Le donne che sono state stuprate ed uccise nell’arco di circa due mesi
d’estate, sono state la materia prima per disegnare un’emergenza improvvisa,
con una formula di stridente contraddittorietà simile a tutte le estati
precedenti.Le donne lapidate per condotta immorale, anche senza sentenze dei
tribunali, sono migliaia, ma la condanna a Sakineh, ha indotto la
mobilitazione emergente degli stati “civili”.

Il femmi{{nicidio, in tutte le sue modalità, non è un’emergenza}}, è la
conseguenza della sottomissione violenta di un genere all’altro,
normalmente prevedibile nella dinamica del mantenimento dell’ordine a
partire dal suo nucleo fondamentale: la famiglia, dove la donne e la prole costituiscono un bene proprietario.

Ma il patto di non belligeranza tra Stato e informazione, in materia di
diritti delle donne, prevede appunto che si possa nominare il femminicidio,
solo a patto che appaia sotto l’aspetto di un’anomala emergenza.

Per questo le relazioni internazionali e i patti sull’ordine pubblico sono
stabiliti in un margine che tollera e comprende la soppressione femminile e
quella dei bambini. È la normalità.

Le donne stuprate nei centri temporanei di Gheddafi o in quelli Italiani,
le bambine importate come prostitute e poi uccise, le bambine e i bambini,
le donne prostituiti e ricattati dai soldati dell’ONU o delle missioni d
pace, non sono emergenza.

I patti tra gli uomini degli Stati, degli eserciti e delle religioni
prevedono la normalità di pratiche femminicide. Questo finchè la salvezza
non diventa un affare, la possibilità di uno scambio o la costruzione di un
nuovo paradigma di civiltà apparente.

{ {{Femminicidio}} }, la parola da spiegare mille volte, non è una nuova
fattispecie di reato, ma è la definizione politica che richiama
universalmente (le donne sono l’universo) la strage che si ripete a Ciudad
Juarez , nelle case dell’occidente pacificato, e che si ripete per un
cesareo negato al check point o per uno obbligato in un ospedale.

La politica ha la memoria corta, ce l’anno i giornali e la società civile,
e chi ha il potere affronta le cose partendo da zero, perché da zero in poi
il poco è già qualcosa.

La formula della cittadinanza onoraria concessa a Safija prima Napoli, poi a
Roma, ed a seguire in altre città Italiane, di fatto stabilì il principio di
una nuova tutela internazionale che è stato poi contraddetto e sconfessato.
_ Le parole dette e gli impegni presi, all’indomani della straordinaria
pressione di movimento contro le violenze sessuate, non si sono poi
concretizzati e sono il simbolo della malafede con la quale vengono
pronunciate e presi.

Il Sindaco di Napoli e quello di Roma, dovrebbero ricordare e pensarci, i
capi dei Partiti e il Presidente della Repubblica, dovrebbero ricordare le
proprie parole, per non rischiare di partire da quel fatidico zero dove
l’esposizione di una foto è quel poco che vorrebbero far passare per tanto.

Se così fosse, se ricordassero ed avessero agito, potrebbero avere l’ardire
di chiedere all’Iran il controllo, non solo sulla produzione di uranio,
magari anche sullo svolgimento dei processi basati su accuse che considerano
reato il semplice esercizio “dei diritti delle donne, che sono diritti
umani”.

Si potrebbe magari avere ascolto, in sede di trattati commerciali, per le
tante domande mai poste ufficialmente al governo Americano per le commesse
assegnate alle maquillas, a basso costo per gli investitori ma a prezzo
della vita di giovanissime donne, ricordate dalle croci rosa delle loro
madri .

Alla fine di questa calda e ordinariamente sanguinaria estate c’è una nota
positiva: la politica delle donne non ci casca più, non asseconda la deriva
dell’emergenza. Le energie vanno risparmiate per il momento inatteso. _ È bene
lasciare le emergenze a chi se le fabbrica apposta, meglio ancora è pensare
a come non lasciare in eredità con le nostre conquiste, che ancora troppi si
ostinano a considerare il tanto partendo da zero, la nostra ordinaria
normalità coperta di minacce e sangue.

Per dimostrare un po’ di buona fede potrebbero, i responsabili del bene
comune, cominciare da Avetrana e cercare Sarah impegnando lo stesso zelo e
le stesse risorse usate per la difesa di un qualsiasi politico, prima che
sia troppo tardi.