Incoraggiare le giovani donne a intraprendere gli studi nel campo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione: risultati di un’esperienza pilota condotta dalla Commissione europea.Il divario tra donne e uomini nel settore delle nuove tecnologie preoccupa la Commissione europea che ha approfittato di questo Otto marzo per fare il punto sulla situazione. “Le statistiche parlano chiaro – ha affermato la commissaria alla Società dell’informazione e ai media Viviane Reding – {{le laureate in scienze informatiche sono in calo}}. E’ necessario incoraggiare un numero maggiore di donne a intraprendere gli studi e una carriera in questo campo e mettere a frutto il loro potenziale creativo”.

Secondo Eurostat, l’importante incremento del numero dei laureati in scienze informatiche dal 1998 al 2004 non riguarda direttamente le donne: se nel 1998 il 25 per cento delle donne intraprendeva un percorso accademico in questo ambito, nel 2006 solo il 22 per cento di loro ha compiuto questa scelta.

Le cause di questo divario sono molteplici ma evidentemente non era né la sede né il momento per discuterne davvero: obiettivo dell’incontro, in fin dei conti, era presentare alla stampa i video-diari delle protagoniste di {ITgirls}, un’iniziativa che che ha permesso a {{sei ragazze tra i sedici e diciassette anni di seguire per un giorno il lavoro di una professionista (ingegnera o dirigente)}} di cinque società informatiche in diverse città europee.

Il video in sé non ha nulla di speciale: è una sequela di sorrisi e di loghi pubblicitari delle aziende che si sono prestate all’esperimento, e nessuna delle giovani donne chiamate a commentare il risultato di quelle immagini ha accennato al problema delle discriminazioni e del divario salariale esistenti in questo settore. Anzi, una di loro, interrogata dalla stessa commissaria, ha persino affermato di non aver riscontrato differenze di trattamento tra uomini e donne nell’impresa che l’ha ospitata (per un giorno!) dove è stata accolta con tutta l’attenzione e l’interesse possibile. Le {tutor} presenti hanno tralasciato ogni commento preferendo sottolineare nei loro brevi interventi l’importanza di operazioni come questa per {{invogliare le giovani ad avvicinarsi allo studio delle nuove tecnologie}}. E il fine ultimo di questo video-diario a sei volti è proprio questo: circolare nelle scuole superiori per invogliare le studentesse ad intraprendere una carriera nelle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC); e nelle imprese, per far comprendere l’importanza del ruolo delle giovani donne “nell’Europa tecnologica di domani”.

Alla domanda da noi posta sulle {{garanzie necessarie alle giovani donne}} che intraprendono simili percorsi di studio, perché non restino ai gradini più bassi della piramide delle TIC (call-center, servizi di help-desk, ecc.) ma trovino il loro spazio come produttrici di innovazione, è stato risposto: “Di qui al 2010 l’Europa sentirà la mancanza di circa 300 000 figure professionali qualificate in questi ambiti e dovrà correre ai ripari per riempire questi vuoti: lavoriamo perché le donne possano contribuire numerose a ricoprire quei posti, e le imprese non si potranno permettere il lusso di lasciarsele scappare”. Un rapporto completo della Commissione europea sulla situazione delle donne nelle TIC è atteso per il mese di ottobre.