Il “Lato oscuro degli uomini “è il testo che mi aspettavo da tempo, era nell’aria ormai: molte di noi, femministe storiche, ci accorgevamo dell’ inefficace sforzo di limitare il dilagante fenomeno del femminicidio guardandolo solo dal lato femminile. Il libro, che prende le mosse da {{una ricerca nata da un’emergenza nazionale e internazionale}}, si propone di ricostruire, pur nell’ambito degli studi dell’ultimo decennio, “un segmento del contrasto alla violenza di genere ancora sconosciuto”.

Si è puntato{{ lo sguardo sul maschile senza perdere la centralità del femminile.}}

L’intervento sul femminile, in effetti, arriva sempre ad atto compiuto, sempre troppo tardi e solo per alleviare un danno già prodotto; se si vuole studiare il fenomeno per prevenirlo è sul maschile che bisogna operare.

{{In Italia}} la questione maschile è stata {{sottovalutata e offuscata}} dall’ emergere di quella femminile. Il testo vede discutere uomini e donne di diverse competenze sulle concezioni e visioni del mondo che spingono gli uomini alla violenza contro le donne e sui modelli d’intervento.

Il maschio violento è stato troppo spesso visto come un malato o un delinquente, come un mostro, invece, non è altro che {{un individuo “normale”}}, sul quale pesano retaggi antichi e reazioni a nuovi comportamenti femminili, atti di libertà ormai acquisiti da larghe fasce di donne. Non si vuole assolutamente sottovalutare la situazione della donna violentata cioè della vittima ma la questione è “come leggere la violenza, magari immateriale e sottile, nel comportamento maschile, nelle normali relazioni uomo-donna” di cui il femminicidio è solo la punta di un iceberg. La ricerca vuole mettere in evidenza una questione maschile, a partire soprattutto dalla parola che gli uomini stanno prendendo su se stessi.

In Italia {{gruppi di uomini }} sempre più consistenti fanno percorsi di consapevolezza di sé: i più conosciuti sono Maschile Plurale, di cui è esponente Claudio Vedovati, Il Cerchio degli Uomini, di cui è un esponente Roberto Poggi, autori di due saggi del libro. Nascono, inoltre, {{centri antiviolenze, consultori e sportelli rivolti al maschile}} come il Consultorio per uomini di Bolzano, Interpares/intervento con uomini violenti di Trieste, a Torino lo Sportello ascolto disagio maschile, a Rimini LDV/Liberi dalla violenza, a Firenze Centro degli uomini maltrattanti etc.

Comunemente quando “si vedono gli uomini violenti si pensa sempre che siano uomini che vivono ai margini della nostra “civiltà”, che non sanno “controllare” le loro pulsioni, che non hanno avuto accesso all’istruzione, che sono caduti disturbati psicologicamente”, si cerca di allontanare da sé il problema. Nonostante la responsabilità sia individuale, invece, c’è sempre {{una complicità collettiva }} che coinvolge l’intero genere maschile: è questo il dato che il testo mette ben in evidenza e sul quale soprattutto gli uomini sono chiamati a riflette.

La violenza contro le donne è {{l’espressione di modelli e pratiche che riguardano il desiderio, la sessualità, le relazioni normali,}} quelle di tutti i giorni, con le proprie donne compagne mogli. L’attenzione va riposta sulle relazioni nelle quali qualcosa sta cambiando. {{Qualcosa già è cambiato}} grazie “al desiderio portato dalle donne nelle relazioni a partire dalla loro libertà, perché si sta esaurendo il vecchio ordine patriarcale”, ma gli uomini non sono ancora pronti a rispondere a questo cambiamento, bisogna ricercare nuovi modelli d’intervento: sportelli di ascolto, corsi di autodifesa (che insegnino a come difendersi da se stessi), gruppo di soli uomini.

La cosa più determinante resta, però, {{la pratica del partire da sé }} che nasce dalla consapevolezza, la presa di coscienza del proprio genere, l’autocoscienza maschile: un metodo molto efficace già sperimentato da noi donne.

{Il Lato oscuro degli uomini. La violenza maschile contro le donne: modelli {{d’intervento}}}
_ A cura di{{ Alessandra Bozzoli}}, {{Maria Merelli,}} {{Maria Grazia Ruggerini,}}
_ ed. Ediesse