MarciaHa preso forma attraverso i social media come reazione per la sconfitta di Hillary Clinton alle elezioni presidenziali dello scorso 8 novembre e pian piano è cresciuta grazie al coinvolgimento di alcune organizzazioni che hanno deciso di promuovere una grande manifestazione. La “Women’s march on Washington“, marcia delle donne su Washington, è fissata per il 21 gennaio, il giorno successivo all’insediamento del nuovo presidente e l’obiettivo è inviare un messaggio al governo degli Stati Uniti e a Donald Trump: rivendicare i diritti delle donne.

L’attenzione intorno all’iniziativa è andata crescendo e anche se le leader della marcia sostengono che l’evento non è contro Trump, è evidente la spinta data dagli argomenti e dai toni usati durante la campagna elettorale, improntata sulla retorica razzista, sessista e xenofoba.
L’auspicio è di coinvolgere tutti i gruppi emarginati trasformando quello che ha preso il via come un evento promosso quasi esclusivamente da donne bianche in un movimento che rappresenti le esperienze delle donne di colore, musulmane, e delle persone LGBTQ. Il 21 gennaio 2017 la marcia si svolgerà nelle maggiori città di quasi tutti gli stati americani e raduni sono previsti in molti paesi (Australia, Austria, Belgio, Canada, Inghilterra, Francia, Germania, Italia, Messico, Olanda, Nuova Zelanda, Norvegia, Spagna, Danimarca, Svizzera).
IN ITALIA L’APPUNTAMENTO E’ A ROMA DALLE ORE 10 IN PIAZZA DEL PANTHEONI
Nel sito  è pubblicato il manifesto di riferimento: un progetto politico femminista di respiro internazionale che si coniuga con il movimento partito dall’America Latina e arrivato anche in Italia lo scorso novembre con la grande manifestazione di Roma “Non una di meno”. “La piattaforma pone inoltre l’accento sulla potenza della narrazione politica e della retorica: anche se il nuovo governo non si è ancora insediato, la narrazione che Trump ha costruito attorno a sé e sulla quale ha basato gran parte della propria campagna elettorale, costituisce già da sola un pericolo sufficiente per i diritti delle donne e delle minoranze da chiamare all’azione – si legge nel sito pasionaria -. Perché le parole, in politica come nella vita, possono essere violente tanto quanto le azioni. E proprio a una politica violenta, aggressiva e machista la marcia delle donne vuole rispondere attraverso il suo contrario, appellandosi cioè alla pratica della non-violenza, come definita e praticata da Martin Luther King e dal movimento per i diritti civili”.
Il movimento è in forte ripresa e la spinta propulsiva del 26 novembre in Italia è ancora forte. “Non una di meno” continua il suo cammino e in programma c’è l’incontro di Bologna (4/5 febbraio 2017) in vista delle iniziative dell’8 marzo.

da http://www.noidonne.org/blog