Dalla mailing list di Facciamo breccia riprendiamo questo comunicato con cui “I compagni di Facciamo breccia” annunciano che, pur condividendo la piattaforma della manifestazione ed i suoi contenuti, per dare forza alla manifestazione, non parteciperanno alla manifestazioneIn questo particolare momento in cui da ogni città parte una richiesta di sicurezza contro stranieri, rom, migranti, accattoni, precari, senza casa, prostitute/i, gay, lesbiche, trans, assistiamo ad una istituzionalizzazione di pratiche razziste e xenofobe da una parte e dall’altra ad un incremento di violenze ai danni delle donne da parte di maschi amici, della stessa famiglia e nazionalità.

La manifestazione delle donne per le donne di sabato 24 tocca concretamente l’ambiguità e la pericolosità di tutte queste politiche securitarie che hanno come denominatore comune l’eliminazione di ciò che si vede concretamente come diverso.

La cultura che colpisce ciò che è palesemente estraneo alla “famiglia” è una cultura omertosa, una cultura che ha bisogno dell’apparenza per mascherare l’evidenza.
_ Da millenni a pagare di questa omertosa cultura del “non visto e del non detto” sono state le donne, vittime di uomini perennemente in guerra contro chiunque mettesse in discussione il loro potere e capaci per questo di pestare, violentare ed uccidere.

L’omertà di maschi tra maschi che si tramandano la loro identità fondata sul disconoscimento per diritto naturale di ogni diversità, di padre in figlio, di caserma in parrocchia, di famiglia in fabbrica, di paese in città, di vaticano in parlamento, rappresenta ancora oggi la monocultura
familista, religiosa e di genere imperante.

Di fronte a ciò una manifestazione fatta da donne contro le violenze subite quotidianamente da parte di uomini di ogni nazionalità, sconosciuti ma anche e soprattutto mariti, amici, parroci, maschi ben intruppati nella cultura omertosa maschilista, ci sembra il minimo, anzi indispensabile.
_ Una manifestazione di donne, fatta da donne è una boccata di ossigeno e di vigore, una scelta precisa ed attuale per far fronte alla cultura e alla politica di oggi fatta di vuoti di Memoria e di svendita delle conquiste sociali fatte dai movimenti, in primis quello delle donne.

Usare la morte di una donna, brutalmente seviziata e massacrata per condannare un popolo, quello rom, è un’operazione razzista meschina e pericolosa che tra l’altro lascia impuniti tutti i maschi italiani, protetti dall'”omertoso patto” in famiglia, tra le nostre mura sulle e contro le “nostre donne” si può. Anzi noi possiamo. E’ per questo che qualche giorno fa, per vendicare lo stupro fatto dallo straniero, un gruppo di maschi ha massacrato una donna rom.

Condividiamo la piattaforma della manifestazione ed i suoi contenuti che sono i nostri per analisi e percorsi; siamo consapevoli che per dare forza alla manifestazione che in questo momento deve essere di forte denuncia, senza mediazione alcuna contro le violenze degli uomini amici, compagni, mariti, fratelli, parroci, la piazza deve essere delle donne.

{I compagni di Facciamo Breccia}