Cristiana Capotondi nel ruolo della protagonista Nina

Probabilmente non c’era momento più adatto nella storia come questo per l’uscita nelle sale cinematografiche di un film capace di raccontare l’argomento delle molestie sul posto di lavoro. Un problema che non conosce nessun confine. Cristiana Capotondi è la protagonista di questo film diretto da Marco Tullio Giordana.

Una donna che ha il coraggio di denunciare abusi e intimidazioni si trova sola, avvolta nel silenzio  di chi ha li ugualmente vissuti ma non ha la forza di sottrarsi al ricatto. Un colpevole che si fa scudo di complici compiacenti e della certezza dell’immunità, sicuro di non dover mai rispondere davanti alla legge dei sui crimini. Nome di donna racconta una vicenda di molestie sul lavoro in una casa di riposo per anziani danarosi. Le atmosfere, narrate dal regista de I cento passi, La meglio gioventù, Romanzo di una strage, rimandano alle atmosfere del suo cinema civile. «Il copione di Cristiana Mainardi mi è stato proposto due anni fa — racconta Giordana al Corriere —. Ha il pregio di sottrarsi alla trappola insopportabile del film militante, della buona causa. Mette al centro un personaggio coraggioso. Nina, madre single che per bisogno si trasferisce da Milano nelle campagne del cremonese non è così diversa da Lea Garofalo o Licia Pinelli che dovettero affrontare in solitudine la faccia più odiosa del sistema».

Nina sarà costretta a confrontarsi con le sue colleghe, italiane e straniere, per affrontare il direttore della struttura, Marco Maria Torri (Valerio Binasco), in una battaglia sul diritto per far valere le sue ragioni..

“Questo film parla delle molestie sul luogo di lavoro – sono sempre le parole di Marco Tullio Giordano – tema balzato di recente agli onori della cronaca ma nascosto per anni sotto il tappeto. Non è un film di denuncia, l’ultima cosa al mondo che m’importa è fare il moralista. Il film indaga più che sul ‘fatto’, sul sasso lanciato nello stagno, sulle conseguenze che ne derivano, sui cerchi che si allargano fino a lambire sponde anche molto lontane. Una di queste è l’ostilità che immediatamente avvolge la vittima, l’insinuazione che ‘se la sia cercata’, la solitudine in cui si trova chi non intende sottostare”.

Nel cast artistico della pellicola figurano Cristiana Capotondi, Valerio Binasco, Stefano Scandaletti, Michela Cescon, Bebo Storti, Adriana Asti, Michele Riondino e Laura Marinoni.