Di Serena Dandini avevo letto (e riletto) Ferite a morte, atto d’accusa affilato come lama.  Penetrante, quasi indomito nella narrazione di esperienze di stupro,  violenza e morte.

Nel testo Il Catalogo delle donne valorose, edito da  Mondadori a maggio 2018, si sente ancora, se mai fosse necessario sottolinearlo, tutto l’impegno di una ricerca e l’intelligenza  nel costruire un racconto dalle molte sfaccettature.

Come ha agio ad affermare tra una pagina e l’altra  l’autrice, lo spunto è anche abbinare alla narrazione una sorta di raffinata, quasi dotta provocazione – florovivaistica .

Direi raggiunto un  più che apprezzabile risultato, ben presente  la solidità narrativa che intreccia un’ avvincente  sintesi di racconti coraggiosi e dignitosi alla bellezza di una rosa, volta volta diversa, con suggestioni dai colori forti, più evocative di  quanto a volte  le parole da sole riescano ad esprimere!

E’ possibile, sembra dirci la Dandini,  colmare quel  sottaciuto sul mondo delle donne attraverso simboli e metafore, legando  una storia di vita, valutata sommersa, all’immagine delicata di un fiore in grado di ricordare il profumo di quella vita , pur inquieta e lacerata da dolori aspri .

Saffo aveva scritto che qualcuno si sarebbe  ricordato delle donne nel futuro.

Parlare di quelle trentaquattro donne – che hanno mostrato intraprendenza, sono andate controcorrente, hanno spesso  subito anche persecuzioni, rifiuti, soprusi, violenze e, in pari tempo, sostenuto  il peso di affronti ed ingiustizie,  forti di una tenacia che le ha portate al raggiungimento di obiettivi, a testa  alta, facendo di un’ideale la forza della loro vita  –   lascia, forse, frammista all’orgoglio, una sorta di amarezza, ma anche inquietudine.

Punge il pensiero di nostre conspecifiche che nel passato hanno conquistato vette impensabili  a così duro prezzo.

Omaggio dovuto è dunque il saperle ricordare con gratitudine.

Lasciamo che gli esseri umani siano uguali nella terra così come lo sono in cielo, sosteneva Josephine Baker, nella sua appassionata lotta contro il razzismo.

Ai nostri giorni, chiosa la Dandini, ci sembra normale (  insomma , quasi..)  che una giovane donna decida di seguire le proprie aspirazioni, mettendo  in pratica il talento in totale autonomia, ma non va mai dimenticato come anni, secoli abbiano parlato della donna come di un male necessario, segregandola e mortificandone nel profondo l’animo.

Non sappiamo mai davvero quale potrà essere il risultato delle nostre battaglie, né siamo in grado di divinare un futuro che nelle spine di questo presente troppo nebuloso sembra appalesarsi.

Potranno le donne rivendicare sempre garanzie di pari dignità e giustizia per le (ancora) troppe violenze subite?

Lo anticipa in una manciata  di speranza la Dandini nell’introduzione al suo floreale testo.

Se il mondo dei padri  illustri ha fatto cilecca in molti campi, per fortuna abbiamo ancora un terreno inesplorato di madri eccellenti ed autorevoli a cui poterci rivolgere con un nuovo entusiasmo, cattive maestre che non guastano mai in una corretta educazione.

Nota a riferimento: le frasi in corsivo sono tratte dal testo di Serena Dandini, Il catalogo delle donne valorose, Mondadori, Milano, prima edizione maggio 2018