Ieri è stata dimessa da un ospedale una mia amica africana, si chiama Marcelline, le hanno detto che poteva tornare a casa, che il cuore non è più malato… Marcelline ci stava tornando a casa ed è stata seguita da una macchina e poi da uno che ne è sceso e ha continuato a piedi, era ormai una corsa e lei ha fatto a tempo ad aprire e poi chiudere la porta. Hai mai assaggiato la paura? Rivolgo questa domanda a tutti gli uomini e le donne che mi leggono, vorrei sapere quanti hanno provato l’angoscia del ritorno a casa, nel fare la strada e sentire il fiato di uno che ti segue, di una macchina che è appostata e comincia a camminare al tuo passo, sia quando è inverno e stai incappucciata e avvolta in un giaccone, sia quando è estate e si capisce meglio se sei magra o grossa, se se sei
giovanissima oppure no.

Ieri è stata dimessa da un ospedale una mia amica africana, si chiama Marcelline, le hanno detto che poteva tornare a casa, che il cuore non è più malato… Marcelline ci stava tornando a casa ed è stata seguita da una macchina e poi da uno che ne è sceso e ha continuato a piedi, era ormai una corsa e lei ha fatto a tempo ad aprire e poi chiudere la porta. Ma oggi Marcelline non ha più il coraggio di tornare e dormire da sola, ha chiesto a un’amica di farle coraggio, di andare insieme a fare denuncia.

Tutto questo non è avvenuto nella grande città, dalla quale lei è scappata ma in un piccolisssimo paese, un po’ fuori, in quei consorzi di casette dove si torna a dormire che costano assai meno di una stanza nella capitale, in una strada dove non cammina nessuno quando è buio.
_ Lei sta quì per lavoro, per mandare i soldi in Guinea alla famiglia, ha studiato in Italia e lì al suo paese per fare scuola ai bambini e curare gli
anziani, i malati, fa la “badante”.
_ Sembra che nessuno possa curare la paura di Marcelline, eppure quel coraggio l’ha portata in un altro mondo, dove la scodella di riso la invii a dieci persone di casa tua con la Western Union, l’americana di cui ti devi fidare…

A Marcelline la famiglia le dice di non tornare in Africa, perchè
altrimenti non sanno come vivere e lei rientra a casa e non c’è nessuno
ad aspettarla: se tutto va bene, rimane con la sua solitudine e la
stanchezza di una giornata di lavoro, sempre che sia riuscita a
trovarlo.
_ Ci sono altre, non c’è bisogno di essere straniere e magari pure belle, che tornano a casa e la paura continua fino a che non dormono. Le aspetta un uomo che le ama così tanto, che le massacra
di botte o le desidera al punto che le sbatte, come una frittata.

Ripeto la domanda, questa volta ai signori, quelli di genere maschile: hai mai assaggiato questo tipo di paura?
_ Io lo ripeto che il 24 novembre le donne saranno in piazza a Roma per
manifestare contro la violenza degli uomini, ma io già me le vedo
quelle facce e quelle donne che rientreranno anche sabato sera con
l’angoscia fuori e dentro casa e una sola certezza: che vuoi che
cambia…

Alle 17 è già buio in tutta Italia, l’ora legale è stata tolta, rimane quella di sempre , la notte senza fine dell’illegalità, della violenza, della sopraffazione.
_ Finchè avrò vita, io che la paura e non solo quella, l’ho assaggiata, lo denuncio e so anche che non basta.
_ Mi ci sono svegliata all’alba per scriverlo e chiedere aiuto e tentare ancora una volta di rompere il silenzio e l’omertà.
Hai mai assaggiato la paura? ” It’s wonderful, it’s wonderful, it’s wonderful,good luck my babe…”, vero?