“Pensiero politico e genere dall’Ottocento al Novecento”, a cura di Fiorenza Taricone e Rossella Bufano, edito da Amaltea (2012), ha ottenuto una “menzione” nella XIV edizione del “Premio il Paese delle donne & XXI Premio Donna e Poesia”, per il suo valore antologico e per la pratica innovativa, di essere frutto di un lavoro congiunto di una docente (Taricone) e di una ricercatrice (Bufano).La scelta delle curatrici si iscrive in nuove pratiche relazionali tra donne a contrasto della “sistematica esclusione di nuove leve dall’accademia che, probabilmente, non accoglierà mai la rosa di ricercatori e ricercatrici che pure hanno contribuito alla realizzazione di questo volume con i loro preziosi saggi” (Taricone).

In merito, nell’Introduzione, Fiorenza Taricone denuncia “l’avarizia della politica universitaria che, ridisegnando gli atenei, poco si è occupata della sua parte più vitale, i/le giovani ricercatrici, alle prese con la rarefazione di possibilità: editoriali, di movimento per la mancanza di fondi dei Dottorati, drasticamente ridotti, e per la mancanza di fondi personali, aggiungerei, perché molto del precariato o ‘lavoro volontario’ come si usa definire, è in realtà lavoro finanziato di tasca propria.” E prosegue: “La conseguenza spesso dimenticata è il danno antecedente che ricade su tutti noi”.
Non si tratta solo dell’emigrazione di una gioventù “formata a spese dello Stato italiano”, ma dell’esodo “di coloro che, pur avendone le capacità, desistono senza provare, dissuasi/e dall’assenza di prospettive. (…) A differenza degli altri, non potremo mai neanche misurare la perdita di ciò che avrebbero potuto esprimere. A tutte noi docenti è capitato di dover dare saggi consigli a studenti/studentesse capaci sulla necessità di orientarsi altrove, dando prova di onestà intellettuale ma consapevoli di perdere occasioni”.

Un testo che al valore intergenerazionale accompagna una caleidoscopica panoramica dell’apporto femminile, sotto il profilo storico e delle idee, alle politiche nazionali e allo sviluppo della democrazia in Europa e in America, dalla seconda metà del XVIII secolo a oggi.

Datazione non casuale poiché, “dalla { {{Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina}} } di Olympe de Gouges al pensiero della differenza, le donne hanno sempre cercato di coniugare la loro emancipazione e liberazione alla crescita sociale e istituzionale del proprio paese.
Si pensi alla giacobina Eleonora Fonseca Pimental; alle tante patriote italiane tra le quali Cristina di Belgiojoso” che organizzò e diresse un sistema sanitario di pronto intervento sul campo, avvalendosi della collabarazione di donne di ogni età ed estrazione, durante la breve parentesi della Repubblica Romana.

“Si pensi a Gualberta Alaide Beccari, educatrice mazziniana della madre-cittadina nell’Italia unita”, “alle teorie e alle pratiche d’avanguardia di Hariett Martineau che studiò il sistema democratico negli Usa e spiegò l’economia politica agli inglesi, o a Marie d’Agoult che prese parola sulla Rivoluzione del ’48 e predicò il liberalismo.”
La scelta di accompagnare ai personaggi femminili alcuni maschili, è dettata dal voler “supportare” il contesto misogino dello ieri, non risolto ancora nell’oggi poiché corsi e ricorsi continuano a determinare l’esclusione delle donne dal potere e dalla memoria collettiva.

A sua volta, nella Prefazione, La Puma afferma che tutte le numerose voci femminili e maschili, critiche sulla cosiddetta “situazione femminile”, rimasero isolate fino alla “seconda metà dell’Ottocento quando il problema incominciò a delinearsi nel suo spessore sociale e politico”.
E prosegue: “Una storiografia maschilista ha scientemente lasciato nell’ombra, per molti decenni, il contributo determinante delle donne alla costruzione della nostra storia nazionale, in virtù di una distinzione quanto meno falsa, dovuta a snobismo storiografico, che distingue tra argomenti seri, degni di indagine accademica, e argomenti per così dire leggeri, non meritevoli di alcuna attenzione. E tra questi ultimi, ovviamente, rientrerebbe a pieno titolo la questione della donna”.

Tra le buone pratiche delle curatrici, spicca “l’omaggio al merito di studiose dedite a questo tipo di ricerche, interdisciplinari, tipiche degli studi di genere.
Una “storia di genere che rappresenta sia una categoria che ci consente di rileggere il passato e meglio comprendere il presente, sia il modello di una pratica politica che ancora oggi connota la partecipazione femminile: in cui maternità e collettività, privato e pubblico si intrecciano, si contaminano pur non perdendo mai la loro specificità” (Taricone).
Le donne “escluse dalla polis a causa della loro funzione biologica, ovvero la riproduzione, hanno tradotto la consapevolezza della loro differenza in un’arma di battaglia, presentandola come un valore aggiunto per la comunità politica, consapevoli di seminare se non per loro, per le donne che sarebbero venute dopo di loro” (Taricone).

Dalle premesse, la scelta non alfabetica degli interventi, con tre caratteristiche: “una tipica di pensiero politico, rintracciabile negli interventi di Ginevra Conti Odorisio e della sottoscritta [Taricone], una più pertinente alla filosofia politica, nel saggio di Marisa Forcina, e un’ascrivibile alla storia e alla sociologia di genere, negli interventi di Rosanna Basso, Laura Pisano e Christiane Veauvy”.
Non in ultimo, Rossella Bufano auspica una diffusione, generalizzata, della storia di genere, “il maggiore insegnamento lasciato dalla lotta delle donne, poiché lo studio del passato ha la finalità di farci comprendere il presente e di darci gli strumenti per costruire il futuro”.
Nell’incitare a non demordere, Bufano afferma che quando si abbia “fede nelle proprie idee – individuali o sociali – e si abbia conferma della loro legittimità” anche se i risultati non si vedono subito e magari “neppure con i nostri occhi, li raccoglieranno le generazioni future; (…) come disse Mazzini, ovunque “si mova un passo sulla via dell’educazione, del progresso, della morale, è passo, è conquista che frutterà prima o poi a tutta l’umanità”.

{{ {Pensiero politico e genere dall’Ottocento al Novecento} }}
a cura di Fiorenza Taricone e Rossella Bufana
2013, Amaltea Edizioni
€ 19,00
246 p.