In occasione della Giornata internazionale della donna la Casa delle donne per non
subire violenza di Bologna presenta il report di ricerca Il costo di essere donna.
Indagine sul femicidio in Italia, che indaga il fenomeno delle uccisioni legate alla
violenza di genere. La ricerca, svolta per il sesto anno da un gruppo di volontarie della Casa delle
donne, verrà presentata l’8 marzo 2011 alle ore 17,30 presso l’Istituto Storico
Parri Emilia-Romagna in Via Sant’Isaia 18.

Ecco l’anticipazione di alcuni dati che verranno presentati: quest’anno le donne
uccise sono state 127: il 6,7% in più rispetto all’anno precedente. Sono dati
allarmanti ed esponenziali se consideriamo la crescita ininterrotta di questo tipo
di eventi dal 2005 ad oggi.

Le analisi del report che saranno a breve disponibili anche sul [sito della casa delle donne di Bologna->http://www.casadonne.it] , si confermano come gli unici dati disponibili a livello
nazionale su un fenomeno ancora non indagato e non sufficientemente portato
all’attenzione dei media e vengono citati come la sola fonte sul femicidio in
Italia.

L’insieme dei dati quantitativi e qualitativi, ci restituisce un quadro allarmante,
che mette in rilievo aspetti che ci si ostina ad ignorare e sottostimare. A conferma
dei risultati degli anni scorsi si è rilevato che la maggior parte delle vittime
sono donne italiane (78%), così come la maggior parte degli uomini che le hanno
uccise (79%).

Nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di mariti (22%), compagni,
conviventi (9%) o ex (23%), ma anche figli (11%) e padri (2%); uomini con i quali le
donne avevano una relazione molto stretta.

I motivi che hanno armato le loro mani apparentemente sembrano i più svariati.
Spicca un’incapacità di accettare le separazioni (19%), gelosie (10%) e
conflittualità (12%), ma hanno, come sostrato culturale, il pensare la donna quale
oggetto di proprietà, privandola violentemente di uno spazio decisionale,
individuale ed attivo.

Contrariamente a quanto i mezzi giornalistici spesso facciano trapelare, il
femicidio non è il frutto di un’azione improvvisa ed imprevedibile, bensì l’epilogo
di un crescendo di violenza, a senso unico.

Questi dati, per quanto sottostimati (si tratta infatti di una indagine solo sulla
stampa nazionale e non dà conto delle molte donne scomparse, dei ritrovamenti di
donne senza nome o dei casi non ancora risolti a livello processuale), confermano
che la violenza intrafamiliare è una altissima causa di morte: ma essa deve esser
considerata solo l’apice di altre violenze subite e taciute, spesso per moltissimi
anni.

La ricerca sul “Femicidio 2010” e la giornata dell’8 marzo 2011 è dedicata a
Ilham Azounid ed al suo bambino di due anni, che è stata accolta nelle nostre
strutture negli anni passati quando era incinta, uccisa insieme al piccolo dal
padre-marito italiano lo scorso 6 febbraio in un condominio di Bologna.

Alla conferenza interverranno: Giancarla Codrignani, Vicepresidente dell’Istituto
Parri, Teresa Marzocchi, Assessora alle Politiche Sociali della Regione
Emilia-Romagna e Barbara Spinelli che parlerà del Femicidio come fenomeno
internazionale. La ricerca verrà illustrata da Virginia Venneri e Anna Pramstrahler.