Le donne sono ancora vittima di discriminazione. Il Pixelle è un circolo arci giovane, che ha dato spazio alle iniziative delle donne. Aperto da 5 socie che con l’aiuto di molte altre, hanno trasformato un grigio capannone industriale in un luogo accogliente e piacevole. Concerti, teatro, cineforum, presentazioni di libri e tanto altro… Ora “lo sfratto”, senza preavviso, senza possibilità di dialogo, e con l’accusa di essere un locale “equivoco”.Un locale spesso attaccato che non ha mai avuto lo spazio mediatico per esporre il proprio punto di vista.
Ma questa diaspora delle donne ha {{il sapore amaro della discriminazione}}.
Messaggi di sostegno poswsono essre inviati a info@pixelle.it, sarnno pubblicati sul sito www.pixelle.it

{{Lettera del circolo “Drasticamente” alla redazione de “Il Mattino di Padova”,}} 5 agosto 2007.

Spett.le Redazione, noi socie del circolo Drasticamente abbiamo deciso di scrivervi per entrare nel merito di alcuni punti della discussione sorta in seguito allo sfratto subito dal circolo Pixelle dalla sua sede di via Austria a seguito della decisione del consorzio ZIP (Zona Interporto di Padova). Lo facciamo perché il nostro circolo è stato spesso ospite della sede del Pixelle.

Scriviamo in primo luogo motivate dalla rabbia per quello che si profila come{{ l’ennesimo attacco alle donne lesbiche}}. Dopo la nostra eparazione dal circolo Tralaltro all’incirca dieci anni fa, non siamo ancora riuscite a trovare una sede stabile nella quale organizzare e ospitare le nostre attività. Meno fortunato del circolo Arcigay Tralaltro, che già da tempo risiede in una sede del comune, il circolo Drasticamente ha ripetutamente chiesto all’amministrazione comunale uno spazio – tramite numerose raccomandate – e un incontro con il sindaco Zanonato senza che entrambe tali richieste siano mai state soddisfatte. Questo ci ha costrette ad anni di cambiamenti di sede – spesso in condivisione – i quali molte volte hanno limitato la capacità di azione della nostra associazione.

Attraverso il Pixelle abbiamo trovato un luogo dove poter svolgere le nostre attività culturali e allo stesso tempo finanziarci, ponendoci in entrambi i casi al servizio di una popolazione – quella femminile ed in particolare quella lesbica – che, rispetto alla popolazione in generale inclusa quella gay, gode di minore visibilità e spazi aggregativi e ricreativi.

Purtroppo, per una decisione del consorzio ZIP, ora il Pixelle è costretto a lasciare la sua sede. Questa decisione è arrivata in modo improvviso e colpisce tra molti locali e attività culturali presenti nell’area, proprio il Pixelle. Il nostro dubbio è che si sia voluto trovare un capro espiatorio per giustificare una cacciata che ha il sapore amaro di una iscriminazione per noi inaccettabile.

Il tutto accade nella (continua) {{indifferenza del sindaco}} rispetto a questo specifico episodio e alle già citate richieste di incontro in relazione alla richiesta di una sede. Ma anche nel {{silenzio di quegli esponenti apertamente gay del governo municipale}} i quali sono soliti schierarsi in prima linea per combattere le disuguaglianze e ai quali competerebbe perlomeno informarsi se dietro allo sfratto del Pixelle non si nascondano intenti discriminatori contro donne e lesbiche.

Attendiamo una risposta dall’uno e dagli altri come si converrebbe ad istituzioni non tanto democratiche ma semplicemente decenti. Nel frattempo, annunciamo che daremo battaglia nelle sedi opportune fino a quando un chiarimento sullo sfratto repentino del Pixelle e sulla questione annosa della nostra sede non saranno date risposte convincenti.