A parlare di donne, di leggi per le donne, di feti nati morti o feti morti vivi, sono lì, due dei più grandi caratteristi della scena politica italiana. Si fa un impietoso {{Primo Piano}} sui loro volti,consunti da un digiuno recente per {{Ferrara}} che ha voluto imitare l’antagonista di fronte, {{Pannella}}, avvezzo a ben altre prove di digiuno e bulimia. Sembrano aver ritrovato la misura, non debordano più con facili effetti e logorroiche aggressività.Stanno lì in Rai a parlare di {{moratoria si o no}}, che tradotto per chi è ignorante, sta a significare un provvedimento di attesa , di sospensione, una dilazione. E’ stato scelto questo termine per iniziare una lotta quanto mai falsa e acchiappagrulli, è stato studiato al tavolino, non può essere casuale la parola-campagna per chi la sostiene, per chi ci si confronta.

Intanto{{ i pugni cari alla Belillo sono persi nella memoria}}, le donne al parlamento si dicono intransigenti, ‘che forse si può accorciare rammendare ricucire qualcosa…per far contenta sua santità.

Le uscite- davvero- dal silenzio, rischiano una condanna per terrorismo, il palco ce l’hanno ancora saldamente quelle che vennero elette dai
dirigenti di partito,{{ la discussione on line sembra rimanere del si dice nel mio orto}}: vendono bene solo i cd di certi attori e i calendari delle veline, con carta di credito.

Di fatto, dopo aver visto la 194 ( merce internazionale- roba da narcotraffico) intervistata dalle interessate, travestite da Pannella e Ferrara, è andato in onda in televisione un mercoledì quasi notte, {{‘C’era una volta’}}, giornalismo di genere onesto e difficile, quello che lo capiscono tutte e tutti, sulle multinazionali in Colombia, si parla di Nestlè e Coca Cola grazie al reportage di Silvestro Montanaro.

Scopro di notte, quando devo digerire tutto quello che ho visto, che Grillo ha copiato il V-Day.
Era il 7 marzo del 2001 e 22 attrici, compresa la ministra Belillo, recitarono {{‘il Giorno della Vagina’}}, celebre serie di interviste a donne che subiscono violenza di {{Eve Ensler}}: fu al teatro Argentina di Roma. Sembrano passati decenni.

Continuano anche nell’anno nuovo a farci le feste e noi a credere a certi Peter Pan di un’isola che non c’è. E a guardare allucinate come me,
i monologhi del pene , in prima tv.

Prometto che spengo le trasmissioni, costi quel che costi.