In un’intervista il cardinale Renato Martino, presidente del Pontificio consiglio Giustizia e pace, ha accusato Amnesty International di aver compiuto una “svolta abortista” ed ha minacciato la sospensione di ogni finanziamento cattolico a Amnesty…Amnesty international, da parte sua, ha immediatamente replicato (www.amnesty.org), sottolineando che non ha mai ricevuto finanziamenti dal Vaticano e da organizzazioni che dipendono dalla Chiesa cattolica. Ha inoltre ricordato punto per punto il piano d’azione adottato nel contesto della {{campagna “Mai più violenza sulle donne”}} che “ha messo in luce la drammatica realtà di donne e bambine vittime di violenza sessuale e che subiscono ancora oggi le conseguenze della violazione dei loro diritti sessuali e riproduttivi”.

{{Amnesty non svolgerà campagne generali in favore dell’aborto}} o di una sua generale legalizzazione, non intende giudicare se l’aborto sia giusto o sbagliato o consigliare a singole persone di proseguire o interrompere una gravidanza, ma nell’ambito della sua attività sul diritto alla salute e sulla violenza contro le donne “{{garantire l’accesso a servizi legali e sicuri di aborto}} a ogni donna la cui gravidanza sia dovuta a una violenza sessuale o a incesto o la cui gravidanza presenti un rischio per la sua vita o la sua salute”.

Chiederà agli Stati impegni in questo senso, anche di “modificare o abrogare le leggi per effetto delle quali le donne possono essere sottoposte a imprigionamento o ad altre sanzioni penali per aver abortito o cercato di abortire”,. Amnesty inoltre ha ribadito che proseguirà a opporsi a misure di controllo demografico coercitive.

Tutte conosciamo {{le posizioni e le prese di posizione della gerarchia cattolica nel campo dei diritti riproduttivi}}. Se ne è avuto un esempio in occasione del viaggio del papa in Brasile. Alcune di noi ricordano anche le alleanze con Stati fondamentalisti in occasione di conferenze internazionali. “Grazie a Dio – afferma il cardinale Martino – non esiste un diritto di aborto internazionalmente riconosciuto, come si deduce dalla Conferenza del Cairo delle Nazioni Unite sulla popolazione, che ha escluso l’aborto come mezzo lecito di controllo delle nascite. La delegazione della Santa Sede in quella occasione era guidata proprio dall’arcivescovo Martino, allora Nunzio Apostolico al Palazzo di Vetro”.

Cosa meraviglia o fa scandalo? Il fatto che il cardinale abbia prospettato ovvero abbia avanzato una vera e propria forma di ricatto: se continuate così non avrete soldi a marchio cattolico. Ancora una volta si interviene in ambito politico con messaggi più o meno cifrati di {{ricorso alla influenza delle gerarchie cattoliche sulla coscienza dei credenti}}.

In Italia siamo impegnate/i (anche singoli cattolici) in denunce dei redditi, detrazioni di contributi, destinazione dell’8 per mille e del 5 per mille. Mentre la Conferenza episcopale italiana fa pubblicità per l’8 per mille alla Chiesa cattolica, in alcune chiese si invita a destinare in più il 5 per mille ad associazioni cattoliche (così arriviamo al 13 per mille!). La minaccia del cardinale adombra per caso un invito a non dare il 5 per mille ad Amnesty o associazioni simili?

Meglio darli alla comunità di Sant’Egidio, che piace anche a Bush? {{A pensar male …}}

Il [Comunicato del cardinale Martino->http://www.pcgp.it/pcgp/ita/home_ita.html] può essere letto sul sito del Pontificio Consiglio per la giustizia e la pace