Prefazione alla nuova edizione dei Mabinogion, un gruppo di testi in prosa provenienti da manoscritti gallesi medievali, alle radici della tradizione letteraria e sapienziale della cultura celtica, sia colta che popolare.Chi lavora nell’editoria, sa molto bene che esistono due principali categorie di libri: quelli che basta pensarli o evocarli – ed ecco che si materializzano, praticamente pronti e bastano pochi passaggi per favorire il percorso che li porta alla pubblicazione; e quelli che, pur cercati e desiderati, si impigliano in difficoltà di ogni sorta, che spesso finiscono per impedire il loro venire alla luce qui e ora.

Questa edizione dei Mabinogion è un esempio smagliante del primo caso. {{Isabella Abbiati}} e {{Grazia Soldati}} lavoravano da tempo al progetto di ripubblicare questo testo che sta alle radici della tradizione letteraria e sapienziale della cultura celtica, sia colta che popolare; e proprio alla versione di {{Lady Charlotte Guest}} che, a metà del secolo XIX, nel pieno dell’industrializzazione e del positivismo filosofico, lo tradusse per la prima volta integralmente dal gallese.

Sicché questi Mabinogion arrivano ora alla stampa attraverso una filiera tutta femminile: traduttrici, curatrici, editrice. E autrici: perché in questa edizione dei racconti meravigliosi e perturbanti che costituiscono il testo, ognuna delle sue undici parti è seguita da un commento, sintetico e denso, che svela, forse, le ragioni dell’urgenza e della forza con cui il libro si ripresenta al presente.

I Rami e i racconti dei Mabinogion narrano, connotando personaggi ed eventi con dettagli che oggi diremmo appartenere alla cronaca ma che invece spesso sono veicoli di significati simbolici, episodi della storia di Britannia che si collocano alla soglia {{tra tempo mitico e tempo storico,}} come avviene quando la demarcazione tra divinità e umani, tra questo e l’Altromondo sia percepita come fluttuante. Anche i luoghi e i territori, le distanze e il tempo necessario a percorrerli prendono forma attraverso le vicende che vi si svolgono; e l’intero repertorio di simboli e temi di un tempo remoto si mescola con istanze assai più vicine, come normalmente succedeva prima dell’invenzione della prospettiva lineare del tempo e della geografia.

Tra questi infiniti temi, attraverso una sintassi vicina a quella dei sogni, si staglia, ritornando più volte e con modulazioni diverse, quello dello squilibrio e del dissidio tra femminile e maschile, tra umano e naturale. Superando nel leggere tutto il tempo che ci separa, ancora una volta ci è dato constatare come il malgoverno e il malessere che ne derivano abbiano ridotto il mondo a una Landa Desolata, in cui tutto si consuma, appassisce e muore, non per effetto della ciclicità rigeneratrice ma per un maleficio sceso a bloccare l’armonico svolgersi della Ruota della Vita.

Il Re e Sovranità, che in ogni racconto così come nella Storia si manifestano sotto diverse spoglie, incarnano nei Mabinogion le due forze che occorre imparare a tenere in equilibrio, come prerequisito e come scopo di ogni impresa e proposito. Il Re che tradisce Sovranità, che regna senza averne le capacità e senza aver percorso un processo di crescita e maturazione, che solo la Cerca di Armonia e la sintonia tra pulsioni umane e leggi cosmiche potrà conferirgli, è destinato al fallimento e alla morte, trascinando con sé anche il popolo che lo ha scelto.

Sotto i colpi delle spade – e poi delle bombe – sostenute dal travisamento e dalla riscrittura dei miti più antichi, abbiamo da tempo dimenticato la visione complessa delle interazioni necessarie perché Governo e Potere non mostrino solo il volto del dominio e dello sfruttamento. E’ questa Visione che preme per tornare a emergere e aiutare la Cerca nel presente, quando i corpi delle donne, dei più deboli, della Terra stessa e di tutta la materia vivente sono devastati, torturati, svuotati della loro essenza sacra, al punto da farci dubitare che sia in gioco proprio lo spegnimento della forza gioiosa che li anima?

Le nostre antenate e i nostri antenati, a tutte le latitudini, hanno nascosto nelle rime dei bardi, come nei canti dei griot o nei terma tibetani, distillati di sapienza, in attesa che i tempi fossero di nuovo pronti a comprenderli. Forse i Mabinogion, dalle isole di confine dell’Europa, di questo vogliono parlare a quanti/e ne sentiranno il richiamo.

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Isabella Abbiati, Grazia Soldati,}} {I Mabinogion}, ed. Venexia 2011, 25 euro