La verità è che se la violenza maschile contro le donne è sempre una
ingiustizia e un abuso che riguarda tutte e tutti questa violenza è ancora
più ingiusta quando è compiuta da chi veste una divisa, da chi ricopre un
ruolo istituzionale, da chi incarna una autorità riconosciuta, e di questa
approfitta “Cosa si può fare quando chi ha potere abusa di chi non ne ha? Almeno farsi
avanti, e gridare forte la verità. Farsi avanti per se stessi, farsi avanti
per gli amici, farsi avanti anche se si è da soli”.

E’ uno dei passaggi più
significativi di [North country – storia di Josie->http://it.wikipedia.org/…/North_Country_-_Storia_di_Josey], film fortemente voluto
dall’attrice Charlize Theron che interpreta la parte della prima donna che
fece causa negli Stati Uniti per molestie sessuali alla miniera dove
lavorava, creando così un precedente per l’introduzione nell’ordinamento
nordamericano delle class action, (le azioni di categoria) incentrate sui
diritti sessuati.

Almeno gridare forte la verità.

E la verità è che se la violenza maschile contro le donne è sempre una
ingiustizia e un abuso che riguarda tutte e tutti questa violenza è ancora
più ingiusta quando è compiuta da chi veste una divisa, da chi ricopre un
ruolo istituzionale, da chi incarna una autorità riconosciuta, e di questa
approfitta.

Nella vicenda della donna arrestata e violentata a Roma nella caserma dei Carabinieri del Quadraro, sembra, da almeno un
carabiniere (ma l’indagine è in corso e comunque almeno altri due colleghi e
un vigile urbano sapevano cosa stava capitando) c’è un dato sconcertante, ma
purtroppo non estraneo alla mentalità corrente: gli uomini, ricordiamolo,
che in quel momento vestivano una divisa che rappresenta la legge, e quindi
la collettività, sostengono che al rapporto sessuale la donna ha dato il suo
consenso.

E questo basta loro come giustificazione di innocenza rispetto
all’accusa di stupro. Sono gli uomini che detenevano una donna perchè
accusata di furto, sono gli uomini che in quel momento esercitavano il
potere di arresto demandato loro dalla società a riparazione di un reato.

La
domanda è: ci può essere consenso libero da parte di una donna in stato di
arresto, (quindi non libera), ad un rapporto sessuale con uno o più uomini
che sono i suoi detentori, ovvero i rappresentanti della legge? Ricordo che
nel memorabile docu film [Processo per stupro->http://it.wikipedia.org/wiki/Processo_per_stupro] uno degli avvocati sosteneva
che la giovane abusata da Izzo e Ghira aveva volontariamente praticato un
atto sessuale sul suo aguzzino.
_ Si trattava di due ragazze e di quattro
uomini, armati e su di giri. Consenso? Che in una caserma si possano
compiere atti di indicibile violenza lo sappiamo, purtroppo. Quello che fa
vergognare è che si possa pensare di passarla liscia. Ecco la verità.