Due storie, due modi di vivere l’impegno politico e il femminismo che si intrecciano dando la possibilità a chi legge di vedere come queste due donne di due generazioni diverse abbiano saputo ascoltare e trovare curiosità dalle molteplici esperienze formatasi in due momenti storici molto diversi.Ho sulla scrivania due libri che ho appena chiuso. Uno è la ristampa proposta da Rubettino del volume “{{ {I lumi e il cerchio} }}” di Emma Baeri che chiude questa nuova edizione con una postfazione di grande pregio. L’altro “{{ {La bella politica} }}” di Marisa Ombra pubblicato dalle edizioni Seb 27 che ricostruisce una vita dedicata tutta alla politica: Una politica che voleva cambiare il mondo ma che sicuramente ha arricchito le persone che l’hanno praticata.

Due storie, due modi di vivere l’impegno politico e il femminismo che si intrecciano dando la possibilità a chi legge di vedere come queste due donne di due generazioni diverse abbiano saputo ascoltare e trovare curiosità dalle molteplici esperienze formatasi in due momenti storici molto diversi.

Se {{Emma Baeri}} nasce politicamente negli anni Sessanta, {{Marisa Ombra}} ha vissuto anche la Resistenza e i faticosi anni della Ricostruzione.
_ Entrambe sono state protagoniste nel movimento femministe partendo però da esperienze diverse. Marisa Ombra dall’Udi. Emma Baeri dal movimento studentesco e dalla sinistra extraparlamentare.

Entrambe però hanno trovato nell’autodeterminazione, nell’autocoscienza, nel partire da sé la forza di pensare forme nuove dell’agire politico e delle sue forme organizzative: il piccolo gruppo, il cerchio, l’autoconvocazione in ogni caso il bisogno di destrutturate forme gerarchiche e autoritarie della politica.

Una cosa non facile tanto che, anche oggi, la politica uffiale non si è fatta assolutamente carico di tutti quegli interrogativi, quegli stimoli che il movimento delle donne e il femminismo hanno cercato di formulare, di suggerire.
_ Interrogativi che se fossero stati messi in agenda dalle segreterie dei partiti forse la sinistra, tutta la sinistra, non si troverebbe oggi a dover fare i conti con la propria sopravvivenza.

{{Ma c’è un altro nodo che lega questi due testi ed è l’analisi sulla politica della [Libreria delle Donne di Milano->http://www.libreriadelledonne.it/]}}.

Quali limite e quali ricadute sulla pratica politica ha avuto il Pensiero della Differenza come è stato formulato negli anni Ottanta da Luisa Muraro, da Lia Cigarini o dal Gruppo delle filosofe di Diotima all’Università di Verona?

{{Emma Baeri}} sottolinea che è stato certamente merito di quel pensiero porre l’accento su “onora la madre” prima ancora che il padre facendo così uno spostamento che ha segnato il passaggio teorico e politico dell’atavica invidia tra donne nel disvalore alla valorizzazione di relazioni tra donne diverse e dispari; è stato ancora suo merito aver dato spazio a riflessioni importanti sulla spiritualità, l’arte e l’autoriforma “gentile” della scuola, ma ciò -scrive Emma Baeri- è avvenuto al prezzo di una {{sottovalutazione del rapporto tra donne e democrazia}} ritenuto inessenziale all’affermazione della libertà femminile.

Emma Baeri continua sottolineando che il loro disinteresse per i diritti civili, sociali, politici è andato di pari passo con una {{improvvida sospensione della riflessione femminista sulla sessualità}}, sull’autocoscienza relegata in soffitta tra le cose superate e inservibili.

Queste due scelte politiche della Libreria apparentemente distanti sono state organiche ad un progetto forte e ambizioso: {{costruire un ordine simbolico femminile}} parallelo a quello maschile attraverso relazioni significative tra donne nei “commerci sociali” .

Questo progetto assumendo la voglia di vincere e l’agio come suoi motori, rimandava, certo inconsapevolmente, l’eco del clima politico italiano di quei primi anni Ottanta, impregnato di economicismo, di competitività, di ambizioni sociali tutt’altro che trascendenti: un paradosso per un pensiero che ha fatto della critica dell’emancipazione il punto forte del suo percorso teorico e politico.

Un’esperienza che ha fatto scivolare in un passato remoto il femminismo degli anni Settanta Ma è a quello che oggi le nuove generazioni stanno guardando con interesse. Un femminismo non facilmente addomesticabile. Un femminismo però che nei suoi momenti assembleari non garantiva chiari momenti decisionali.

Così, {{Marisa Ombra}} si chiede e chiede: {{chi decide in queste assemblee?}} La risposta che le viene data: “chi ha più resistenza dice l’ultima parola e quella è la decisione per tutte”.

Questa pratica –scrive Marisa Ombra- ereditata dal movimento studentesco ebbe una lenta e precisa evoluzione. Portò una parte del femminismo –quello milanese essenzialmente- a elaborare teorie che inizialmente entusiasmarono ma successivamente cominciarono ad allarmare e ad accendere punti interrogativi.
_ Dichiarazioni come “{il Patriarcato è morto}”.
_ Asserzioni perentorie, non confutabili: Senza un dubbio, un forse, un probabilmente…

“Il {{passaggio dal riconoscimento delle differenze tra donne al riconoscimento dell’autorità femminile}} che diventa autorità di una donna su altre e da qui all’affidamento, al rapporto a due come forma del movimento fu l’approdo –dice Marisa Ombra- che mi allontanò definitivamente dalle teorie prodotte dal gruppo milanese”.

Marisa Ombra è arriva a queste conclusioni seguendo tutto un dibattito serrato tra filosofe, storiche psicologhe. L’allontanamento fu una scelta del tutto ponderata e proprio per questo non le portò dolore. Un altro motivo di sconcerto fu per lei l{{a figura della madre elevata a sapiente trasmettitrice della parola}}, se questo poteva avere un senso per una madre simbolica le cose cambiavano se si faceva riferimento alla madre reale. E poi la crescita di una coscienza di sé, una coscienza civile e politica per Marisa Ombra era passata attraverso una pluralità di relazioni.

Questo uno dei tanti nodi che i due libri affrontano. Due lavori che non nascondono delusioni e amarezze ma hanno in comune un altro centro: la consapevolezza che il ricordo, la riflessione sulle esperienze fatte il rileggere i periodi storici attraversati altro non sono che atti politici che possono aiutare altre/i nella costruzione della propria coscienza civile e politica. Il punto -come conclude Marisa Ombra- è non rimanere indifferenti.

– Emma Baeri, {I lumi e il cerchio}, Rubbettino 2008 € 15,00

– Marisa Ombra, {La bella politica. La resistenza, «noi donne», il femminismo}, Seb27 2009, € 12,50