Domenica 10 luglio, a Siena si è conclusa la due giornate
dell’incontro fra i comitati nazionali Se non ora quando: donne unite per cambiare e guidare il Paese Si chiude oggi a Siena la due giorni di Se non ora quando, manifestazione nata dall’incontro dei 120 comitati nazionali costituitisi dopo la mobilitazione del 13 febbraio scorso. E da Siena parte l’appello alla modernizzazione del Paese: i comitati di Se non ora quando vogliono contribuire strutturandosi come una rete permanente in tutta Italia.

A moderare la mattinata: Anna Carabetta , attrice e Valeria Fedeli ,
dirigente Cgil. Carabetta ha aperto i lavori citando il video di Maddalena
Fragnito proiettato ieri. “Il filo rosa tra la giornata di ieri e quella di
oggi – ha detto – passa attraverso la ricostruzione di un immaginario nuovo
nel quale possa definirsi la compiutezza di una libertà delle donne. E
questa libertà parte da pratiche politiche fatte anche di parole e immagini
nuove”.

Il richiamo alla giornata di ieri è arrivato anche dalle
parole di Cecilia
D’Elia, Francesca Marta, Viviana Simonelli, Rita Cavallari e Donatella
Ferrante che hanno illustrato le proposte sui contenuti emersi durante la
discussione del giorno prima. “C’è molta gioia – spiegano le
rappresentanti del comitato nazionale- e molta voglia di condividere anche
le critiche. Ieri sono arrivate a Siena ben 2mila donne venute per parlare e
confrontarsi. Abbiamo registrato ben 55 interventi ed è stato incredibile
essere riuscite a far parlare così tante persone che qualificano la nostra
azione”.

{{I temi del dibattito}}

Tra le presenze al Prato e sul palco la ricchezza di
una pluralità di voci eterogenee unite dalla voglia di dialogare,
confrontarsi e condividere. Una riflessione lunga 180 minuti che ha
coinvolto 30 comitati Snoq da tutta Italia, 10 associazioni e 15 donne
singole, tra testimonianze e donne delle istituzioni. Due le chiavi di
lettura del dibattito tenutosi nel corso della mattinata: il percorso, come
racconto dell’esperienza e i temi del movimento.

Il dibattito ha ruotato
attorno ai temi della precarietà, della maternità e del lavoro. Dalla voce
delle protagoniste sono stati sottolineati i rischi della manovra
finanziaria che, in un Paese come il nostro con un welfare inadeguato,
aggrava la situazione, colpendo soprattutto le donne e scaricando su di loro
i costi della crisi. Da qui la richiesta della maternità come diritto a
carico della fiscalità generale e il congedo della paternità obbligatorio.

Senza dimenticare che i tagli al welfare costringono le donne a supplire con
la loro attività di cura ai servizi e all’assistenza negata. Dal Prato di
Sant’Agostino gli interventi hanno offerto nuove riflessioni, proposte e
azioni precise: cambiare e guidare il Paese nel segno di una ritrovata unità
e forza delle donne, che permetta alla rete – oggi stabile, autonoma e
trasparente – di impegnarsi ed estendersi ulteriormente.

{{La rete delle donne}}

A spiegare come si struttura la rete delle donne
italiane sono salite sul palco Serena Sapegno , docente universitaria
letteratura italiana La Sapienza e Titti di Salvo, presidente Civ Enpals e
presidenza Sel. “Oggi nasce un nuovo movimento delle donne, non un partito
ma un patto tra donne diverse – ha detto Titti Di Salvo – Snoq ha
contribuito alla sua nascita, rispondendo a un’esigenza condivisa, a un
desiderio emerso dal 13 febbraio in poi anche in seguito al fallimento della
classe dirigente maschile. Abbiamo costruito una rete stabile, autonoma dai
partiti, abbiamo promosso la circolarità delle informazioni. Il comitato
promotore nazionale è solo un nodo della rete, che continuerà a mantenere
rapporti con i comitati delle altre città e con le altre associazioni, nel
rispetto della loro autonomia”.

{{ L’Itc e la comunicazione in Snoq}}

A relazionare sul ruolo dell’Information
and Communication Technology, Giorgia Serughetti , ricercatrice ed Elisa
Davoglio , poetessa. “Con Snoq abbiamo costruito un nuovo modo di comunicare
– hanno spiegato- non professionista, spontaneo e non strumentalizzato che
ha favorito l’approccio anche delle singole al di fuori del corporativismo
dei partiti e delle associazioni. Facebook, Twitter e il forum sono stati i
supporti scelti. A premiarci grandi numeri: 80mila contatti sul blog al
giorno, 46mila iscritti alla pagina di Facebook. Segno questo, di un nuovo e
valido modo di fare politica a partire dall’ascolto delle voci del Paese.

Per il futuro – concludono- abbiamo bisogno di organizzarci tenendo presente
le necessità dell’autonomia di ogni elemento, per fare di questa rete una
casa inclusiva, in cui interagiscano e si confrontino le differenti
esperienze delle donne sul web, senza prevaricazioni allo scopo di unificare,
raccogliere e non disperdere la mappa non solo virtuale ma anche reale del
paese delle donne”.

{{ Conclusioni}}

Il dibattito è proseguito con l’intervento di Annamaria
Tagliavini , dell’associazione Orlando e le conclusioni di Serena Sapegno ,
docente universitaria di letteratura italiana e studi di genere la Sapienza
e di Carla Fronteddu , dottoranda in filosofia.

“La due giorni di Siena –
ha commentato Fronteddu – è stata utile a mettere a confronto due
generazioni, per una circolarità che a partire dallo spettacolo della
Comencini Libere ha pervaso tutto il movimento. Credo che il 9 e 10 luglio
abbiano trasformato Se non ora quando in un bene collettivo che va
alimentato, ciascuno con le proprie competenze, in modo che possa uscire
dalle piazze.
_ Io come giovane rappresentante del comitato senese sono la
dimostrazione che Snoq è un movimento intergenerazionale che ha dimostrato
la voglia di confrontarsi e il desiderio di aprire uno spazio di riflessione
libero”.

“La spinta arriverà – conclude Serena Sapegno docente della
Sapienza – da un lavoro capillare di radicamento attraverso l’apertura a
tutte le donne, diversamente impegnate nella società a tutte le competenze e
a tutte le associazioni che fin ad ora separatamente e senza contatti hanno
cercato di rispondere al desiderio delle donne di contare e trasformare la
società”.