Il capitano Priebke e’ morto ma piu’ vivo che mai e’ lo sdegno per cio’ che egli rappresenta; le esequie e la sepoltura sono oggetto di discussione ed imbarazzo da parte di Istituzioni e Governi; nessuno e’ disposto ad accoglierlo.
La morte del capitano Priebke solleva una discussione imbarazzante per vari governi mondiali: dove seppellire il corpo del noto militare tedesco passato alla storia per le atrocita’ di cui si e’ macchiato organizzando e concretizzando l’eccidio delle Fosse Ardeatine nel 1944.

Il corpo morto di Priebke e’ un {{simbolo negativo }} talmente potente da non potersi sotterrare in nessun luogo dove si aspiri alla pace, al rispetto, alla liberta’ed alla fraternita’; nessuno e’ disposto ad accoglierlo per consegnarlo alla storia ed all’eternita’.

Uomo senza pentimento, dall’aria torva, seccata e sprezzante; un nazista nell’anima e nel corpo, pervaso di orgoglio e di senso di superiorita’, anche di fronte ai parenti delle sue 335 vittime che pervasi di emozioni e di rabbia lo insultavano e cercavano nel suo sguardo un accenno di umanita’.

Priebke ha avuta una lunga vita ma nessun tentennamento a favore della sua coscienza, ne’ manifestazioni di rammarico e di ravvedimento per la brutalita’ che l’ha visto protagonista ed aguzzino.

Il suo corpo morto ora giace in attesa di esequie e sepoltura ma ai vivi non sfugge il peso mediatico e storico di questo fardello. Di lui,ormai,ci si ricordava di rado ma ora e’ tornato prepotentemente alla ribalta risvegliando sentimenti ,ricordi e lutti di tante famiglie che hanno perso i propri congiunti nell’ eccidio delle Fosse Ardeatine.

Il corpo del “bel capitano”, come lui stesso si era definito, e’ piu’ vivo che mai, scomodo e presente come una tassa non pagata.

La storia non l’ha mai messo da parte, come un capitolo da archiviare, perche’ nonostante la pena da lui scontata, il pentimento non c’e’ stato, l’uomo non si e’ piegato ne’ contrito al male commesso .

Una lunga orgogliosa vita, la presunzione di essere al di sopra di tutto e di tutti con potere di vita e morte sugli altri. Eppure il tempo per riflettere e ravvedersi c’e’ stato ma inutilmente.

Un corpo che nessuno desidera ospitare e sotterrare nella propria terra per paura che il male attecchisca, metta radici e porti con se’ un nutrimento maledetto per le generazioni a venire.

{Libera nos a malo… }