“Cade lo storico vincolo dei 10 metri di distanza tra gli edifici: il decreto “del Fare” ha appena consentito alle Regioni di autorizzare la realizzazione di edifici a meno di 10 metri l’uno dall’altro. In altre parole, gli enti locali potranno derogare alla normativa nazionale. Si tratta di una delle tante misure contenute nel Decreto “del Fare” [1] appena convertito in legge dal Parlamento [2]. Cade quindi il principio dell’inderogabilità dei limiti delle distanze tra costruzioni che per tutti questi decenni ha regolato, in Italia, la distribuzione degli spazi urbanistici [3]. Ad oggi, la normativa nazionale, in sintesi, prevede: – per i nuovi edifici una distanza minima di 10 metri; – per risanamenti conservativi e ristrutturazioni uno spazio non inferiori a quello tra i volumi edificati preesistenti (contati senza tener conto di costruzioni aggiuntive di epoca recente e prive di valore storico, artistico o ambientale). A ciò, si aggiungano anche le norme del codice civile in materia di distanze rispetto a siepi, alberi, muri di cinta, pozzi, comunioni forzose, finestre, balconi, ecc.. Ebbene, da oggi, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano potranno prevedere, con proprie leggi e regolamenti, deroghe alla suddetta normativa nazionale, prevedendo quindi, anche, la possibilità di elevare fabbricati a distanze inferiori, l’uno dall’altro, di 10 metri.” Da “La legge uguale per tutti” 26 agosto 2013 Il Decreto appena firmato dal Presidente Napolitano contiene questo cambiamento che comporterà un aumento del consumo di suolo in un Paese, l’Italia, che ha già distrutto la ricchezza del proprio storico paesaggio naturale con costruzioni spesso anche inutili o inutilizzate. Nonostante si sia fatto un gran parlare da parte dei politici “verdi” e di sinistra, della necessità di rilanciare l’edilizia evitando però il consumo di suolo. L’edilizia si potrebbe rilanciare mettendo in sicurezza le scuole, favorendo le ristrutturazioni e il risparmio energetico e opere pubbliche di riassetto del territorio montano, collinare e dei fiumi, ecc. Invece i nostri politici si dimostrano molto diversi dai colleghi europei, che sanno pensare nei termini, tra l’altro, di minore inquinamento garantendo il verde pubblico anziché favorendone la riduzione. Tace, su questo emendamento introdotto al Senato, Ilaria Buitoni Borletti ex presidente del Fondo per l’Ambiente e ora sottosegretaria ai Beni Culturali. Tacciono i Verdi (residui) e tace la Pd on .Puppato, tace Realacci…..E così sia.