Al festival internazionale di cinema lesbico di Bologna hanno vinto il film nepalese Soongava – Dance of the Orchids, il documentario spagnolo Cartografia de la soledad e il cortometraggio turco Pardon! Kim, Ben mi?{{I film}}

Il festival ha presentato 51 film, offrendo una panoramica internazionale sulla produzione cinematografica lesbica che ha toccato Polonia, Stati Uniti, Svezia, Spagna, Norvegia, Svizzera, Canada, Turchia, Russia, Nepal, Francia, Iran, Cina, Thailandia, Cambogia, Nuova Zelanda, Cile.

{{Le ospiti}}

Sono state ospiti del festival Cheryl Dunye, regista afro-americana autrice di film cult della cinematografia lesbica, a cui è stata dedicata una retrospettiva; l’attrice franco-inglese Aurelie Lemanceau, volto del visual della VII edizione di Some Prefer Cake, che ha aperto il festival con una sua perfomance; la direttrice del festival di cinema delle donne Elles Tournent Marie Vermeiren, che ha curato per Some Prefer Cake una carte blanche sulla Cina; Anna Margarita Albelo, regista del film { {{Who’s Afraid of Vagina Wolf?}} }, Beth Nelsen, regista del documentario { {{Camp Beaverton}} }; Ipek Efe e Berna Küçülmez, registe di { {{Pardon! Kim, Ben Mi?}} }; Nadia Pizzuti, regista del documentario { {{Amica Nostra Angela}} }; le Badhole, autrici della webserie { {{Re(l)azioni a catena}} }; Geraldine Ottier, regista della webserie { {{LSB}} }, Tania Varroni, regista del corto { {{5 sporchi minuti}} };, Regula Warner, regista del corto { {{Pelle – Haut}} .}

Nell’edizione 2013 Some Prefer Cake ha registrato più di 6.000 presenze nelle cinque giornate di programmazione.

{{I premi della giuria}}

Il festival internazionale di cinema lesbico Some Prefer Cake si è concluso domenica 22 settembre, al Nuovo Cinema Nosadella di Bologna, con la proclamazione dei film vincitori del Premio della Giuria e del Premio del Pubblico.

La giuria della sezione lungometraggi, composta da Marie Vermeiren, Emanuela Giampaoli e Cristina Demaria, ha attribuito il premio come miglior lungometraggio di finzione al nepalese { {{Soongava – Dance of the Orchids}} } di Subarna Thapa, “perché è un’opera prima capace di narrare una storia d’amore che seppur da un mondo lontano ci tocca e ci sorprende. Per la qualità della scrittura anche visiva e per la bravura delle attrici e della regista. Un inno al coraggio di prendere in mano la propria vita nonostante le avversità”.
Il premio come miglior documentario è invece stato assegnato a { {{Cartografia de la Soledad}} } di Nocem Collado, con la motivazione di essere “l’opera che meglio ha saputo incarnare il tema della resistenza a cui è dedicata questa edizione di Some Prefer Cake. Una mappa del dolore ma anche della lotta al femminile raccontata con semplicità, immediatezza e con metodo, senza cedere alla retorica o al pietismo, attraverso le voci raccolte sul campo. Un premio a tutte le donne che si battono per il riconoscimento dei diritti. A tutte le latitudini.”

La giuria della sezione cortometraggi, composta da Nadia Pizzuti, Francesca Clementoni e Claudia Mauti, ha conferito il premio come miglior cortometraggio a { {{Pardon! Kim, Ben mi?}} } di Ipek Efe e Berna Kuculmez, “perché evidenzia le contraddizioni sociali di un paese come la Turchia, dilaniato tra laicità e tradizionalismo, contraddizioni presenti anche in altre realtà come ad esempio quella italiana. Perché ha il pregio di portare uno sguardo lesbico sul quotidiano pur non narrando una storia lesbica, il tutto in chiave ironica e con maestria. Inoltre abbiamo voluto premiare l’impegno delle due giovani registe in un momento in cui la Turchia è scossa da un movimento di contestazione a tutto campo.” Una menzione specialea The First Date di Janella Lacson, “per la capacità di introdurre un elemento narrativo extra ordinario in una situazione assolutamente ordinaria”.

{{ I premi del pubblico}}

Per quanto riguarda il premio del pubblico, la votazione più alta per la categoria dei lungometraggi di finzione è stata ottenuta da { {{Who’s Afraid of Vagina Wolf}?} } di Anna Margarita Albelo, per i documentari da {{ {The Love Part of This} }} e per i cortometraggi dalla quinta puntata, presentata in anteprima al festival, della serie { {{Re(l)azioni a catena}} } del gruppo torinese Le Badhole.