Oggi papa Francesco sarà ad ASSISI e pranzerà con “i poveri”. La gente del posto e i turisti lo ossequieranno. Le TV del mondo lo riprenderanno e diffonderanno la sua immagine. Lui ripeterà che il messaggio cristiano è l’amore per il prossimo. Forse ripeterà che a una donna che ha abortito, si è risposata dopo il divorzio, ha messo al mondo cinque figli, poi si è pentita di aver “scartato” una vita, il confessore deve accordare il perdono misericordioso di Dio. Forse ripeterà anche la parola “vergogna” gridata ieri dopo la morte in mare di qualche centinaio di persone migranti per disperazione a Lampedusa. Ma non dirà mai che nella nazione dove è venuto ad abitare e i suoi genitori avevano lasciato come emigranti, molti/e di quelli che si professano cattolici e urlano scandalizzati se una maestra toglie il crocifisso dall’aula, sono ferocemente contro gli emigranti che raggiungono l’Italia con qualsiasi motivazione. Ieri, alla Camera, il deputato leghista Pini ha denunciato come colpevoli della morte di centinaia di migranti nel mare di fronte a Lampedusa, “Il presidente Boldrini e il ministro Kienge”. Ha calcato tono e volume sull’articolo maschile nominando la Boldrini, perché lei ha ripetutamente chiesto di essere apostrofata come donna. Una donna che esce dalle mura domestiche, dal privato della cura degli affetti e dei corpi, e pretende di occupare posti pubblici, deve essere omologata al maschile. Le due avrebbero lanciato messaggi favorevoli all’immigrazione clandestina, rendendo l’Italia suolo appetibile. Invece bisogna dire basta all’immigrazione ecc.; ripete la lega di Bossi e Maroni. Una donna che esce dalle mura domestiche, dal privato della cura degli affetti e dei corpi, e pretende di occupare posti pubblici, deve essere omologata al maschile. Con la stessa ignoranza, diffusa in rete, i bravi cristiani fanno ignobili paragoni tra i morti inghiottiti nelle acque di fronte a Lampedusa, e i suicidi d’italiani a causa della crisi. Ignoranza di dati e documentazione, ma anche esito di una mentalità che è la stessa che presiede al maschilismo della violenza contro le donne. L’Italia è il Paese dove una persona su quattro pensa che gli stranieri siano in prevalenza clandestini. L’Italia è il Paese con il maggiore divario tra la preoccupazione per i clandestini (l’80 %) e quella estesa ai regolari (20%). In realtà le stime indicano un’incidenza della parte irregolare molto bassa, pari all’1 per cento della popolazione italiana contro un’incidenza vicina al 7% della componente regolare. I cristiani italiani dunque coltivano una percezione distorta; forse volutamente distorta e difensiva. La percezione distorta riguarda anche il modo di “classificare” i nati in Italia da genitori non italiani, perché chi nasce sul suolo italiano non è esattamente un immigrato. Siamo un Paese a forte invecchiamento per molte ragioni e quindi con un numero rilevante di anziani che, mentalmente, sono poco propensi ai mutamenti del proprio spazio vitale. Siamo un Paese con un’occupazione giovanile in forte e inesorabile caduta e una politica di welfare per giovani coppie che non rende facile la disponibilità all’accettazione di lavoratori provenienti da altre zone del pianeta. Ma un ruolo fondamentale gioca l’assenza di una corretta informazione sul fenomeno e dall’individualismo ,dal familismo amorale coltivato negli ultimi decenni. Il Paese Italia è fortemente invecchiato anche perché, non per l’egoismo come di solito recitano quelli della CEI (Conferenza Episcopale Italiana) delle donne che non fanno più figli in abbondanza, ma per le politiche statali poco favorevoli alla conciliazione dei tempi . Risultato: gli immigrati contribuiscono a non peggiorare i dati con la nascita dei propri bambini e a permettere alle famiglie italiane di averne qualcuno in più attraverso i loro servizi di cura. Gli stranieri, si agitano i leghisti e i buoni cristiani di destra e sedicenti di sinistra , utilizzano la nostra assistenza sanitaria, ecc. Senza il lavoro degli stranieri è stato stimato che perderemmo oltre il 10 % del prodotto interno lordo nazionale. Gli immigrati sono contributori netti per le casse dell’Inps, perché è più favorevole il rapporto tra lavoratori e anziani rispetto a quello degli italiani. Ovvero, gli stranieri pagano le nostre pensioni. Scrive il docente dell’Università Cattolica di Milano, Alessandro Rosina (l’Italia che non cresce, gli alibi di un paese immobile, ed. Laterza, 2013) : “ …una poltica ostile nei confronti degli stranieri, che ne complica la vita anziché favorirne l’integrazione, produce immigrazione di bassa qualità. …. Cosa succede però a un paese che dopo la crisi vuole crescere e che si ritrova con gli effetti della denatalità passata che iniziano a erodere sempre più pesantemente la fascia giovane adulta del mercato del lavoro? L’immigrazione di qualità diventerà allora carburante prezioso per alimentare lo sviluppo. Cosa stiamo facendo per metterci nelle condizioni di poter nei prossimi anni ottenere tale ‘carburante’? Poco o nulla.” Peggio, alimentiamo i residui italici del razzismo di marca fascista , del virilismo guerriero di “faccetta nera…” focalizzandolo quotidianamente sulla persona della ministra Kienge. Che pena!