sotto le sue mani cambia, da sterile diventa ricco di sostanze organiche, questa è la spinta decisiva che fa si che Rabhi pensi alla sua terra natia.

In un articolo spiega che l’Africa è un paese ricco di risorse e poco popoloso, e perché è così povero… continua qui .

La rivoluzione di Pierre Rabhi è dunque “Faccio quello che dico, dico quello che faccio

 

VIDEO FOTO E RIFERIMENTI SU http://www.agoravox.it/Orto-e-rivoluzione-parola-di.html